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Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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TORRI D'AVORIO
Post n°3363 pubblicato il 13 Marzo 2014 da pierrde
Non c’è dubbio alcuno che fra i caratteri peculiari che hanno reso grande Umbria Jazz ci sia soprattutto quello di sapersi adattare ai tempi, di rinnovarsi costantemente, di aprirsi alle contaminazioni, con un coraggio che testimonia esso stesso uno spirito d’avventura straordinario, che poi è quella cosa lì che l’ha resa bella e unica al mondo. Perché è evidente che se questa manifestazione si fosse fin da subito “sclerotizzata” solo su un unico genere musicale di certo non saremmo qui oggi a parlarne dopo oltre quarant’anni di successi e di memorabili concerti passati alla storia. (...) Da qui i nomi che hanno illuminato l’Arena, da quello di Elton John a Prince, da Liza Minnelli all’incommensurabile Sting, tanto per citarne alcuni. E adesso si comprende bene che dovevamo aspettarci un’altra sorpresa ancora. Perché chi fa spettacolo lo sa che per “bucare”, per far arrivare il “messaggio”, per farsi conoscere da più e più persone, l’importante non è solo proporre il meglio della produzione del genere, ma anche stupire ed allo stesso tempo evitare come la peste il chiudersi a riccio sulla propria torre d’avorio. Fonte: http://www.giornaledellumbria.it/article/article156711.html
Da vecchio e "sclerotizzato" appassionato di jazz rigetto in toto tutto quello che scrive qui sopra Francesco Castellini. Se i nomi che hanno illuminato Perugia sono quelli citati dall'autore tanto vale spostare il festival di Sanremo all'Arena, smettere di far finta di occuparsi di jazz, sostituire Carlo Pagnotta con Fabio Fazio. Inoltre, il concetto di "stupire" che esce dall'articolo sa di business in maniera imbarazzante. Nessun vero jazzofilo rifiuta la contaminazione che è parte fondamentale della stessa storia del jazz, di sicuro si stupisce (per usare un eufemismo) se i nomi scelti sono quelli di cui sopra. Quando si invitavano artisti come il Kronos Quartet, l'Hilliard Ensemble o il David Parson's Dance Company la qualità musicale e artistica del festival, a prescindere dalle etichette, era altissima. Non mi si dica che c'è la stessa caratura con Giorgia o Fiorella Mannoia. O si è in mala fede e si cerca di giustificarla con autentiche puttanate del tipo "farsi conoscere da più e più persone" oppure si è al capolinea ed è arrivato il momento di un ricambio ideale, programmatico e generazionale. Magari sarebbe meglio richiamare qualcuno di coloro che si sono rifugiati nelle torri d'avorio.... |
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