Mondo Jazz
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pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig
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batteria, Zeno De Rossi
Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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Messaggi del 19/04/2015
Post n°3969 pubblicato il 19 Aprile 2015 da pierrde
L’opera prima di Saverio Pepe «Canto male il jazz», con Marco Tamburini, Alfonso Deidda, Aldo Vigorito, Giovanni Scasciamacchia, Daniele Scannapieco e Guido Di Leone, sarà allegata al numero di maggio di Musica Jazz insieme a «The Lomax Tapes» di Paolo Botti. Quarantatré primavere testé battute e alle spalle tante scene calcate in veste di entertainer, conduttore radiofonico e televisivo, attore e voce recitante. E anche come cantautore, di quelli che le storie le raccontano come si faceva un tempo: con il sorriso, magari anche amaro, sulle labbra. Il jazz c’è sempre stato nel suo guardaroba, tanto da diventare oggetto dei suoi studi accademici e conseguire la laurea presso il conservatorio della sua città, Matera. E così, dopo anni di lavoro e di ricerca, Saverio Pepe ha voluto unire le sue passioni: la musica, il jazz e l’ironia del suo cantautorato che, già nel titolo, svetta convinta: «Canto male il jazz». Pepe ha il dono della favella: sciolta, agile e concreta; parole senza fronzoli capaci di narrare fatti, persone, città e reconditi segreti con la naturalezza dello chansonnier d’antan che indossa abiti moderni e genuina baldanza. Continua a leggere qui: E' difficile commentare una uscita siffatta: diamo per scontato che la rivista non può sfornare 12 compact disc con capolavori inediti ogni anno e che, una tantum, possa provare a confezionare qualche cosa di più "leggero" e "potabile" adatto un pubblico di bocca più buona. Io ci ho provato ad ascoltare Pepe. Ci ho messo buona volontà, ho letto con attenzione i nomi dei bravi musicisti che lo accompagnano. Ma non sono riuscito comunque a farmelo piacere. Per me il nome dell'album dice già tutto. L'intenzione probabilmente era ironica ma alla fine risulta quanto mai veritiera. Comunque, visto che su Facebook in meno di 3 giorni il video ha raggiunto 170 "mi piace" (sigh !) non mi rimane che arrendermi: lui canta male il jazz ed io ne scrivo peggio. |
Post n°3968 pubblicato il 19 Aprile 2015 da pierrde
La mia personale opinione sui referendum jazzistici l’ho espressa più volte. La riassumo a scanso di equivoci: si tratta di mere indicazioni, che acquisiscono una valenza più o meno significativa ma a puro titolo di conoscenza e scoperta e senza nessuna pretesa di oggettività assoluta. Cosi’ negli anni il referendum di Down Beat, prossimo a compiere 80 edizioni, e cosi’ il Top Jazz per quanto riguarda il nostro paese.
Sempre in Italia da qualche anno anche il bimestrale Jazzit organizza un referendum tra i lettori. Superate le perplessità sulla formula iniziale e sulla possibilità di inquinare le votazioni da parte di ultras di varie fazioni, le ultime edizioni hanno acquisito una formula meno perforabile ma, evidentemente, ancora non del tutto credibile visto il commento che uno dei musicisti più votati, Piero Bittolo Bon, si è sentito in dovere di postare su Facebook:
Mi spiace -e parecchio- entrare nel merito dell'argomento referendum jazz, ne avrei fatto volentieri a meno. Il dado è tratto: a quanto pare sono stato votato da un migliaio di persone come miglior flautista per i Jazzit Awards, classificandomi terzo. La cosa mi imbarazza fortemente: suono il flauto poco e male (nonostante mi piaccia molto farlo) e dentro e fuori da quella classifica ci sono signori flautisti i quali hanno tutto il diritto di farsi delle grasse risate in merito ad un piazzamento del genere, al netto della totale cretineria di queste operazioni. Sinceramente vorrei sapere com'è possibile che così tanta gente -con mille voti uno diventa consigliere comunale in una città di medie dimensioni, potrei quasi quasi darmi alla politica- abbia ritenuto degni di cotanta stima i miei excursus flautistici, che sono stati immortalati in non più di due o tre occasioni su CD (e mai in più di un paio di tracce). Invito quindi i cari amici di FB che avessero preso a cuore le mie velleità auliche votandomi al suddetto referendum a fare outing qui sotto, e a non farlo mai più. A parte gli scherzi, vorrei capire, perchè non mi è chiaro.
Che dire ? Innanzitutto va dato atto a Piero Bittolo Bon della sua onestà . Poteva starsene zitto e postare il risultato e pochi o nessuno avrebbero avuto a che dire. Riconosciuto al musicista il suo comportamento corretto rimangono tutte le perplessità sui meccanismi del Jazzit Award, anche perché Piero ha postato l’8 aprile, da allora molti sono i commenti che si sono succeduti (alcuni parecchio illuminanti) ma nessuno che abbia fugato o meno i dubbi e tantomeno da parte dei redattori o del direttore del magazine.
Credo che nessuno risponderà a me visto che non ha risposto al diretto interlocutore, e d’altronde l’argomento non ha una importanza cruciale sotto nessun punto di vista. Non mi rimane che indicare il link al quale leggere tutta la vicenda e ribadire la mia opinione: prendete i referendum cum grano salis….
https://www.facebook.com/pierobittolobon?fref=ts
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