Schegge di vetroAd averlo saputo prima, me ne stavo nel Beleriand! (Le immagini riprodotte su queste pagine sono di proprietà dei rispettivi autori, sperando che la dichiarazione mi sollevi dalla promozione di cause civili, che non ho tempo) |
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Post n°5 pubblicato il 14 Gennaio 2005 da Mthrandir
Cooperazione pelosa? A molti di voi sarà giunta la mail che riporto integralmente di seguito (è riferita al sequestro e alla seguente, chiacchierata, liberazione di Simona Pari e Simona Torretta in Iraq): Utilità delle 2 Simone stipendiate 8.000 (ottomila) euro al mese per far le "volontarie" (mentre i nostri poveri soldati percepiscono meno della metà); Dal Corriere della Sera la loro giornata tipo prima di farsi rapire: Simona Torretta studiava per un esame all'università, la Pari insegnava la raccolta differenziata ai bambini iracheni (poteva farlo a Torre del Greco, Napoli, che di risolvere il problema della monnezza ne avevano più bisogno, mentre gli iracheni non hanno da mangiare). Bene. I commenti etici sono di sola responsabilità del “redattore” della mail, ma succede che mi ha lasciato di stucco l’idea che queste due signore avessero un compenso mensile di quel genere (sono quasi 16 milioni del buon vecchio conio). Accidenti, mi sono detto, mica male lo stipendiuzzo del volontario da Onlus. Magari, però, non è vero. Sappiamo tutti quanto sia facile modificare a proprio uso e consumo anche solo un pezzo della verità in modo da far trionfare il proprio punto di vista, ma, in questo caso, il prurito del controllino mi ha fatto scoprire quanto segue. In una intervista di Giuseppe Pietrobelli del Gazzettino a Massimo Atzu, responsabile di "Un ponte per", lo stesso Atzu dichiara: " l'inquadramento delle due Simone è di 40 ore lavorative settimanali per un compenso di 1.500 euro netti". Considerazione da impiegato in mezze maniche nere e visiera: i contributi sono il 32,70% e le tasse diciamo il 24%; sommate allo stipendio netto la cifra fa pressappoco Euro 2.200 mensili lordi per 14 mensilità maggiorate del TFR. Totale del “costo” = Euro 33.000 annue. Atzu, inoltre, completa la descrizione degli emolumenti dicendo: "In aggiunta vi sono l'assicurazione sulla vita (obbligatoria per le ONG), l'alloggio e i trasporti. Il vitto veniva risolto a Baghdad con una cassa comune, ma si trattava comunque di una cifra modesta." Tiriamo le somme e, se non a Euro 8.000, le signorine arrivano facilmente a una cifra stimabile per largo difetto attorno agli Euro 4.000 – 4.500 mensili (anche se, fisicamente, continuano ad incassarne cadacranio 1.500 x 14, cioè 21.000 annui). Fin qui non ci sarebbe niente di male, se non la definizione di “volontarie” che, nella Terra di Mezzo che conoscevo io, si definiva attività prestata senza corresponsione di contropartita. Ma serve tenere a mente questo numerino importante: Simona Pari e Simona Torretta (da sole) costano ad “Un ponte per…” orientativamente 80 – 90.000 Eurini all’anno. La vera “curiosità” sta altrove: Il bilancio dell'organizzazione (potete controllare agevolmente sul sito della stessa) nel 2003 ha registrato entrate per 1,869 milioni di Euro (65 per cento di contributi pubblici, 30 per cento fondi da privati) e uscite per 1,610 milioni di Euro (498.000 Euro per materiali di consumo, 940.000 per servizi, 35.000 per il personale, 76.000 per godimento beni di terzi, 65.000 per oneri diversi di gestione). Finalino: “Un ponte per…”, nell’ipotesi che si avvalga in tutto il mondo del solo rapporto di collaborazione delle due signorine, ha dichiarato spese per il personale pari al 50% di quelle effettive. In realtà, l’organico è di molto superiore e questo bilancio….come dire…..meriterebbe qualche approfondimento. Ognuno si faccia la sua idea…. Mthrandir (seguiranno approfondimenti.....) |
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