Ancora pochi giorni per visitare la 57-esima Biennale d'Arte di Venezia.
Come già ho scritto nei precedenti post, dal titolo della rassegna di quest'anno, 'Viva Arte Viva', emerge la voglia di riconoscere la vitalità dell'arte, sia nei suoi contenuti, come è stato proposto nel Padiglione Italia da Roberto Cuoghi, in cui la vita ed i suoi mutamenti influenzano e danno forma alla materia artistica, sia nella capacità umana e degli esseri viventi di creare rete, di connettersi in forma di tribù, popolo, la cui unione, aiuto solidale nel contributo di ogni singola parte, aiuta a portare a migliori modi di vivere, come è stato proposto da diversi padiglioni, tra cui Cile e Andorra, in cui il lavoro del singolo veniva magnificato allorquando entrava a far parte di un'opera più grande, collettiva (vedi precedenti post).
Altresì, con 'Viva Arte Viva' il padiglione Diaspora ha connotato questo termine facendo capire quanto sia importante la connessione di diverse etnie per far grande la cultura di un Paese. In mostra, uno dei lavori che più mi è piaciuto in tutta la rassegna, questa biblioteca di libri interamente ricoperti da tessuti etnici africani (nella foto l'opera 'British Library' realizzata da Yinka Shonibare MBE). E ad ogni libro, andando a curiosare tra i titoli, si trova il nome di autori che hanno contribuito a rendere grande la cultura inglese, anglosassone nel mondo, nel cui albero genealogico non avevano ascendenze inglesi.
Buona visione
Living
Inviato da: living_art
il 06/01/2022 alle 20:34
Inviato da: OsservatoreSaggio
il 06/01/2022 alle 18:39
Inviato da: living_art
il 13/04/2020 alle 23:56
Inviato da: Signorina_Golightly
il 11/04/2020 alle 14:21
Inviato da: cassetta2
il 04/11/2019 alle 20:13