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La “maggior parte”

Post n°553 pubblicato il 14 Luglio 2014 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

“Abbiamo salvato la maggior parte dei posti di lavoro” è il ritornello, ripetuto a papera, che sindacati e istituzioni scandiscono ad ogni licenziamento di massa, ad ogni fallimento di “piani di rilancio” e conseguenti investimenti messi in campo più per rimpinguare le tasche dei soliti “cerchi magici”, legati a questa o a quella fazione politica, che per risanare, davvero, le aziende strategiche del nostro paese.

Nei fatti, come sempre, a pagare sono in primo luogo i lavoratori, già vittime delle precedenti “ristrutturazioni” e “razionalizzazioni” del lavoro, che passano, sempre, per consistenti decurtazioni di stipendio e di diritti, e poi i cittadini, chiamati a dare il loro contributo alla salvezza di questa o quella azienda, nel nome dell’italianità da salvaguardare…da svendere, poi, al primo offerente alla prima occasione.

Alitalia è uno dei “grandi” esempi dell’incapacità politica e manageriale della classe politica e dirigente italica, di quel nucleo di eletti da nessuno che pontificano sui grandi sistemi economici mondiali e non saprebbero nemmeno gestire il bilancio non dico di un condominio, ma neanche di un ristretto nucleo familiare.

Mai che un solo responsabile della cattiva gestione di un nostro gioiello industriale, partecipato dai soldi dei cittadini, responsabile dello sfascio e del dissesto economico, che sia punito per i suoi marchiani e palesi errori, che sia relegato definitivamente in un angolo in modo da non poter mai più far danni.

Tutti i burocrati, di scarse capacità ed intelligenze, protagonisti del crollo economico ed industriale del bel paese, vengono sistematicamente premiati con buonuscite favolose e con nuove poltrone dove poter ripetere, all’infinito, i loro errori…tanto pagano i lavoratori ed i cittadini, ed il bilancio dello Stato, grazie anche a questi miliardi buttati nel buco nero delle incompetenze diffuse e promosse, aumenta di giorno in giorno.

Ai tavoli le mille promesse d’obbligo, i mille progetti per “salvare le competenze”, per dare “nuovo impulso all’azienda”, per “ricollocare quel personale in esubero grazie ai nuovi strumenti messi in campo”, rimangono le strofe, senza nessuna concretezza, di una canzone mal cantata e mal interpretata, da chi è incapace, dalla nascita, di fare onestamente il proprio dovere, da chi sa, da subito, che le bugie hanno gambe corte, ma se ne frega contando sulla corta memoria del popolo, a cui dovrebbe rispondere, e all’inconsistenza di quei sindacati che tutto fanno, tranne che gli interessi dei lavoratori.

La “maggior parte” di quei lavoratori esodati, cassintegrati, messi in mobilità, licenziati, disoccupati, aspettano ancora, da decenni, che le promesse dei vari governicchi di destra e sinistra, dei vari ministri, trovino nella realtà dei fatti un minimo di concretezza, di attuazione, la “maggior parte” della gente di questo paese, quella a cui è rimasto un cervello funzionante,  a questi pagliacci ben pagati, politici e sindacali, non crede più.

 
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