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« Lo sciacquoneLa sporcizia »

Anticostituzionalmente Fiat

Post n°691 pubblicato il 16 Marzo 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Lavorano tutti per l’Italia, per rilanciare il paese, per la ripresa e per tutti quei bla bla bla con i quali riempiono di non sensi quella serie di riforme e di provvedimenti che mirano alla distruzione delle libertà democratiche ed alla trasformazione della nostra Costituzione in una carta straccia ad uso e consumo di una politica, sempre più somigliante al fascismo, ed ad un’imprenditoria, ormai solo predatoria e corrotta.

La Fiat, il fiore all’occhiello di un premier, che ancora non si è accorto non essere più italiana, è stata condannata, mentre lui si inorgoglisce e scodinzola, per attività antisindacale e violazione della Costituzione riguardo ai fatti che avvennero, nel 2006, nello stabilimento di Pomigliano.

Un breve riassunto, coadiuvato dal filmato(visibile sul blog:www.ilpasquino.net) di quanto accadde: Fiom, Fim e Uilm firmarono, senza alcuna verifica con i lavoratori, un contratto nazionale che prevedeva risibili aumenti, confermati, nella sostanza, dai successivi rilievi Istat, con il lavoro obbligatorio al sabato ed assunzioni, alla catena di montaggio, di giovani in apprendistato fino a 5 anni.

Un “contratto a tutele decrescenti”, come direbbe ora il Renzi, o peggio ancora, visti i risultati odierni con 2500 persone ancora a carico della collettività in cassa integrazione, una vera e propria presa per i fondelli che i lavoratori capirono immediatamente, contestandone ogni punto e dimostrandolo con lanci di uova verso i delegati sindacali ed impadronendosi di un’assemblea nella quale i confederali non concedevano la parola a chi dissentiva.

La Fiom in primis (Rinaldini l’allora segretario), dalle pagine del Manifesto, che accusava gli operai di “terrorismo”, chiese che venissero prese misure contro chi aveva aggredito, secondo loro, il “libero svolgimento dell’assemblea”.

La Fiat non si fece pregare due volte e licenziò quel manipolo di operai  che guidò il corteo di protesta all’interno della fabbrica(8 in tutto dei quali uno, Giuseppe De Crescenzo, si è tolto la vita pochi mesi fa).

Giunge nove anni dopo, non in tempo per salvare la vita a Giuseppe, la sentenza della Corte Suprema di Cassazione sugli eventi: il datore di lavoro può anche schierarsi, in determinate singole occasioni, a favore di un’organizzazione sindacale e contro un’altra, ma nel farlo non può avvalersi di quei poteri disciplinari e gerarchico-direttivi che l’ordinamento gli attribuisce a soli fini di governo delle esigenze produttive dell’azienda. La contraria soluzione snaturerebbe l’essenza stessa del concetto di poteri privati, quali quelli datoriali rispetto alla comunità dei propri dipendenti, poteri privati che in tanto l’ordinamento riconosce - alterando il tendenziale ambito paritetico in cui vive il rapporto giuridico di tipo privatistico - in quanto essi siano funzionali alla tutela dei diritti di rango istituzionale (v. art. 41 co. 1° Cost.)” e pertanto rigetta l’appello della Fiat e rende nulli i licenziamenti degli operai…non ci pare sentire voce del condottiero delle nuove “coalizioni sociali” su questa ingiuria alla Costituzione ed ai diritti degli operai.

Ma quella Costituzione e quei diritti, ai quali ancora qualcuno si richiama, Renzi li sta smantellando, a partire dall’articolo 1 e dallo Statuto dei lavoratori, con l’appoggio di quei sindacati che parlano di “coalizioni sociali”, mentre cancellano i diritti di quelle minoranze che non accettano che vengano firmati accordi sulla loro pelle, che ritengono il sindacato un’ arma dei lavoratori e non una stampella delle imprese, per i quali la dignità fa rima con diritti e non con lavoro sottopagato e senza tutele, crescenti o meno.

In questi giorni l’Inps, grazie ad un accordo firmato dai confederali con l’Istituto, rilascerà i tabulati degli iscritti al sindacato nelle varie aziende. Obiettivo: cancellare quelli minoritari e non firmatari dei contratti, per escluderli da ogni trattativa, isolarli, cancellarli da un paese che non rispetta più né le opinioni né le libertà, questa la richiesta di Cgil Cisl e Uil…alla faccia di “Je suis Charlie”.

I lavoratori, già sotto ricatto nelle aziende, saranno costretti a firmare la loro delega agli unici che “rappresenteranno”, per modo di dire, le loro questioni…un’operazione simile fu fatta dal fascismo che cancellò tutti i sindacati dei lavoratori ed impose i propri.

 
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