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Napoli 25 Aprile: voci e colori di una nuova liberazione

Post n°712 pubblicato il 25 Aprile 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Come è vero che le idee e i valori non hanno età e nulla può fermarli né cancellarli.

Giovani ed immigrati, in larga maggioranza, a ripercorrere le strade ideali di quella liberazione voluta da chi ha sacrificato la propria vita per un mondo più giusto, dove il lavoro fosse un diritto, la solidarietà un valore da far crescere, nella nostra coscienza, ogni giorno, dove fascismo e razzismo, espropriazione dei diritti e frontiere di morte venissero definitivamente cancellate.

In memoria di Iolanda Palladino, uccisa dalla violenza fascista nel 1975, in memoria di quei migranti, che come i nostri padri napoletani affrontavano il mare per cercare la speranza,  un corteo enorme ritrova il solco di quel percorso tracciato da chi ci ha preceduto, di quei valori si fa nuovo portabandiera, di quella liberazione rivendica parole, atti, fatti, sacrifici, sangue, morti.

Il 25 Aprile non è una ricorrenza, né il ripetere parole stantie che si scontrano con le decisioni dei governi attuali. Su quegli scranni e su quelle poltrone ci sono i nemici di quella resistenza, di quei giorni, di quella liberazione. Non scappano sui barconi da fame e guerre, non cercano la speranza lasciando la propria terra ed i propri affetti, loro tradiscono ogni giorno quel mandato, uccidono una seconda volta chi si è sacrificato per liberare il mondo dall’oppressione, in giacca e cravatta, protetti da migliaia di agenti pronti anche ad uccidere, chiusi nella vergogna delle loro decisioni, lasciano che padri, madri e figli muoiano avvelenati dai loro rifiuti, affogati dai loro egoismi, trucidati dalle loro guerre, impoveriti dai loro portafogli.

Una nuova liberazione di tutti i colori e con tutte le voci di questa terra depredata, di questo futuro rubato, di questa speranza uccisa, può nascere da quel basso che basso non è…è l’alto di quei valori, di quei sentimenti, di quelle emozioni che provarono i nostri padri partigiani, i nostri padri rinchiusi nei campi di concentramento, che ricostruirono, dal niente, dal fango e dall’orrore dell’egoismo e del razzismo nazi-fascista e capitalista, le basi per un mondo che odori di libertà in ogni angolo della sua terra.

 
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