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« Anima corrottaInsalubre democrazia »

Differenze retributive: condannata la Cgil

Post n°807 pubblicato il 17 Ottobre 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Colleziona condanne, per la violazione dei diritti contrattuali dei suoi dipendenti, il sindacato guidato dalla Camusso.

Un lungo elenco di abusi e sfruttamenti nei confronti dei propri lavoratori, negazioni delle rivendicazioni che siamo abituati ad ascoltare, dai microfoni e dai palchi dove si “esibiscono” i dirigenti di questo sindacato.

Una credibilità violata, se non del tutto cancellata, da quanto emerge dalle sentenze che danno ragione a chi ha subito soprusi da chi dice di volerli combattere.

L’ultimo caso riguarda Romina Licciardi, della Cgil di Ragusa, ex segretaria provinciale come responsabile del mercato del lavoro e delle politiche in genere, poi spostata presso la Camera del lavoro nell’incarico di consigliera di parità, senza che le fosse mai riconosciuto l’adeguamento contrattuale che le spettava.

Licenziata nel 2010 la Licciardi, dopo essere stata vittima di mobbing, regolarmente denunciato, cominciava la sua battaglia per veder riconosciuti i suoi diritti, assieme a quel comitato nato a seguito di altri licenziamenti, poco chiari, che si è dato il nome di “Licenziati dalla CGIL”.

Non è facile combattere contro chi, nell’ immaginario collettivo, difende i diritti dei lavoratori e dovrebbe essere freno alle leggi governative che vanno nel senso opposto, e non è facile farlo ancor di più quando la tua vicenda va nel dimenticatoio, nessuno ne parla e rimani solo a combattere contro un Golia della potenza dei nostri sindacati nazionali.

Ne sa qualcosa Ciro Crescentini, della CGIL di Napoli, che solo dopo anni di lotte e di cause è riuscito a spuntarla contro il sindacato ed a dimostrare l’infondatezza e l’illegalità del suo licenziamento.

Per ora alla Licciardi viene riconosciuto il mancato adeguamento del suo stipendio agli impegni ed agli oneri che il sindacato gli aveva affidato.

Nella sentenza del 13 scorso il giudice del lavoro di Ragusa riconosce le ragioni della lavoratrice e condanna la Cgil al pagamento delle differenze retributive per gli anni 2002 – 2004 e 2009 – 2010.

Certo una consolazione, una vittoria voluta da una coscienza pulita, sporcata dall’amarezza di aver speso, molti dei propri anni, per un’idea, per un impegno volto a migliorare la vita di chi lavora, a rafforzarne i diritti, a migliorarne le garanzie…tradito ed offeso da chi ha reso il sindacato una macchina burocratica senz’anima e senza ideali, senza coscienza e senza obiettivi, uno zombie, pieno di funzionari nullafacenti e troppo spesso corrotti, che campicchia sui favori che i vari governi elargiscono, sui posti di potere che detengono, su quella storia stuprata e negata da ogni atto e da ogni fatto.

Credibile è chi lotta per i propri ed altrui diritti anche rischiando di persona, non chi riempie il vuoto dei suoi atti avvelenando l’aria dei suoi falsi proclami.

 
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