Il Pasquino

Si riuniscono a Piazza Municipio, sotto i balconi del sindaco di Napoli, per protestare contro il provvedimento che è stato adottato contro di loro da un’entità del M5S non ben precisata, chiamata staff.

Sospesi per aver creato un “gruppo segreto”, ora divenuto pubblico, con il quale, si dice, volevano “orientare” le scelte per le candidature alle prossime comunali. Una trentina, in tutto, in una città che conta più di 5mila iscritti, almeno sulla carta, anche se risulterebbero migliaia di doppioni, mai controllati seriamente e mai censiti, mentre, nella realtà, il numero non supererebbe le duemila unità, comunque troppe per potersi far “irretire” dal numero esiguo dei cosiddetti “complottisti”.

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Alcuni di loro sono in sciopero della fame da 4 giorni, altri da tre, altri non ci pensano neanche per scherzo, come Roberto Ionta, che invita il Movimento ad occuparsi delle questioni serie della città ed a smetterla con questa farsa utile solo a quei partiti ed a quei personaggi che aspettano solo l’implosione dei 5 stelle, per poter continuare a gestire Napoli,  come sinora è stato fatto.

Forse sarebbe meglio che il “direttorio”, questo strano comitato in stil rivoluzionario francese, eletto senza alcuna consultazione reale, si occupasse di dare una migliore e più chiara organizzazione ai vari organismi territoriali, che mi pare chiamino Meetup, forse perché fa più “Fico” (scusatemi la battuta), diretti, si fa per dire, da organizer, sarebbero organizzatori (non pare piaccia l’equivalente in italiano), che dovrebbero, ed uso il condizionale perché è d’obbligo, essere del luogo. Invece due di loro, che indìcono le riunioni e possiedono le chiavi del Meetup (in pratica gestiscono i siti e ne “regolano” i dibattiti), di Napoli sentono solo l’odore vivendo uno, Cacciapuoti, stabilmente in Spagna e, rientrato da poco, mai partecipante ad alcuna riunione, un altro, invece, Paolo Gargiulo, dimora a Torino ma, si vede, sente la nostalgia del Vesuvio.

Questi “organizer” dovrebbero ruotare, come succede nel resto del paese italico, invece, nella Regione di Fico e Di Maio, questo non è concesso e non se ne conosce neanche il motivo, questo sempre in nome della trasparenza, dell’ uno vale uno, e di tutte le altre simpatiche amenità.

Quello che di certo possiamo affermare, noi di questa LIBERA pagina, è che le iniziative intraprese sul territorio da alcuni dei sospesi, a difesa della vita e degli interessi dei cittadini, non hanno avuto uguale eco nel direttorio, come quanto è invece avvenuto per la ridicola vicenda del “gruppo segreto” Napoli libera (di certo non unico “gruppo segreto” dove si possono trovare altri attivisti del movimento) .

Forse una maggiore attenzione alle lotte dei propri attivisti ed una più trasparente gestione del Movimento avrebbe reso un servizio migliore non solo all’affermazione di quel “sogno” di cui tanto si parla, ma soprattutto agli interessi di quei cittadini che dovrebbero essere, loro si, i primi destinatari di ogni azione e di ogni decisione.

Dalle stelle…alle stalle !