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Io spending, tu paghi

Post n°870 pubblicato il 19 Febbraio 2016 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Costituzione alla mano la Corte dei Conti dovrebbe essere un organo di controllo e giurisdizionale.

Quanto dalla stessa viene enunciato dovrebbe divenire, per il governo del paese, indicazione perentoria di intervento legislativo e/o di modificazione di leggi sbagliate o mal interpretate, in quell’obiettivo primario dello Stato di trasparenza nei conti pubblici e di reale beneficio per la collettività.

Da tempo immemore, ormai, sembra che quest’organo vitale del nostro ordinamento si sia trasformato, sempre di più, in un “mea culpa”, una specie di confessione pubblica delle incapacità e delle deviazioni di una classe dirigente politica, di un governo, di uno Stato, che del bene comune se ne frega alla grande e che legifera solo in un senso, nella cancellazione dei diritti costituzionali del suo popolo, mantenendo intonsi gli sprechi ed i furti, la corruzione e la deviazione incostituzionale dell’intero apparato parlamentare.

La spending review, revisione della spesa pubblica indirizzata a ridurre gli sprechi ed aumentare i servizi ai cittadini, tanto sbandierata dai Monti ai Renzi, si è trasformata nell’esatto opposto mantenendo inalterati i livelli di corruzione e di collusione della politica con il peggio del paese, mafie comprese, incrementando furti e sprechi e togliendo ai cittadini quanto dovuto, soprattutto se equiparato al livello di tassazione indecente toccato in questi anni.

Io spendo e tu paghi, questo sembra essere divenuto il vero ed unico obiettivo di questi parolai della democrazia, gentucola che lascia il  proprio badge nella sedia vuota senatoriale (Napolitano docet), pur di “rubare” la diaria giornaliera, che nasconde i proventi della propria corruzione nel freezer di casa e corre in piazza a tuonare contro i rom e gli immigrati, che salva le banche del papà della ministra e ne presenta il conto ai correntisti meno abbienti, che interviene sulle pensioni di chi lavora, ma non sfiora neanche i vitalizi dei ricottari politici, che occupa ogni posto di lavoro di rilievo, con la propria mandria di parenti ed amici, e lascia agli altri lavori mal pagati e senza diritti.

Quel debito pubblico che sale, l’aumento del 15% di emigrazione sono i veri problemi con cui Renzi e la sua banda dovrebbe fare i conti, spiegare, ai cittadini che sono stati costretti a subirlo, senza neanche averlo votato, qual’ era il motivo impellente del suo impegno nazionale; come mai problemi come la corruzione e gli sprechi non solo non sono stati affrontati, ma si sono acuiti; perché ancora adesso, come allora, ai corrotti viene data piena copertura politica, in parlamento e fuori, benché i dati che la Corte dei Conti presenta siano attualmente uguali, se non peggiori dei precedenti; quando finalmente si avvierà una reale e definitiva revisione delle mille prebende concesse al mondo politico; quando verrà effettuato il taglio a quei vitalizi e a quelle pensioni d’oro che non hanno paragone in Europa; quando gli sprechi ed i furti della politica saranno finalmente cancellati ed i proventi indirizzati alla riqualificazione del territorio, al mantenimento ed alla ristrutturazione del patrimonio artistico del paese, all’aumento delle pensioni minime, all’investimento nella ricerca e nell’ istruzione, ad una sanità che aiuti i più deboli.

Per ora l’unica cosa certa resta quella denunciata dalla Corte dei Conti…l’intera manovra e l’intero impianto delle bugie del premier si è basato sull’affossamento dei diritti delle persone più deboli, della cancellazione di presidi costituzionali come sanità e scuola, pensioni e lavoro, ripetizione di quel “ritornello” che ha accompagnato gli ultimi anni della Repubblica Italiana: “Io spendo e tu paghi”!

 
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