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L’esproprio di Bagnoli

Post n°915 pubblicato il 30 Aprile 2016 da ilpasquino.controinf
Foto di ilpasquino.controinf

E’ venuto in pompa magna, il nostro premier, benché la città non lo volesse affatto, benché il suo arrivo sia dovuto al diktat del Consiglio di Stato, a seguito dell’ordinanza e del ricorso del Comune di Napoli.

La giunta partenopea aveva intimato, a chi aveva inquinato, di bonificare e lo Stato doveva intervenire, non da ieri, ma bensì da vent’anni !

E così, costretto, Renzi è venuto nella nostra città a farsi un po’ di propaganda elettorale, quella, che nei fatti, fa tutti i giorni, attaccando la giunta De Magistris, scaricandogli addosso responsabilità non sue, annunciando lo sblocco della bonifica ed impadronendosi di un piano di rivalutazione e risistemazione del territorio che, invece, quello sì, spetterebbe al Comune ed ai suoi cittadini.

Mille annunci, come è solito fare, e mille promesse, tutte concretizzatesi, al momento, con l’esproprio, annunciato ai proprietari, delle loro abitazioni del borgo antico di Coroglio…cioè prima ancora di decidere cosa fare si comincia a colpire i diritti fondamentali, come quello all’ abitazione. Una sorta di “deportazione” annunciata, alla vigilia delle elezioni comunali, senza alcuna data precisa di attuazione, accompagnata dalla messa in campo, da parte del PD, di tutti i mezzi, “canonici” e non, per dividere quel fronte comune che si è creato contro una decisione che viene dall’alto e che scavalca esigenze e realtà, regalando, non si sa ancora bene a chi, la gestione di un sito di interesse storico e naturale.

Promesse, da parte della candidata sindaca Valente, agli inquilini di quelle case, di nuove abitazioni con vista mare nella stessa zona, benché sottoposta a vincoli, a poche centinaia di euro al mese, spiagge e mare pulito, bagni, turismo e chi più ne hai più ne metta, tanto ad elezioni fatte chi mai vedrà tutte queste fandonie ?

Nei fatti l’antico borgo di Coroglio, come ci ricorda la portavoce del comitato dei proprietari Paola Minieri, fu costruito alla fine del 1800 (Villa delle Delizie, ora Villa Schioppa risale al 1860), alcune abitazioni hanno atti di proprietà dell’epoca di Vittorio Emanuele III (1903). Il piano regolatore prevede, è vero, il ripristino della costa, solo dopo una bonifica, che ancora deve vedere luce, e la rimozione della colmata, di cui manco si parla e manco si dice come sarà eliminata, ma cancellarne la sua parte storica è colpirne la sua particolarità, oltre a ledere i diritti di chi ci abita da generazioni.

https://www.youtube.com/watch?v=8BmG56Tm36c

Dopo gli anni del cementificio e dell’ Italsider, dell’inquinamento e dei tumori, ora si vuole togliere ai cittadini del posto la possibilità di scegliere del loro futuro, di gestire, assieme alle istituzioni locali, riqualificazione  e ridefinizione di un luogo che è dei napoletani.

In questi venti e passa anni di silenzio chi ha pagato il degrado e l’inquinamento sono i cittadini e l’intera città di Napoli, vistasi privare di uno dei suoi luoghi più belli e suggestivi. Purtroppo abbiamo un premier che ritiene di detenere la verità, anche senza conoscere né la storia né le vite di questi luoghi.

Nell’assemblea, indetta il 29 Aprile a Coroglio, i cittadini, assieme a due rappresentanti della giunta comunale (il vicesindaco Raffaele Del Giudice e l’assessore al Patrimonio Alessandro Fucito), hanno discusso come affrontare insieme l’attacco ai diritti della città di autodeterminare le proprie prospettive ed il proprio futuro, come difendere un borgo storico da un attacco immotivato e senza alcuna ragione pratica.

 

https://www.youtube.com/watch?v=-Uh96pboV3A

https://www.youtube.com/watch?v=yQWdyuxkZlA

https://www.youtube.com/watch?v=mFTP52lQA-A

https://www.youtube.com/watch?v=hkBSqMTk5Jo

 

 

Quello che emerge, ancora una volta, è la necessità dell’unione, di un fronte comune a difesa del diritto all’autodeterminazione, alla salvaguardia dei luoghi e delle vite, delle esperienze e delle storie, di quell’umano che risiede in quegli spazi vissuti, un unione che prescinda da quella politica su cui non si può contare, se non nel breve periodo elettorale, e che deve trovare la forza solo nella sua ragione, nella sua unità e nel suo diritto.

 
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