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« Morti per casoIl tavolo del nulla »

L’inchino

Post n°550 pubblicato il 08 Luglio 2014 da ilpasquino.controinf
 

Ci sono inchini ed inchini, suvvia, diciamocelo !

L’ Italia patriottica, ma anche europeista, cattolica, ma anche laica, democratica, ma anche “un uomo forte ci vorrebbe…”, liberista, ma anche di sinistra, lo urla, indignata, dalle alpi alla Sicilia. E’ o non è la “volta buona” ?

Basta con le processioni, con gli omaggi ai boss delle varie mafie italiche, sparsi lungo lo stivale a scontar le loro pene agli arresti domiciliari. La lotta alle organizzazioni criminali comincia da qui, dalla guerra all’inchino ossequioso, dalla reprimenda al paese mafioso (alle ultime elezioni europee 62% di votanti, il 42% a F.I.), dallo sdegno istituzionale e vescovile.

Alle mafie non si fa l’inchino, al limite gli si affida il proprio carico di rifiuti tossici da sotterrare al Sud, per puro business, gli si concedono gli appalti delle opere pubbliche che durano millenni, per rilanciare l’occupazione…anche giovanile, si chiudono accordi per i voti alle elezioni, per “rappresentare al meglio le varie anime dell’Italia”, gli si riservano poltrone comunali, regionali, parlamentari, nel segno della necessaria compartecipazione di tutti alla crescita del paese, gli si permette il rientro dei capitali nascosti all’estero, con annesso condono, per il bilancio, per il Pil, perché una seconda possibilità si da a tutti, soprattutto a chi ha i soldi…ma l’inchino no !...Quello no e poi no !

E mentre un amico di un mafioso riscrive con Renzi la Costituzione, e i tumori dei campani e dei tarantini dipendono dal loro “stile di vita”, ed i rifiuti ed i roghi tossici si trasformano in ottimo alimento per le variegate colture della terra dei fuochi, e a Napoli la guerra tra bande miete vittime, anche innocenti, quotidianamente, cade furioso, sul sindaco di Oppido Mamertina, il biasimo dell’intera penisola.

Non c’è inchino che tenga nel paese dell’immunità, della corruzione e della collusione, delle istituzioni infiltrate e dei saccheggi del denaro pubblico, del Presidente silente sui veleni e nei processi sulla mafia e ciarliero sui “futuri assetti costituzionali”, dei finanzieri arrestati e degli imprenditori mazzettari, della sanità al collasso e delle tasse del salasso. Nel Bel Paese dell’accordo Stato mafia, l’inchino ne scuote l’ipocrita coscienza.

 
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