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Post n°614 pubblicato il 31 Ottobre 2014 da ilpasquino.controinf
Il Senato della Repubblica ha voluto rendere omaggio al grande Eduardo De Filippo, molti attori presenti: Lina Sastri, Toni Servillo, suo figlio Luca…e tanti altri. Tra i banchi anche alcuni politici odierni, quelli dei vitalizi, delle mazzette, del job acts, della legge di stabilità che toglie ai poveri per dare ai ricchi.
Stimo Luca De Filippo e la sua commozione è più che comprensibile. Vedere suo padre ricordato da un palazzo che rappresenta il popolo italiano per tutti sarebbe motivo di grande orgoglio e di lacrime…per il lascito culturale e morale che è riuscito, con la sua opera, a lasciarci, per quel viso espressione eterna, di sentimento e di rabbia, di quel cuore di cui Napoli ne era ispiratrice, e quella rabbia di quel popolo sempre dimenticato, ma mai vinto.
Non posso assolutamente ergermi a rappresentare con certezza i sentimenti che in lui ora avrebbe destato quel palazzo e quei politici plaudenti e sorridenti, posso solo aggrapparmi a quello che le sue commedie ed i suoi scritti mi hanno insegnato.
E mi hanno insegnato il disprezzo per chi approfitta delle difficoltà altrui nascondendo, dietro il suo potere momentaneo, il marciume della propria coscienza e della propria morale (Napoli milionaria); lo sconforto per chi non si ribella alle ingiustizie subite dietro quel “è cosa ‘e niente” (Peppino Girella) che sintetizza quel distacco ormai rassegnato che molti di noi hanno con la partecipazione alla vita civile, al difendere i propri diritti, al reclamarli, al pretenderli; l’amore per quei piccoli, ma importanti, valori morali e materiali che regalavano quegli sprazzi di luce di cui ognuno di noi avrebbe bisogno (Natale in casa Cupiello) e che mantenevano saldi quei sentimenti di umanità e solidarietà ormai persi dietro la rincorsa ad un successo personale anche a scapito della vita altrui; la stupidità di chi crede ai fantasmi di promesse mai mantenute e di una vita che solo con il proprio impegno può essere cambiata (Questi fantasmi), il pernacchio come unica risposta collettiva e seria a chi si arroga il diritto di non ascoltare gli altri, di mettersi al di sopra di un intero quartiere (episodio del film “L’oro di Napoli”)…di un intero paese (episodio “la renzite”, ancora non uscito sugli schermi), senza averne né titolo né diritto.
Io me lo sono immaginato, oggi, Eduardo al Senato, vestito da Pulcinella, con la maschera di Pulcinella. L’ho visto entrare e mettersi al centro di quell’arena spesso vuota, salutare con un inchino i suoi colleghi attori, abbracciare suo figlio…e poi riprendere il centro della scena…portarsi la mano aperta alla bocca, avvicinandola alle labbra un po’ umettate, rivolgendosi a chi ruba il futuro ad un intero paese, a chi corrompe ed è corrotto, a chi è mafioso ed a chi lo copre, e con la testa e con il cuore dedicargli quel pernacchio che significa: “tu si’ ‘a schifezza, d’’a schifezza, d’’a schifezza , d’’a schifezza e ll’uommene”
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ho letto molto volentieri questo articolo.Ciao da Artecreo Inviato da: sexydamilleeunanotte il 13/09/2016 alle 12:49 Inviato da: ilpasquino.controinf il 21/04/2016 alle 15:19 Inviato da: elektraforliving1963 il 20/04/2016 alle 15:57 Inviato da: elektraforliving1963 il 20/04/2016 alle 15:56 Inviato da: dimariamonicaa il 08/04/2016 alle 20:19 Chi può scrivere sul blog
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