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Creato da: ilpasquino.controinf il 02/01/2012
giornale di controinformazione

Messaggi di Ottobre 2015

 

Una strage che chiamano guerra

Post n°805 pubblicato il 12 Ottobre 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Per dare il senso dell’assurdità che stiamo accettando e guardando, dai nostri televisori, senza indignarci e senza occupare ogni piazza in favore del popolo palestinese, mi sono immaginato una storia.

I nostri migliori e più accaniti difensori della proprietà privata, delle basi su cui si fonda il capitalismo di impoverimento e morte, si ergono, un giorno si e l’altro pure, a difesa del diritto di Israele ad avere una nazione, una sua terra, tranquillità e pace, anche se la terra in cui si sono insediati era vissuta da un altro popolo, i campi coltivati da altre genti, il mare solcato da altre navi, il pesce ed il pane mangiato da quelle creature, come i bambini, che non hanno “passaporti” validi, ma solo diritti intoccabili.

Ecco mi sono immaginato una delle nostre “borghesi” case, dove la nostra famiglia è cresciuta, i nostri figli ne hanno vissuto l’aria, il cibo, le voci, la tavola, i sorrisi e le grida, le rabbie e gli abbracci.

Un bel giorno, se bello un tal giorno si può chiamare, un’altra famiglia, diversa dalla nostra, entra in casa, si impossessa, con la forza, del 90% delle sue stanze, relega i proprietari nel bagnetto piccolo, gli toglie la luce, gli chiude l’acqua, il cibo viene distribuito con il contagocce, solo per impedirgli di morire.

Da quel bagnetto, oltre quella porta, quel muro, la vita di chi ha sottratto ogni bene ed ogni futuro scorre tranquilla, nella prosperità. La cucina, prima angolo di riunione e di discussione tra di noi, ora appartiene a chi ci impedisce anche solo di uscire, se non con un permesso particolare, uno di quelli che ci “autorizza” a pulirla, senza più viverla.

Chiediamo, per anni, a gran voce, di poter tornare nelle nostre stanze, anche dividendole, anche accettando il furto, ma almeno per una sola parte della nostra abitazione, rinunciando a quei diritti che sono la nostra storia, che fanno parte della nostra vita…ci rispondono che ne parleremo, che è nostro dovere, in primis, dare a loro la libertà di vivere tranquilli, senza le nostre oppressive richieste, e mentre lo fanno invitano un’altra famiglia, che occupa ancora altre nostre stanze.

Ci arrabbiamo, ma i nostri figli lo fanno molto di più…loro hanno tutta una vita davanti  e viverla chiusi in un bagnetto non farebbe piacere a nessuno, neanche a quei “soloni”, seduti sulle poltrone e pagati da quelli che ci hanno occupato la casa, che mutano il furto in un diritto.

Il bagnetto diventa il nostro fortino, anche se non ha via d’uscita, ma si tramuta nel simbolo della nostra resistenza e della nostra dignità.

Da quel “buco” lanciamo le mattonelle, divelte dalle pareti, contro chi vuole annientarci, cancellarci, ridurci a suppellettili, come se non fossimo una famiglia, come se non avessimo anche noi dei bisogni, delle malattie da curare, dei sogni da cullare, delle semplici passeggiate da fare tra le nostre mura, i nostri pavimenti, le nostre stanze, la nostra vita passata.

Ma chi ha occupato la nostra casa e la nostra storia ha libero accesso ai supermercati dell’infamia e dell’inganno, delle armi e della morte…le nostre mattonelle sono le ali della libertà che ci hanno tolto…la bomba che ci sopprime è la vergogna di un mondo che ci sta facendo massacrare senza muovere un dito.

 
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Il sugo della diversità

Post n°804 pubblicato il 11 Ottobre 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Il maccherone è il nostro unico cibo, da condire esclusivamente con il pomodoro. Rifiutiamoci di assaggiare, per il semplice piacere, altre pietanze, altre misture di condimenti, questo potrebbe “confondere” le nostre idee...dobbiamo mangiare solo per sopravvivere !

La provocazione della Chiesa pastafariana italiana va in scena in provincia di Salerno, “accompagnando” la performance dell’avv. Amato, presidente dell’associazione “giuristi per la vita”, fermo e convinto sostenitore dell’omofobia e di un amore schiavo di ricette preconfezionate da chi ritiene di detenerne l’unica ed incontrovertibile “ragione”…come se i sentimenti potessero averne una.

Beveranda scialatiella piccante, Frescova di Salerno,  ci spiega, nel video, “ l’illuminazione” ricevuta dallo spaghetto volante e la necessità, per tutti noi, di adottare una vita unica ed univoca, senza alcun “piacere”, nessuna diversità, nessuna commistione di elementi diversi.

Certo la Chiesa pastafariana si ferma alla “nutrizione” …del corpo o dell’anima, sarebbe nostro dovere/impegno capirlo, mentre l’avvocato, ed il suo fido compare Mario Adinolfi, giornalista, puntano il dito, e tutto il loro impegno, contro ogni sperimentazione, così chiamano l’educazione sessuale introdotta dall’ Organizzazione mondiale della Sanità, da applicare anche, ma non solo, nelle scuole italiane.

Il superamento dei tabù indotti e prodotti da una paranoica osservazione di “dettati” ben lontani da quella religione e da quelle leggi a cui fanno riferimento, troppo spesso a sproposito,  ha prodotto, e produce tuttora, un rifiuto maniacale del vero significato dell’amore, delle mille e variegate “ricette” di cui si nutre e grazie alle quali vive.

Soffocare i sentimenti con i legacci di regole imposte è lo steccato dentro il quale si dibatte chi non riesce a liberarsi dei propri impedimenti, dei propri limiti, chiuso tra gli argini d quella povertà di pensiero  radice del peggio della nostra società.

Corre in aiuto, anche dei nostri due compari, lo spaghetto volante della Chiesa pastafariana, che nel suo ragionante fluttuare lancia il suo finale e reale messaggio:  “Avete capito male…non esiste nessuna “teoria del maccherone”….ci sono teorie da maccheroni !...non esistono felicità riservate ad alcuni e precluse agli altri”…

L’amore possiede infinite ricette e non ha né limiti né confini. Chi discrimina rifiuta la libertà degli altri ! Ramen !!!!

https://www.youtube.com/watch?v=9K54ZBePKMg


 
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Sprofondo Marino

Post n°803 pubblicato il 09 Ottobre 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

C’è chi con gli scontrini fa carriera e chi, invece, con gli stessi perde il posto.

Una specie di “gratta e vinci”…e più spendi più guadagni, come dimostrano le spese sostenute dal premier per caso, sig. Renzi, quando era presidente della provincia di Firenze, ammontanti a 20 milioni di euro, per “rappresentanze” varie (http://ilportaborse.com/fatture-spese-esposto-matteo-renzi/ ), altro che i miseri 2mila dello stolto Marino.

Renzi, difatti, non solo è stato prosciolto, ed il giudice che l’ha assolto promosso, ma è anche diventato premier, a Marino, invece, è toccata la gogna pubblica, i telegiornali, all’unisono, pronti a sottolinearne ogni “cattiva uscita”, ogni parola sbagliata, ogni mossa ed ogni non mossa, ogni vacanza o ogni permanenza.

Messo sotto la lente d’ingrandimento di un paese che ha fatto finta di non vedere, per decenni, la distruzione della terra Campana, di cui Napolitano sapeva, ma taceva…e per questo “promosso” a Presidente della repubblica; i vari scandali che hanno attraversato l’Italia ed arricchito partiti e politici, distrutto territori ed ambiente, avvelenato acque ed ucciso persone, con le conseguenti nomine “di merito”; i furti delle centinaia, o forse migliaia, di consiglieri comunali e regionali…che financo le mutande facevano pagare a noi, ora il “mostro” Marino sembra divenuto lo scandalo per eccellenza per un popolo che ha disimparato a pensare e offende, da solo, la propria intelligenza.

Chi racconta che i mali di Roma potessero essere risolti in due anni sa di raccontare una balla galattica; a Napoli, dopo quasi 5 anni di De Magistris, nulla è stato risolto, ma almeno il sindaco napoletano ha sempre rifiutato ogni accordo con quella parte della politica campana responsabile di quello sfascio che tuttora grava sull’intera città.

Marino, invece, pur di rimanere attaccato alla sua poltrona, ha tentato ogni strada, ogni accordo, anche con il peggio del suo partito, con quei renziani, a cominciare da quello Stefano Esposito, protagonista e sostenitore degli attacchi più beceri e reazionari al movimento No Tav, sostenitore di un’ opera inutile e, molto probabilmente, canale di intermediazione, ancora una volta, tra politica e mafia (da leggere l’articolo, del settembre 2015, del Fatto Quotidiano : http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09/25/tav-aderenze-politiche-di-imprenditore-coinvolto-in-processo-per-mafia-per-lui-interventi-del-senatore-esposito/2067985/ ), ed il primo ad averlo abbandonato.

Due piedi in troppe scarpe, non certo un modo per poter cambiare quel “sistema” che ormai mangia il paese in ogni angolo ed il modo migliore per essere fatto fuori…senza lasciar alcun rimpianto né alcun ricordo.

 
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Il peso dei numeri “ultimi”

Post n°802 pubblicato il 08 Ottobre 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Ci sono numeri che non fanno statistica, non sembrano aver voce e non hanno la “grancassa” dei media, né le facce dei primi ministri che ne sottolineano le percentuali, l’incidenza sul Pil e fregnacce varie.

Sono numeri che parlano di lacrime e di vite spezzate, di sacrifici e di sfruttamento, di quella disattenzione, che fa rima con indifferenza, che avvolge nel silenzio una strage sintomo del degrado morale del nostro paese e prova delle colpe di una classe dirigente spietata ed indegna, omicida nel dna e nel suo non porsi, non interessarsi, non far nulla.

L’Inail parla di 752 morti sul lavoro, da Gennaio ad Agosto 2015, in aumento, per la prima volta, dal 2006, in un anno nel quale la disoccupazione, soprattutto nelle aziende edili che contano un numero elevato di infortuni e disgrazie, ha raggiunto punte da record. Al dato mancano i lavoratori in nero, quelli con le partite iva individuali, i carabinieri, i poliziotti, i Vigili del Fuoco, i pensionati in agricoltura che non vengono “monitorati” dall’Istituto e non “considerati” dallo Stato, quello con la “s” minuscola.

L’osservatorio indipendente di Bologna ( http://cadutisullavoro.blogspot.it/ ), nato il primo Gennaio 2008 in memoria del rogo e dei morti della Thyssen Krupp, stima in 1100 le vittime di un lavoro senza più regole né diritti, aggiungendovi anche chi andava o tornava dal proprio posto di lavoro, una media di circa 4 morti al giorno !

Ma nell’orgia di ottimismo e di riprese vaneggiate, nel baccanale degli insulti che accompagna lo stupro della Costituzione, dei deliri incostituzionali e dell’ attacco ai diritti fondamentali non può, e non deve, esserci spazio per quella realtà che accusa, per quel peso che dà voce alla verità e schiaccia anime e responsabilità della classe politica italiana, dell’ attuale governo, del signor Renzi e dei suoi ministri.

 
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Mi fa male l’ipocrisia

Post n°801 pubblicato il 07 Ottobre 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Non sono capace di capirla, né sono capace di accettarla.

Non ce la faccio a sentire sentenze e parole da chi ha commesso errori, come tutti quanti noi, ma si mette sul podio a condannare gli altri, a dare lezioni di vita e civiltà, di senso e di dignità.

Viviamo in un mondo di ipocriti, di gente falsa, che nega a se stessa, la realtà del suo essere, che vive esclusivamente per il proprio tornaconto, ma è sempre pronta a criticare chi fa in identica maniera, ergendosi a moralista dell’ ultima ora, dimenticando il recente passato e tutte le cose fatte e dette.

E’ nella cancellazione del passato, di quanto accaduto, che si muovono e vivono gli ipocriti. Quello che ha mosso ogni loro interesse diretto ora non esiste più, fa parte di una memoria da cancellare, altrimenti ci farebbe solo male ricordarla, e dai loro errori, che gli hanno permesso di fare quello che gli pare, gli altri, non certo loro, debbono imparare, non ripercorrendoli, anzi accusandosi di aver uguali sistemi di vita, deprecabili e condannabili.

L’ ipocrita accusa gli altri dei propri errori, non ha il coraggio di farsene carico, sposta l’attenzione su chi percorre i suoi stessi sentieri e ne diviene il primo censore, il primo accusatore.

E’ l’emblema della falsità, della negazione di quelle responsabilità che fanno di un individuo un uomo, si nasconde dietro pretesti per giustificare i suoi atti ingiustificabili, si aggrappa agli affetti, quelli più cari incapaci di ripudiarlo, per ottenere quel consenso forzato che gli permette di continuare a dire, ed a dirsi, bugie, sul proprio conto e sul proprio operato.

E’ un puzzle di mille elementi, nessuno di sua proprietà, tutti rubati agli altri, per comporre quel personaggio utile a tutte le evenienze, ma soprattutto a se stesso, maschera dalle mille maschere, parola senza voce, voce senza parola.

Non ha rimpianti, perché non li conosce, nemmeno sentimenti, ad esso sconosciuti…ha un solo “sole”, quello del suo immediato interesse da ottenere ad ogni costo ed ad ogni prezzo…a scapito degli altri.

Mi fa male l’ipocrisia perché non so combatterla con le sue stesse armi, perché la verità si scontra contro il muro delle bugie, perché chi non ha anima non se ne frega nulla di ciò che provi e di ciò che senti…non se ne frega nulla degli altri.

 
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