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Citazioni nei Blog Amici: 4
 
Creato da: ilpasquino.controinf il 02/01/2012
giornale di controinformazione

Messaggi di Marzo 2016

 

Je ne suis pas

Post n°890 pubblicato il 23 Marzo 2016 da ilpasquino.controinf
Foto di ilpasquino.controinf

Come in Siria ed in Palestina, in Iraq ed Afghanistan, in Francia ed in Spagna, in Inghilterra ed ora in Belgio le bombe degli sciacalli della guerra esplodono la loro rabbia sugli innocenti.

Trasformano la vita in terrore e paura, in odio e rancore, in quel “sistema” che ci vuole in guerra, gli uni contro gli altri, a difesa di tutto il marcio, di tutte le ingiustizie, di tutti i massacri, della devastazione dell’ambiente, della cancellazione dei diritti, della sopraffazione e del furto…di quei “valori”, patrimonio di chi spara ed uccide.

Sulla miseria e sulle crudeltà hanno costruito le loro ricchezze e la loro “invulnerabilità”, a morire siamo noi di ogni colore e di ogni razza, di qualsiasi latitudine, di qualsiasi credo.

Io non sono belga e non sono francese, non sono palestinese e neanche italiano, credo soltanto che la libertà sia poter vivere senza paura, sia poter vedere felice gli altri come me stesso, sia veder correre i bambini siriani per giocare e non per sfuggire alle bombe, sia mangiare i frutti della mia terra senza il terrore del cancro, sia considerare la diversità una ricchezza e l’accoglienza un desiderio, sia eliminare i ghetti, le esclusioni, la povertà, l’emarginazione, sia creare le basi di un mondo più giusto dove le parole “democrazia” e “libertà” abbiano un senso nelle vite di ognuno di noi quotidianamente, e non siano proclamate a casaccio da chi le offende solo per giustificare altre guerre, altre morti, altro dolore, altri soprusi.

Restare umani, caro Vittorio, è l’unica nostra speranza, affermarlo sempre, davanti ad ogni orrore, quell’ orrore di cui ci vorrebbero schiavi, quell’ orrore che usano per mandare i “martiri” a farsi esplodere, i piloti a seminare morte sugli indifesi.

Je ne suis pas, parce que je suis.

 
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La svolta di Renzi: rubare si può, scioperare no

Post n°889 pubblicato il 20 Marzo 2016 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Tuona contro lo sciopero del 18 Marzo, non indetto da Cgil, Cisl e Uil (quelle sigle, per intenderci, che hanno i loro dirigenti pagati fior di quattrini) che, a suo dire, avrebbe leso i diritti dei cittadini, ed auspica un rinnovato accordo, sempre con i tre appena citati, per evitare che i lavoratori si organizzino da soli per difendere i loro diritti.

Eppure i quotidiani avevano parlato di un mezzo flop, di disagi ridotti quasi al lumicino, di adesione bassissima…strano che un premier, non eletto da nessuno, da Bruxelles se ne preoccupi.

https://www.youtube.com/watch?v=62g83lCGcek 

Forse non per caso il giorno successivo alla manifestazione, durante un picchetto fuori la Carrefour di Santa Palomba (Roma), venivano fermati e portati in commissariato il responsabile romano del SICOBAS Guglielmo Musso ed un gruppo di lavoratori licenziati senza alcun apparente motivo…un po’ come accadeva al tempo dei fascisti, circa settant’anni fa, quando il duce parlava ed i servi in divisa eseguivano.

Nessuna parola invece sulla condanna, per frode fiscale, di quel Verdini che appoggia il suo governo, uguale silenzio sul rinvio a giudizio dell’ intero CDA di Banca Etruria, padre Boschi compreso, quella Banca, per dirla tutta, che aveva usufruito, mentre regalava soldi a destra ed a manca, soprattutto ai dirigenti, sempre padre Boschi compreso, del decreto del governo che “regalava” le perdite ai cittadini truffati…ed i soldi a chi aveva rubato.

Nemmeno un fiato neanche sullo scandalo Ferrovie del Sud Est, ennesimo scandalo italiano, dove si contano 132 milioni di euro spesi per le sole consulenze e un buco di 311 milioni di euro. Inutile dire che il padrone delle Ferrovie è il Ministero.

In poche parole il signor Renzi, quello che grazie all’appoggio del signor Napolitano si è impossessato di un parlamento incostituzionale, dall’alto della sua carica rubata manda i suoi strali contro chi cerca, nei limiti previsti dalla Costituzione ancora in vigore, di difendere i suoi diritti di lavoratore e di cittadino, e tace su chi ruba, su chi, pochi giorni prima che il governo emettesse il decreto “salva banche”, guarda caso, giocava con i soldi dei cittadini rimpinguando i propri portafogli, su chi vota con la maggioranza di governo senza avere neanche il diritto di sedere in quell’aula.

Ora la svolta delinea meglio il suo percorso, un percorso di aggressione ai diritti inviolabili dei cittadini e di sostegno, politico ed istituzionale, alle lobby ed ai ladri che hanno impoverito questo paese…di cui fa piena parte l’attacco al referendum sulle trivellazioni, un referendum che pone il problema di uno sviluppo energetico finalmente alternativo, lontano dagli interessi dei soliti ed indirizzato allo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili e naturali.

https://www.youtube.com/watch?v=7qBIO5vvli0

 
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Pubblica distruzione

Post n°888 pubblicato il 19 Marzo 2016 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

E’ surreale, eppure tutti i responsabili dello sfascio della pubblica amministrazione si presentano alle prossime elezioni amministrative tronfi dei loro insuccessi, appoggiati da quella parte di popolazione che ne ha “garantito”  e sottoscritto il fallimento e pronti ad affondare ancora di più quello che ancora sopravvive ai loro furti ed alla loro corruzione.

L’indagine europea, sull’efficienza delle pubbliche amministrazioni del continente, ci pone al 17esimo posto, dietro di noi solo paesi come la Grecia (massacrata dall’Unione Europea e dal suo premier Tsipras), Bulgaria e Turchia.

Il Sud fa la parte della palla di piombo per l’intero paese. La Campania, retta dal PD bassoliniano e dalla destra di Caldoro, figura all’ ultimo posto, ma non va meglio per tutte le altre regioni meridionali, tutte in calo, tutte con l’indice meno, tutte tra le ultime. Non ridono neanche le regioni del Nord, anche loro in “territorio” negativo, a cominciare dalla Liguria, passando per la Lombardia e per finire all’ Umbria.

Gli indici, sui quali è stilata la classifica, si basano sulla qualità dei servizi pubblici, l’imparzialità con la quale vengono assegnati e la corruzione…tutti fiori all’occhiello di un paese che vive sulla corruzione, sul nepotismo e sul clientelismo, su apparati burocratici pieni zeppi di raccomandati nullafacenti, artisti del cartellino e della frode, spesso, se non sempre, ignoranti e supponenti, capaci di fare la voce grossa solo con il cittadino comune, sempre pronti a trovare qualsiasi escamotage per risolvere ogni problema al potente di turno.

Cosa abbia fatto il nostro ministro Madia durante questo suo mandato, come responsabile della pubblica amministrazione, è un interrogativo che sembra non avere alcuna risposta, se non nei risultati catastrofici appena elencati.

Un paese retto, da sempre, dai partiti che ora si sfidano alle prossime elezioni amministrative, quelli delle gazebarie e delle primarie, corrotte già alla fonte, e che da sempre ripresentano gli stessi programmi del “basta al degrado”, “più sicurezza”, “più servizi per i cittadini”, “meno burocrazia”, per poi riproporre, con gli stessi elementi ben piantati negli uffici istituzionali, vecchie “prostitute” della corruzione e della collusione, gli stessi metodi e gli stessi percorsi di chi li ha preceduti.

Stesse facce sui palchi degli oratori di turno, stesse facce nei parterre dei papponi presenti alle varie kermesse pre-elettorali, luoghi dove già si chiudono gli accordi per i prossimi furti sulle nostre spalle.

Un’indegna commedia pagata da noi che dura da decenni e di cui tutti noi conosciamo il finale.

 
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Il tumore che alcuni scambiano per dignità

Post n°887 pubblicato il 18 Marzo 2016 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Siamo nel 2016, i casi di aziende che hanno devastato il territorio, uccidendo intere comunità, sono noti a chi ancora conserva memoria e coscienza.

Salerno, quartiere Fratte, le Fonderie Pisano sono lì dal 1961, forniscono i “chiusini”, cioè i coperchi degli acquedotti, delle fogne, delle linee elettriche e telefoniche, ed occupano, a regime, circa 150 operai.

Nel 2007 il tribunale di Salerno ritiene le fonderie responsabili di danno ambientale ed inquinamento, anche a seguito degli studi effettuati dal prof. Benedetto De Vivo. Il sindaco della città, in quegli anni, è l’attuale governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca; le denunce della Procura risalgono al 2003 ma le fonderie continuano ad inquinare, sino a che l’Arpac, nel 2016, ne chiede la sospensione delle attività, raccolta, ad inizio marzo del 2016, dalla Regione Campania, che ne elenca le criticità: mancata applicazione delle misure atte a diminuire le emissioni diffuse nocive per la popolazione residente nei pressi della fabbrica; scarsa manutenzione dei sistemi di trattamento delle emissioni; scarsa conoscenza delle modalità di deposito temporaneo e di pre-gestione dei rifiuti prodotti; mancata adozione rispetto a superamenti di portata e di valore di emissione emersi dagli autocontrolli effettuati; mancato monitoraggio del rumore e di altri parametri aggiunta all’assenza di procedura di verifica dell’integrità di tutte le vasche a tenuta presenti nello stabilimento; assenza di autorizzazione per lo scarico di acque reflue industriali nel fiume Irno; superamento del livello di inquinamento del rame per lo scarico di acque reflue in corpo idrico superficiale; mancato rispetto dei requisiti tecnici di alcuni camini; mancato adeguamento dei punti di campionamento; piattaforma di lavoro non idonea per dimensioni; smaltimento illecito di alcune tipologie di rifiuti; emissioni polverose che danneggiano l’ambiente circostante.

Un quadro devastante che conferma le preoccupazioni della Procura e gli studi del prof. De Vivo…ma in Italia, terra di miracoli e miracolati, tutto può accadere…e pochi giorni dopo il decreto di sospensione ecco arrivare quello di riapertura delle Fonderie !

Tutto risolto, tutto in ordine, come direbbe anche il nostro amato premier Renzi ! Le controdeduzioni dell’azienda bastano ed avanzano, per le nostre Istituzioni, a dare il via libera alla ripartenza delle attività…che i camini fumino ed inquinino !

I cittadini dell’area si ribellano e costituiscono un presidio fuori la fabbrica per protestare contro questa affrettata, ed alquanto inspiegabile, decisione…anche se uno più uno fa sempre due…e siccome quando De Luca era sindaco andava tutto bene….immaginate ora che è governatore come va !

Ma quel presidio da fastidio a chi in quell’azienda lavora e se ne frega dei danni che può causare l’inquinamento a se stesso, ai propri figli ed agli abitanti del luogo. C’è gente, in questo paese, a cui è stato “insegnato” che la dignità è il lavoro, a qualsiasi condizione ed a qualsiasi prezzo, anche della propria ed altrui vita…tra questi ci sono i “rivoluzionari” della Fiom di Landini che escono dalla fabbrica che uccide e rompono tutto, aggrediscono i cittadini che protestano, i giornalisti di Fanpage che sono lì per intervistarli, picchiano ed insultano, in nome di quella dignità di cui sono schiavi.

Il giorno successivo arrivano le scuse, lette dal rappresentante della Fiom, ed uno striscione, esposto dai cittadini che vivono nei pressi della fabbrica che uccide: “NO alla guerra tra poveri”.

Ci sono poveri che vivono la loro condizione con la dignità del rispetto dei propri ed altrui diritti, altri che la dignità l’hanno venduta per un pezzo di pane e che con i “poveri” e la “dignità” non hanno più nulla a che fare.

 
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Uno sciopero che non piace ai media italiani

Post n°886 pubblicato il 17 Marzo 2016 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Nel paese del “tutto va bene”, dei dati sciorinati, ad immagine e somiglianza del premier Renzi, dall’ Istat e dallo zero virgola, non si può e non si deve neanche far sapere che fra nemmeno 24 ore, il 18 Marzo per la precisione, i sindacati di base, USI-AIT, CUB e SICOBAS hanno indetto uno sciopero generale.

Semplici e voluti accenni soltanto a quelli che dovrebbero essere i “disagi” dei cittadini, per l’interruzione, nelle fasce orarie previste, del trasporto pubblico, totale silenzio sulle motivazioni dell’ indizione della protesta nazionale.

E’ chiaro che temi come quello della minaccia della partecipazione ad una guerra, vietata dalla nostra Costituzione e che il dittatore egiziano Al Sisi, responsabile del massacro di Regeni, ci “sconsiglia” di intraprendere, incapaci, come siamo, di prevenirne gli imprevedibili sviluppi;  dei diritti sociali cancellati, a cominciare da quello della salute negata, morta in ospedali della frontiera del Sud senza tavole operatorie in grado di affrontare tutte le emergenze, nelle attese indecenti per un esame salvavita, nelle barelle fatiscenti che riempiono le corsie di nosocomi continuamente in emergenza; dell’accordo vergogna sulla rappresentanza, firmato dai sindacati confederali e dall’ USB e dall’ Orsa, che di fatto toglie a chi lavora il diritto sacrosanto di scegliersi chi lo rappresenta, riducendo il ruolo sindacale a quello di cagnolino scodinzolante, già ben interpretato da Cgil, Cisl e Uil, i cui dirigenti fanno man bassa di stipendi degni di un presidente degli USA, risultano “scomodi” a chi, sull’ottimismo delle slide e dei cinguettii, costruisce il nulla del suo operato.

Meglio “distrarre” il pubblico pagante, tartassato senza paragoni al mondo, sulle ridicole diatribe dei vari contendenti alle poltrone di sindaco, sulle accuse risibili, poi sistematicamente cancellate da poltrone, favori, appalti e corruttele varie.

Ma tra poche ore, in varie città italiane, ci saranno persone che sfileranno per affermare che il diritto a decidere del proprio futuro deve rimanere, esclusivamente, nelle mani delle persone, di chi lavora, degli ammalati, dei popoli, un diritto che va conquistato lottando ogni giorno sul posto di lavoro, a casa, nelle vie, a scuola, negli ospedali, nelle aziende pubbliche e private.

Giorgio Cremaschi, coordinatore del Forum Diritti Lavoro, scrive il suo messaggio di appoggio alla manifestazione, un appuntamento ancora più importante ora che le tre sigle sindacali confederali scoprono il loro vero “senso pratico”: una pastrocchia di interessi privati e di bottega misto a privilegi e stipendi da capogiro.

Ora, più che mai, c’è la necessità che dal basso, partendo dai sindacati di base e dalla società civile, ci si unisca per combattere la disgregazione dei diritti e dei valori. L’appuntamento di domani, 18 Marzo, è un passo importante proprio in tal senso. A Napoli, a Milano, a Firenze, a Parma, a Modena, a Trieste, a Pordenone ed a Senigallia partiranno, tra le 9.00 e le 10.00, i vari cortei…partecipare è l’unico modo per esserci.

 
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