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Del grattare le travi e radicalizzarsi sul web

Post n°419 pubblicato il 27 Ottobre 2017 da fedechiara
 

Michel de Montaigne, se fosse vissuto al tempo di internet, non avrebbe di certo inciso le travi del suo studio nella famosa torre con le frasi memorabili di Seneca e degli altri suoi amatissimi filosofi che gli riempivano i giorni e le notti. Un gran lavoro anche per il suo segretario/maggiordomo che doveva grattare via dalla trave le frasi ormai obsolete per consentire al suo signore di inciderne altre che occupavano il presente della sua mente vulcanica.
La Rete si sarebbe incaricata per lui di dare risalto ai suoi rovelli e alle sue impellenze filosofiche e sul suo profilo si sarebbero accumulati i ‘mi piace’ e i commenti entusiasti dei suoi followers – e non sarebbero mancati i suoi in risposta, che stigmatizzavano le troppe cose negative di quell’immaginario presente delle nuove macchine virtuali e degli orizzonti inquietanti che aprono (o chiudono?) all’interno degli smartphone di ognuno – i cui sguardi e pensieri non sono più sul vasto mondo dei paesaggi e delle persone vive che incontrano, bensì nel chiuso del tamagochi loro personale che alimentiamo di un tutto/niente che ci incanta e inebetisce.
E poiché Michel de Montaigne é vissuto al tempo delle atroci guerre di religione forse avrebbe dovuto prestare massima attenzione a quel che andava scrivendo su internet al riguardo per non incorrere nelle ire di qualche opposto di fede fanatico che lo avrebbe atteso alla svolta di un angolo di piazza o vicolo di Bordeaux e passato a fil di spada o pugnale. Perché ci si ‘radicalizza sul web’, come ben sappiamo, e forse i calvinisti e gli ugonotti e, di contro, i cattolici ligi alla dottrina papale non erano da meno in quanto a tesi estreme e militanze e desiderio di immolarsi al grido di ‘Dio lo vuole’.
E anche noi abbiamo le nostre guerre di religione di indipendentismi e sovranismi di ritorno ed elezioni e referendum che si tengono ma non vengono tenuti in nessun conto o sono snobbati o denegati e chissà cosa succederà in Catalogna, – se nascerà un terrorismo anti Madrid simile a quello dell’I.r.a. a Dublino o se il pugno di ferro di Rajoy, novello Franco, costringerà gli indipendentisti al silenzio e a una lunga lotta di stampo gandiano che varcherà la metà del presente secolo e sarà superata e detta inutile da eventi imprevedibili per le nostre menti asfitticamente legate alla breve corsa dei giorni e dei mesi del presente che viviamo.
E Michel de Montaigne da buon filosofo scriveva al proposito: ‘…il nostro modo consueto è di andare appresso alle inclinazioni del nostro desiderio, a sinistra e a destra, in alto e in basso, secondo che il vento delle occasioni ci trascina. Noi pensiamo a ciò che vogliamo solo nell’istante in cui lo vogliamo e cambiamo come quell’animale che prende il colore del luogo in cui lo si mette. Ciò che ci siamo or ora proposti noi lo cambiamo ben presto e ben presto torniamo sui nostri passi; non è che ondeggiamento e incostanza.’
Da incidere sulle travi del nostro studio perché, se la affidate al vento dell’oblio virtuale di internet, sarà presto sommersa dai ‘mi piace’ dei troppi vanesi che, il giorno dopo, daranno il loro ‘mi piace’ a un tale che si mostra, invece, roccioso nelle sue opinioni di ‘radicalizzato’ di qualche causa e siamo punto e a capo.
Non se ne va fuori. Un sentito ‘Viva!’ ai vecchi filosofi e pollice verso al presente virtuale delle mille opinioni contrapposte e dei ‘mi piace’ che ci raccontano il disordine cronico e l’incomprensibile del caos nostro quotidiano.

Michel Eyquem de Montaigne (Bordeaux, 28 febbraio 1533 – Saint-Michel-de-Montaigne, 13 settembre 1592) è stato un filosofo, scrittore e politico francese noto anche come aforista.
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