Creato da fedechiara il 14/11/2014
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Messaggi di Giugno 2020

Le guerre di Piero e il senno di poi

Post n°1282 pubblicato il 30 Giugno 2020 da fedechiara
 

 

E sarà pure una 'supposta' storica quella di sceverare sugli avvenimenti che hanno fatto la Storia e hanno provocato catastrofi immani, - come le pistolettate dell'idiota Gavrilo che hanno ucciso Ferdinando e Sofia a Sarajevo - ma non pare peregrino il parallelo che ci sovviene con la farfalla di Hong Kong: il cui battito dell'ala è misteriosamente concatenato con lo scatenarsi di un tifone sul golfo del Messico di lì a poco.

E belle e utili sono le rievocazioni storiche e i dibattiti che ci propone radiotre sul tema della Prima Guerra mondiale, dove esimi storici e cattedratici si spingono a dire che, si, gli Stati Uniti d'Europa erano contenuti, - in nuce e 'mutatis mutandi' - nell'impero austroungarico e che i vaneggiamenti 'rivoluzionari' dei nazionalisti di ogni risma e popolo e nazione sono il manifestarsi folle e demente di quel maledetto caos che sempre insidia le evoluzioni pacifiche e ordinate dell'umanità lanciata verso 'le magnifiche sorti e progressive'. 
E che lo scoppio della prima guerra mondiale - dopo un periodo di pace così lungo da dover riandare all'impero romano per trovarne uno uguale - fece esplodere la follia ideologica e il vario delirio di artisti e poeti e intellettuali 'interventisti' malati di nichilismo e sogni de 'la sola igiene del mondo' che solo i milioni di morti sui fronti e nelle trincee e sotto i bombardamenti valsero a sedare e guarire.

E, si, è vero che le democrazie moderne si sostanziano di quei rivolgimenti drammaticissimi e le moderne repubbliche nascono dalla de-funzione delle monarchie sui campi di battaglia e per le rivoluzioni sociali che ne seguirono, ma ancora non ci capacitiamo di come quell'onda di tsunami di follia collettiva di regnanti ed eserciti e popoli tutti abbia potuto generare non una, bensì due guerre mondiali, una di seguito all'altra, e lo scoppio della bomba atomica a suggello dell'Impero della Morte che ha segnato il Novecento.

Colla viva speranza che i Corsi e Ricorsi storici abbiano fatto il loro tempo e la Pace non abbia più bisogno di un lavacro di sangue uguale per mantenersi e durare. Amen e così sia.

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L'oscurità del futuro e la Storia

Post n°1281 pubblicato il 28 Giugno 2020 da fedechiara
 


28 giugno 2019 · L'oscurità del futuro e la Storia

Il 'museo del 900' di Mestre è costruzione magnifica a vedersi, degna di una metropoli da un milione di abitanti ( studio Sauerbruch Hutton – Berlino) e segnale che una città può riqualificarsi negli anni e cambiare radicalmente volto, - perfino nelle periferie industriali dei decenni folli che abbiamo vissuto e, sotto i nostri occhi allibiti di bambini, cresceva (e avrebbe inquinato spaventosamente l'intera laguna in un breve volgere di anni) l'orrore urbano e industriale di Portomarghera.

E passi per tutta quella oscurità che ti avvolge all'ingresso dei due piani dell'esposizione – giustificata dalla scelta espositiva di ricorrere agli audiovisivi e alle varie diavolerie digitali interattive; l'oscurità non è un male se ti puoi vedere dentro – dentro gli anni della nostra Storia, intendo, e rivedi i fermo-immagine degli interni/esterni della civiltà contadina che ci siamo lasciati alle spalle, forse un filo troppo didattici/scolastici per chi ha memoria del bel film 'Novecento' di Bertolucci.
Ma bisogna dire che ce l'hanno messa tutta, i curatori, per offrirci un buon prodotto di rivisitazione della Storia, a partire dal 'come eravamo' delle prime immagini all'ingresso, a grandezza d'uomo, che confrontano le fotografie degli uomini e delle donne degli anni Trenta e dei Cinquanta e i presenti e vivi – noi visitatori, mutati di quel mo' nel vestire, acconciare i capelli, invecchiare, spendere e abitare.

Ed entrano in scena i 'migranti', sempre loro, e i curatori buonisti ci vanno a nozze nel predisporre gli audiovisivi giusti dei nostri migranti veneti che partivano per il Brasile a mucchi, perché il Polesine era un brodo di coltura di miseria e malaria e le montagne venete un ricettacolo di pellagre e incurabili solitudini che sfociavano nella demenza – ho ancora negli occhi una bella mostra di qualche anno fa allestita al proposito nell'ex manicomio di san Servolo, che ospitò una mia ava.

Ma salta agli occhi, date le violente polemiche dell'oggi sulle modalità intollerabili delle presenti migrazioni (che si sostanziano di barconi e gommoni fatiscenti dei naufragi organizzati dai criminali 'scafisti' e le lotterie del mare e le o.n.g. taxi del mare che si prestano al trasporto dei clandestini che hanno comprato il gaglioffo biglietto vincente sotto le mentite spoglie del 'salvataggio in mare'), salta agli occhi, dicevo, il racconto che si fa di come partivano quei nostri avi migranti dal Polesine e dai monti – e si mostra la foto di un biglietto prepagato dal proprietario di una grande 'fazenda' e, di seguito, quei migranti ivi alloggiati decorosamente e messi immediatamente al lavoro: a seminare e raccogliere e stivare. 
Malissimo pagati, naturalmente, ma vivi e sani e figlianti la seconda generazione delle future metropoli e del lavoro diverso da quello dei padri/madri e ascensione sicura nella scala sociale dei futuri imprenditori e politici e avvocati e giudici del Brasile.
Per dire che i nostri avi emigravano in sicurezza (certo, non una crociera) su navi e piroscafi e 'su chiamata' degli imprenditori dei paesi ospitanti che necessitavano di manodopera a bassissimo costo. Un autogol dei curatori?
E ascoltiamo il racconto del ragazzino 'bangla' integrato nel quartiere Piave di Mestre che ci racconta allegramente del suo sentirsi italiano e bengalese insieme, e va a scuola e frequenta gli amici della sua comunità, per dire di queste nuove identità cittadine che riempiono gli autobus del trasporto urbano e che fatichiamo a digerire e dire 'belle' e tutte positive. 
E, forse, la scelta di dare parola a un membro giovane della comunità 'bangla' – la più apparentemente integrata, insieme ai cinesi - è funzionale all'agiografia che hanno in testa i curatori : di una società capace di metabolizzare agilmente il diverso e la diversità, ma l'impressione è che noi si viva una 'convivenza armata', invece; e l'eco delle stragi del Bataclan e della promenade des Anglais e dei mercatini di Natale a Berlino e altrove degli anni di piombo 2015/16 ci risuona sorda nelle orecchie della memoria a dirci che, davvero, non è tutto oro quel si vuole che luccichi in questa volonterosa esposizione del secolo in questione e il seguente.

Ma l'intenzione è buona, ne conveniamo, e il futuro è dietro l'angolo, oscuro e con sprazzi di luce, come le stanze della presente esposizione.

 

L'immagine può contenere: cielo, nuvola e spazio all'aperto

 
 
 

Garbage city e dintorni

Post n°1280 pubblicato il 24 Giugno 2020 da fedechiara
 

'Adoriamo il Caos perché amiamo produrre l'ordine.', scriveva Enscher, ma si dà il caso che il Grande Vecchio delle origini da cui tutto è scaturito la faccia da padrone, di questi tempi, e ben poche speranze ci mostra di potere essere addomesticato e irregimentato. 
E, per una Grecia che -pare, si dice- non si chiamerà più 'Grexit' (orrendo neologismo postmoderno), bensì si sottometterà alle regole europee e pagherà i suoi debiti -sia pure ristrutturati al 2050- la questione 'migranti' non sembra volersi sottomettere all'ordine che auspichiamo e, prima che si affondino i barconi e si faccia argine alla spaventosa ondata migratoria, passerà tutto quest'anno e forse buona parte del prossimo.
E i numeri degli ingressi illegali e degli sbarchi che includono una maggioranza di 'clandestini' o 'migranti economici' è bene si sappia che si alzeranno rispetto alle già altissime cifre odierne – per tema che l'Europa riesca a fermare o a rallentare l'orrendo traffico di carne umana che riempie di soldi i trafficanti, gli scafisti e i signori della guerra libici loro alleati.

Ma esistono delle isole felici dove il Caos si manifesta 'temperato' (come il clima) e, in qualche modo organizzato e imbrigliato e una di queste isole (una somma di isole) è la città in cui vivo – a giudicare dalle informazioni che mi vengono dalla Biennale d'Arte Moderna. 
A Ca' Garzoni, infatti, meraviglioso palazzo di recente restaurato e che ospita un 'evento collaterale' interessantissimo, tra le varie cose caotiche e di sconquasso degli equilibri ecologici del pianeta che vi si illustrano, si mostrano due grandi fotografie di un quartiere del Cairo visto dall'alto - Garbage City, viene detto, la città della spazzatura - e sui tetti dei palazzi è un trionfo di sacchetti di plastica: cumuli, piccole colline di spazzatura da nessuno raccolta e distrutta o trasformata – come, invece, si usa nel nostro Occidente evoluto. E la visione di quell'orrore e caos urbano in cui milioni di persone vivono immerse e vi brulicano come formiche mi ha provocato un sospiro di sollievo perché io vivo, io, invece, in una città che ci ostiniamo, vox populi, a dire 'sporca' e maleodorante, ma, al confronto, è tirata a cera. Il male degli altri è 'mezzo gaudio'?

Tutto ciò considerato, miei cari, eccovi la morale della favola: attrezziamoci a convivere col Caos imperante e speriamo che l'orda migratoria non spenga la 'ripresina' economica sul nascere e che i futuri quartieri periferici delle megalopoli europee non abbiano l'aspetto di 'Garbage City', la magnifica e vitalissima e iper caotica 'Città-spazzatura' egiziana. D'altronde, già 'Blade Runner' il bel film di culto, prediceva e rappresentava città orribili e degradate e oscene a vedersi e vittime del Caos criminale di una umanità incapace di 'magnifiche sorti e progressive'. 
Chi vivrà vedrà e i cocci saranno loro.

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Si accettano scommesse. A novembre.

Post n°1279 pubblicato il 23 Giugno 2020 da fedechiara
 

 

Non ho speciali simpatie per Donald Trump. E' figura antipatica, ne convengo, sbruffone - e non ha 'le fisique di role': quella speciale attribuzione personale di 'aplomb' piacevole a vedersi e udirsi che ha fatto di Obama, - una figura tutto sommato scialba e di poco costrutto presidenziale e molti i demeriti politici -, un personaggio 'da Nobel'.
E tuttavia sono costretto a difenderlo, Donald Trump, perché mai nessun presidente americano prima di lui ha subito un assalto all'arma bianca così 'banzai' da parte delle odiose fazioni (che sprizzano odio ad ogni parola e slogan e sguardo) sedicenti democratiche, che non gli perdonano lo scippo con destrezza fatto alla Clinton – anch'essa figura pessima in politica e responsabile, in qualità di segretario di Stato, di tutti i guasti delle 'democrazie arabe' sostenute e foraggiate dalla C.i.a.

Uno scippo che potrebbe ripetersi a novembre contro lo scialbo Biden, proprio per l'odio manifesto e patologico di quelle vergognose fazioni che hanno brigato nei modi più bassi e scomposti per mettere 'the Donald' sotto impeachment, inventandosi di sanapianta le balle spaziali dei russi responsabili di brogli a suo favore - e oggi la puttanata manifesta di dirlo segreto alleato di Xi Jinping per chissà quali abominevoli mene di qua e di là del Pacifico.

E che non sia azione 'politica' condivisibile quella dei sedicenti democratici, bensì teppismo della più vituperabile specie lo dice il fattaccio di Tusla che alcuni nostri giornali mainstream (Stampa. Repubblica, Corriere e altri) esaltano con titoli tipo: 'il mondo salvato dai ragazzini' – che la dice lunga sulla intollerabilità di fazione giornalistica smaccata che siamo costretti a subire da oltre un lustro ormai: da che il sovranismo e i populismi dilaganti, e Salvini al 30 per cento dei sondaggi, hanno fatto andare il sangue alla testa dei nostri compassati e spudorati giornalisti da un tanto al chilo.

Perché se il gioco vigliacco dei 'ragazzini' che hanno prenotato a migliaia, via social, il palasport di Tusla per giocare un tiro birbone al presidente americano e impedire ai suoi sostenitori il legittimo diritto di esserci e partecipare e sostenerlo, se una tale azione da bulli scolastici e fascistissimi 'centri sociali' l'avessero perpetrata a rovescio i figli dei repubblicani, figuratevi il clamore di stampa e televisioni – come un sol uomo schierate contro Trump-il-mostro.

E sarà vittoria di Pirro, la loro, e tiro mancino che gli si rivolterà contro nelle urne perché l'America profonda che ha votato Trump contro la Clinton negli stati-chiave lo rivoterà con ancora maggiore malanimo contro Biden-il-Nulla-che-cammina, anche e specialmente per la vergognosa campagna denigratoria che hanno voluto insensatamente condurre contro il legittimo presidente degli Stati Uniti d'America.

Novembre è vicina e poiché il 20-20 è anno di disgrazie conclamate beccatevi anche la rielezione di Donald Trump, voi bulli politici sedicenti democratici. 
Si accettano scommesse.

 

 
 
 

To leave left left

Post n°1278 pubblicato il 23 Giugno 2020 da fedechiara
 


23 giugno 2016 ·  To leave, left, left.

L'Irlanda – la sua squadra di calcio – ha votato per il 'leave'. Dell'Italia dagli europei. Nel senso che ci ha mostrato come una squadretta di medio calibro, ma determinata e rocciosa può rifilarti il gol decisivo in finale di partita e mandarti a casa. Vedremo agli ottavi e non fatene una tragedia. C'è di peggio sotto il sole.

Così come non si sarebbe dovuto farne una tragedia della questione 'leave o 'remain' della perfida Albione nell'Unione europea – considerato che già aveva il piede mezzo fuori e mezzo dentro e amplissima autonomia e che a volere questo referendum, che forse lo manderà a casa, è stato lo stesso Cameron con decisione avventata e inopportuna e che 'porta male' al Renzi del 'mi gioco tutto'. Speriamo, esprimiamo voti di 'leave' anche nei suoi confronti.

E che quest'Europa dei nostri troppi scontenti debba 'darsi una regolata' e 'fare il tagliando' è questione aperta, apertissima e non sappiamo se il fatidico 'calcio nel culo' lo prenderà oggi con il 'leave' vincente (speriamo, esprimiamo voti) o se saranno le prossime tornate elettorali a darglielo – magari dopo un altro paio di attentati micidiali delle nostre 'serpi in seno' islamico-terroristiche e l'evidenza che 'non se ne può più' di una mescolanza di popoli e culture conflittuali tra di loro e che ci mostrano in cronaca il futuro gramo del terzo millennio.

Un altro finale, diverso da questo di conflitti e povertà diffusa e nuovi schiavismi e mercanti di morte sui barconi, è possibile, facciamoglielo capire a questi imbelli s-governanti europei dei cento vertici inconcludenti e stupidi. Leave.

L'immagine può contenere: una o più persone, persone che praticano sport e spazio all'aperto

 
 
 
 
 

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