Creato da fedechiara il 14/11/2014
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Messaggi di Novembre 2020

A whiter shade of pale.

Post n°1409 pubblicato il 05 Novembre 2020 da fedechiara
 

Dunque era questo il sesto segreto di Fatima. Biden presidente con tutto il seguito di conflitti che seguiranno in una società multietnica giunta al punto di esplosione.
E il quinto doveva essere quello della cinese che strattonava Bergoglio in piazza san Pietro per dirgli dell'epidemia dei pipistrelli di Wuhan – e sappiamo come è andata a finire e il prezzo che stiamo pagando tuttora.
E se Biden sarà presidente non ci stracceremo le vesti – come non abbiamo fatto per Trump e per la sua impresentabilità manifesta – e tuttavia riflettiamo su questo momento apicale: di una società americana conflittuale da sempre per la sua libera scelta multietnica ma che vede, per la prima volta, la maggioranza bianca demograficamente alla pari o perfino minoritaria, nelle grandi città, con la somma degli altri ceppi etnici i cui voti sono stati determinanti per l'elezione di Biden, l'ombra-di Obama. A whiter shade of pale.
Non consideratela una denigrazione preconcetta, bensì la constatazione della sua evanescenza politica davvero difficile da smentire. Se le precedenti elezioni avevano in primo piano la rivoluzione di un avvocato quasi nero e quella successiva di una donna – e che donna! Una segretario di stato responsabile degli immensi drammi delle 'democrazie arabe' e dintorni – quella di oggi è, invece, il miserabile punto di arrivo di una isteria politica che ha scosso la società americana lungo quattro anni di una presidenza rivoluzionaria. Quattro anni di denigrazione costante da parte dei sedicenti democratici di un presidente mai riconosciuto come tale (il mostro, il mostro!) – e finito nel budello miasmatico di un tentativo di 'impeachment', vergogna politica massima di coloro che lo hanno proposto e vanamente sostenuto.
Una presidenza rivoluzionaria fin dal suo inizio, dicevamo, per il suo aver premiato un fuoriclasse politico inviso allo stesso partito che lo candidava e, a seguire, per la titanica lotta ingaggiata da Trump, post moderno Giove, contro i mostri del caos urbano di una immigrazione fuori controllo e al suo diapason storico – che ha visto migliaia di marciatori latino-americani diretti al confine americano con l'esplicito intento di violarlo manu militari.
E i soldi di Soros, dicevano pochi giornalisti maligni, dietro quella tragedia epocale col fine di far collassare il paese e la sua presidenza.
E che potrà succedere di peggio e di più clamoroso sotto la presidenza leggera ed evanescente di Biden – che dovrà vedersela con gli agguerriti avvocati repubblicani per tutto il mese di Novembre e forse oltre?
Mai porre limiti alla provvidenza, suggerivano gli Antichi.
Nel Bene e nel Male, ben si intende – e davvero fatico a pensare che ancora esista il Bene sulla infelicissima crosta del pianeta Terra.

 
 
 

Nonsolocovid.

Post n°1408 pubblicato il 04 Novembre 2020 da fedechiara
 

Bisogna riconoscere ai due antagonisti d'oltreoceano il merito di averci finalmente distolto dal tristo e ossessivo dibattere che si fa sul covid19/20 e i mille-e-non-più-mille contagi giornalieri e le terapie intensive che si riempiono come uova di serpente e ci trasmettono il veleno dell'infodemia televisiva che ci terrorizza.
Per la verità una parte del merito va anche a quei tali, gli ammazzasette di allah fino a ieri 'in sonno', che hanno scatenato il putiferio di Nizza e di Vienna e ci ricordano che 'Nonsolovirus' potrebbe essere una interessante trasmissione televisiva che ci riempirà piacevolmente le notti e i giorni del prossimo 'lockdown'.
E chi vincerà, mi chiederete, la sfida del secolo tra i tristi protagonisti dello show americano, uno più impresentabile dell'altro? Lo dico? Non lo dico. Perché vi toglierei il sonno e vi cambierei l'umore e, tutto sommato, questa suspense di due o più giorni di attesa dei conteggi contesi al cardiopalma è quel che di meglio ci passa il convento italico del tristo covid+lockdown+distanziamento+imprese al collasso.
E se il Covid farà tanto di ritirarsi in un suo cantuccio evolutivo tra qualche mese e lasciarci in pace ci mostreremo tutti provatissimi per strada, barcollanti e male in arnese e con un sacco di patologie cronicizzate e mal curate dipinte in volto e ci vorrà del bello e del buono prima che si possa rinnovare il maquillage dell'umanità futura – affidiamo la cosa alla Ferragni che ci sa fare, con quegli occhioni televisivi da infarto.

 
 
 

Tutto quello che avreste voluto sapere sul tango e non avete mai osato chiedere

Post n°1407 pubblicato il 04 Novembre 2020 da fedechiara
 

4 novembre 2014 ·
L'impressione, a frequentare certi siti 'dedicati' è che si stra-parli e, sovente, 'non si sa quel che si dice'. Perché è vero che il tango argentino fa molto 'letteratura' e perfino Borges lo cita di striscio, figurarsi! - e qualcuno (come sempre si fa per le cose che hanno successo) ha pensato bene di spolverarlo a velo di psicologia applicata e liturgia para religiosa, ma, a ben vedere e ascoltare 'sono solo canzonette' intorno alle quali viene bene avvinghiarsi (a volte sorreggersi) e ruotare e scalciare con discreta eleganza, quando possibile.
E in certe milonghe l'affanno che mi coglie(va) è quello, autocritico, de: 'Ma ballerò mica anch'io così!?' perché, in verità, si vede(va) 'di tutto e di più', ma niente che potesse commisurarsi con la letteratura alta di cui sopra e forse solo 'un pensiero triste che si balla'. Molto triste.
Ma tant'è: il tango argentino è cosa umana, umanissima ed è soggetta alle regole e ai conflitti che tormentano l'umanità da millenni: come il faticoso 'guadagnare la stazione eretta' degli avi cavernicoli - e mantenerla il più a lungo possibile durante i drammatici tre/quattro minuti dell'avvinghio (i maestri lo chiamano 'postura' o 'restare in asse'). E se già gli osteopati ci dicono che la 'stazione eretta' è un azzardo evolutivo, figurarsi il tango e le acrobazie di certuni da bungee jumping con caduta di mille metri all'ingiù perché 'la vita è adesso' e senza adrenalina 'non è vivere'.
E c'è chi ne fa una questione religiosa di 'sette' (non nel senso del numero) mistico-sufi, da cui le frequenti domande tra ballerini: 'Tu balli 'salon' o ' milonguero'?' 'No, no. Io ballo 'nuevo'. Che nel settore delle minerali si traduce con: 'Liscia, gassata o ferrarelle?' con l'inevitabile 'plin-plin'.
Però, dicono, aiuta a combattere il parkinson e l'alzeheimer e forse qualche altra mezza dozzina di patologie correlate, perciò: 'Ballate, ballate, ballate.' e riempite le milonghe. I maestri saranno felici e io pure. E considerate che, se un famoso attore passa tranquillamente dal ruolo di panificatore di mulini felici e galline fedeli a quello di incantevole seduttore e ballerino mirabile, sicuramente qualcuno tra voi, tangheri nuovi e novissimi, 'ce la può fare', non foss'altro che per la 'legge dei grandi numeri', - e molti nuovi maestri cresceranno e garantiranno la 'moltiplicazione della specie' e i 'cento fiori' delle cento scuole. Andate e moltiplicatevi, cari. Il futuro è vostro. Che Borges sia con voi e vi elevi lo spirito.
(Per la serie: 'Tutto quello che avreste voluto sapere sul tango e non avete mai osato chiedere')
Hermanos Macana - Milonga - Liberty

https://www.facebook.com/tango.a.orleans/videos/10158645843222440
https://www.youtube.com/watch?v=QHPfZAj5KUw


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LE POST TANGO DANSÉ DU JOUR
ALEJANDRA HEREDIA & MARIANO OTERO - RETROLONGA
Un certain sens du swing...


 
 
 

Baci e dintorni

Post n°1406 pubblicato il 04 Novembre 2020 da fedechiara
 

2 novembre 2013 · I baci e la vita in rosa

L'economia di guerra della crisi globale passa anche per i risparmi e il riciclo delle cose usate più e più volte e non mi vergogno di confessare che mi rammendo i calzini e gli altri capi di abbigliamento che lo richiedano. Rivoltare i cappotti o cambiare i colli delle camicie non lo so ancora fare, ma potrebbe essere un'idea creativa e di 'lavoro nuovo' aprire un bugigattolo, tipo quelli dei pochi 'calzolai' rimasti e recuperare in massa questi nostri capi di abbigliamento così carichi di ricordi e nostre fragranze corporali e che, magari: 'Mi sta ancora bene e mi assottiglia in vita'.

E' ben vero che priveremmo i cassoni dalla Caritas di mucchi di abiti destinati ai 'poveri' e ai nostri ospiti immigrati che stentano ad integrarsi - e, se mi legge un commerciante di maglieria e abbigliamento, mi aspetta sotto casa per farmi un c... così o apostrofarmi di 'disfattismo' e di far crollare i consumi. Però basterebbe un po' di 'senso della misura' e considerare tutto ciò parte della 'decrescita felice' - tipo 'guadagnare meno, guadagnare tutti', ma, detto così, suona come una presa per il c..., me ne rendo conto.

E tuttavia il conto finale è con il borsellino di ognuno e, forse, anche il ricorso alla poesia può giovare e, memori del giovane Montale, nel corso di una giornata di sole, reciteremo, abbracciandoci: '(…) abbiamo anche noi poveri la nostra parte di ricchezza / ed è il colore dei limoni.' Provare per credere. In fin dei conti, usciti dalla guerra, padri e nonni si baciavano come matti e cantavano tutti: 'La vie en rose'. L'importante è crederci, direbbe mia figlia.

 

 
 
 

Stringiamoci a coorte

Post n°1405 pubblicato il 03 Novembre 2020 da fedechiara
 

Non dobbiamo solo restare chiusi in casa – come ci prescrive tetragono il Conte, armato dei micidiali d.p.c.m.- terra-aria - bensì 'stenderci a terra', come raccomandavano ai loro clienti, ieri sera, a Vienna, i proprietari dei locali presi di mira dalle truppe armate in azione dei vendicatori di allah, (quello grande, a sentir loro), gli assassini seriali islamisti.
E finiremo per chiedere il porto d'armi a migliaia per poter abbozzare una risposta anche individuale a questa piaga d'Egitto del virus islamista che rischia di stenderne più del covid, giunti al bilancio di fine anno dello stramaledetto 2020.
Perché di essere nominato anch'io, presto o tardi, 'vittima inerme' di coltello o di kalashnikov proprio non mi va giù e, dopo aver stecchito un eventuale assaltatore assassino, gli sibilerò gelido, novello Clint Eastwood, prima che esali l'ultimo suo maledetto respiro: 'Il mio dio è più grande del tuo.'
Fuor di metafora: non sarebbe male che la mitica 'società civile' europea si attrezzasse mentalmente anche a rabbiose risposte individuali – come fecero i passeggeri di uno dei Boeing che dovevano colpire il Pentagono l'undici settembre di vent'anni fa (sempre sia maledetto il 'venti'), e la loro rivolta impedì danni maggiori all'edificio e ai suoi occupanti.
E, quanto alle quinte colonne sinistre che ancora si sforzano di capire le ragioni degli assassini - perché ognora penitenzialmente compresi delle terribili colpe dell'Occidente nelle guerre medio orientali - ci facciano il piacere di togliersi di torno e di tacere dignitosamente e non 'farsi riconoscere' in quest'ora tragica di Europa assediata dai rinnegati cittadini islamisti (islamo-terroristi) che ha pietosamente e stolidamente accolto nel suo seno.
E' l'ora di prestare ad Europa l'ostico distico del nostro inno nazionale e di 'raccogliersi a coorte', come nei tempi bui delle maledette guerre. Con l'augurio che i morti futuri siano tutti o in maggior parte tra le schiere dei nemici-serpi in seno delle enclaves nemiche che li nascondono e/o li fiancheggiano.
L'Europa (e i suoi valori fondanti) nel cuore, ma 'alla guerra come alla guerra'. Aux armes citoyens,

 
 
 
 
 

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