Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
 

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Dicembre 2020 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 4
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Ultime visite al Blog

fedechiaraJohn13dglChevalier54_ZQuartoProvvisorioGiulia0dgl12pragency177karel_ASoglioletta0Arianna1921Najkanewspaper_articles1ARCAN020orat6Ri.emersacapuzzo
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

Messaggi di Dicembre 2020

Il vento della collera. Ieri accadeva.

Post n°1441 pubblicato il 07 Dicembre 2020 da fedechiara
 

7 dicembre 2015  · Il vento della collera
Aux armes, citoyens! L'esortazione rabbiosa e militaresca della Marsigliese è stata la colonna sonora della 'débacle' parigina del 13 novembre appena scorso e oggi viene rilanciata in cronaca dalla notizia che 'il vento della collera' ha prodotto il suo primo risultato elettorale di gran peso: la nettissima affermazione, alle amministrative, del 'Front National' capeggiato dalla famiglia Le Pen: nonno, figlia e nipote – tre generazioni a confronto e un futuro, nazionale ed europeo, davvero nebbioso e di 'malaise' e 'étourdissement' diffusi e nessun segno, a parte i tardivi blitz dell'antiterrorismo nei covi degli jiahdisti, che la nostra bella Europa tornerà presto a specchiarsi nell'Inno alla Gioia delle sue origini.
Aux armes, citoyens. E davvero il Front National, dopo quel 13 novembre assassino, sembra essere una 'arma impropria', un bastone e una picca impugnati da quel popolo che sprezzavamo delle 'chiacchiere da bar' scambiate davanti a un 'Pastis' (e le dovremo rivalutare e tenere, da oggi in poi, nella debita considerazione) nei bar e nelle osterie dei piccoli paesi e delle cittadine sonnacchiose della 'douce France' che guardano alla capitale stordita e offesa e blindata come a un tradimento, un abbandono dei valori fondanti la 'Republique', un corpaccione sempre più estraneo – con tutte quelle 'banlieues' fuori controllo e la polizia che preferisce non metterci piede se non a stragi avvenute e l'emergenza sempre inseguita e mai prevenuta.
E i partiti della destra moderata e la sinistra dei socialisti al lumicino pensano già di 'fare argine' al ballottaggio e allearsi - una malata e indifendibile 'santa alleanza' - per impedire la consacrazione del Front National quale 'partito di governo' e la speranza è che falliscano e che il bastone elettorale, l'arma impropria impugnata dal popolo scenda pesante su quelle teste malate, su quegli inetti uomini di s-governo che solo le stragi ripetute – Charlie, Copenhagen, il Bardo - hanno 'risvegliato' dal torpore.
E, ad ascoltare la cronaca del conduttore di 'Prima pagina' di oggi mi avvilivo e scuotevo la testa al risuonare delle parole asfittiche che pronunciava e ai particolari in cronaca che evidenziava il giornalista de 'la Stampa'. Un giornalista 'di sinistra' dai neuroni refrattari agli antibiotici del comune buonsenso che azzardava una vera e propria arrampicata sugli specchi e insisteva a voler segnalare agli ascoltatori, dall'alto della sua spocchia, che il Front National è un partito fascista, un pericolo per la democrazia - ma non osava dirlo perché l'etichetta della trasmissione glielo impediva e, a denti stretti, teneva a freno la sua imbelle faziosità e il suo disappunto per quella vittoria largamente annunciata.
Gli dei che accecano chi vuol perdere e, da molto tempo ormai, hanno 'perso il lume della ragione' e del buonsenso comune posti di fronte a un mondo rotto ed esploso che scaglia le sue schegge impazzite dentro i confini di Schengen - e le sue frontiere sud ridotte a un colabrodo e milioni di profughi che vi premono per entrare e i governanti che pagano miliardi di euro ad un autocrate islamico per arginare la piena che essi stessi hanno favorito e incoraggiato.
Tutti a casa. Un'altra politica è possibile ed urgente.
Elezioni Francia,

Il lato positivo del populismo
Confesso che sfogliando El País il titolo di questa intervista a Pierre Rosanvalon che vi propongo mi ha colpito: "Il lato positivo del populismo". La teoria di Rosanvallon - professore al Collège de France, ultimo libro: "Le Siècle du populisme. Histoire, théorie, critique" - è che il populismo sia “l'ideologia ascendente” di questo secolo. "Considerare il populismo semplicemente come una reazione di rabbia o l'espressione di un 'mandiamo via tutti' non è sufficiente a spiegare il fenomeno.
C'è una stanchezza democratica di fondo nella vita politica di molti Stati che si esprime in modo molto ampio. E anche una sorta di esaurimento della politica, della sua capacità d'azione. Se il populismo ha una forza di attrazione è perché si presenta come una soluzione ai problemi contemporanei, come la crisi della rappresentanza o le ingiustizie sociali. Ho voluto mostrare questo aspetto positivo del populismo perché credo che sia stato sottovalutato per molto tempo. Ho pensato che fosse importante passare da una visione del populismo come reazione a una visione del populismo come proposta politica positiva a sé stante".
"È difficile paragonare Macron a Viktor Orbán, Boris Johnson o Evo Morales, ma la strategia che Macron adottò nel 2012 dimostra che il populismo è presente nell'atmosfera stessa delle società democratiche e può essere inteso come una diffusione di tutta una serie di temi che sono al di là dei partiti o dei regimi di natura strettamente populista". "Se dovessi evidenziare un contributo importante del populismo - anche se molto ambiguo - alla democrazia contemporanea, direi che è stato capire che si governa anche in base alle emozioni.
I sentimenti di appartenenza, di identità, di rifiuto determinano la visione che gli individui hanno del loro ruolo nella società. Spesso quelli che criticano questa ideologia non lo capiscono. Non si può criticare il populismo con superficialità o limitarsi a dire che promuove una democrazia illiberale. Quando succede è perché la democrazia liberale non soddisfa la sua agenda. È in crisi".

 
 
 

Imbonitori

Post n°1440 pubblicato il 06 Dicembre 2020 da fedechiara
 

06 dicembre 2016

Pare che alcuni 'renziani' ostinatamente marziani e refrattari a orientare le loro antenne neuroniche su quanto avviene nel vasto territorio del paese depresso e stagnante che ha dato loro i natali si siano piccati di segnalare ai giornali e sui social che il 'si' (con tutto ciò che comporta di affiliazione politica) ha vinto nelle zone economicamente più forti del paese - Milano, L'Emilia, il Trentino.
E Laura Puppato (pd) ha aggiunto la chiosa velenosa che i cervelli in fuga all'estero hanno anch'essi votato 'si' in larga maggioranza (brogli a parte, che la vittoria schiacciante ha lasciato correre) e, conseguentemente, la loro sarebbe una fuga dall'Italia del 'no'. Come a dire: 'Noi rampanti ed emergenti versus i perdenti dell'immobilismo.'
C'è una punta di arroganza ferita, in questa sua chiosa – condivisa, credo, da molti di quei 'renziani-marziani' che oggi constatano dolorosamente che il loro progetto politico 'volava alto' – tanto alto da rasentare la rarefazione di ossigeno della stratosfera; e l'aver riportato a terra la loro navicella spaziale, sia pure con qualche ammaccatura e bruciacchiata, è nostro merito: di noi pezzenti del 'no' che osservavamo che il tanto osannato job act altro non è che l'istituzionalizzazione del precariato a vita e un monumento ai famigerati 'vouchers' e alla piena deregulation del mondo del lavoro.
Una 'cinesisazione' de facto del lavoro in Italia – e hanno vinto loro, i cinesi che hanno assassinato il 'distretto tessile' di Prato e quegli extra comunitari disposti ad ogni mansione e orario di lavoro che hanno appiattito i diritti sindacali omologandoli al ribasso estremo della maledetta 'globalizzazione' dei 'barconi' e delle frontiere europee violate come gruviera grazie alla nostra 'frontiera sud' sempre aperta, estate e inverno – e il folle messaggio de 'venite tutti, vi salviamo tutti' lanciato sull'intero territorio africano dal duo Renzi-Alfano. Si salvi chi può – è appena il caso di dire, data la costanza dei morti annegati.
Ma questi pensieri e queste analisi terra-terra non sfiorano i 'cervelli in fuga' arroganti e 'sei metri sopra il cielo' – e ieri ascoltavo l'eloquio tipico renziano di Davide Serra a 'Piazza Pulita' che elencava i dati Istat del governo Renzi sul ritorno del lavoro in Italia e la disoccupazione in calo, a sentir lui, - ma a ben analizzare i dati, il calo è dovuto alle cifre di coloro che il lavoro ormai hanno smesso di cercarlo e una gran fetta di quelli che lavorano sbandierano nelle piazze i vouchers del loro scontento e della miseria nera in cui affondano le loro vite grame.
La grande menzogna renziana disvelata dal 'no' al 60 per cento e i suoi esponenti ex rampanti definitivamente bollati quali 'imbonitori' da un tanto al chilo.
S.p.q.r. Sono pentolari recidivi questi renziani
Nessuna descrizione della foto disponibile.
I vitelloni di Federico Fellini - Lavoratori!
YOUTUBE.COM
I vitelloni di Federico Fellini - Lavoratori!

 
 
 

I natali del nostro scontento

Post n°1439 pubblicato il 05 Dicembre 2020 da fedechiara
 

3 dicembre 2015  · Natale fatale ferale.

Il Natale del nostro scontento si arricchisce ogni giorno che passa di notizie che ci fanno allargare le braccia e dire che non vi è davvero nessun rimedio alla confusione sotto al cielo degli uomini – e, a differenza di quanto pensava Mao tse dong in proposito, la situazione non è affatto eccellente.
E sapere che l'autocrate turco Erdogan e suo figlio in particolare trafficano e gesticono miserabili commerci petroliferi con gli uomini dell'Isis (o Daesh) che con il petrolio si comprano gli armamenti più sofisticati e potenti per la loro sporca e folle guerra all'Occidente fa cadere le braccia – e di più le fa cadere l'aver saputo, dagli esiti delle elezioni ultime scorse, che una maggioranza di turchi (che vogliono 'entrare in Europa') ne approva l'operato e si riconosce nelle nefandezze autocratiche contro la libera stampa di quest'uomo che la Nato e l'Europa tiene in palma di mano e lo difende per i miseri interessi di bottega e di contrasto contro l'azione geo strategica della Russia di Putin.
E in tanta confusione sotto al cielo come giudicare l'appalto che l'Europa liberale e accogliente ha dato a Erdogan, - quest'uomo spietato e cinico che non si arresta davanti a nessun scenario nella sua lotta mortale contro i curdi – l'appalto, dicevo, di fare fronte di contenimento/respingimento contro i profughi siriani che ambiscono di diventare cittadini europei, ma qualcuno di loro (ho scritto 'qualcuno', non 'tutti'!) - per chiara, maledetta incidenza statistica dei grandi numeri - partorirà figli e nipoti che si lasceranno incantare dalle bandiere dell'Isis o di qualche altro gruppo estremista e si faranno guerriglieri di una guerra interna alle nostre città spaventate e avvilite a tal punto da prefigurare una contrazione della già fragile crescita economica-zero virgola.
E il mitico Giubileo dell'umana misericordia che non c'è e non ci sarà per lungo tempo, ad onta del battage mediatico/pubblicitario di Francesco, già annuncia il suo flop di presenze prima di cominciare a causa degli annunci e dei timori terroristici.
Perciò, brava e buona (troppo buona?) gente, teniamoci caro il Natale del nostro scontento con tutte le caratteristiche che gli abbiamo dato e sono sedimentate nei secoli e negli anni recenti di bambinelli in cuna e presepi viventi e buoi e asinelli di ceramica e gli alberi - i Tannenbaum della tradizione nordica - addobbati di palle colorate e i panettoni e i canti mielosi, sempre gli stessi che ci hanno stufato negli anni scorsi e ci stuferanno in quelli futuri, ma oggi, in questi giorni e mesi di grande confusione sotto al cielo della violenza che regna sovrana, sono il segno distintivo di un nostro riconoscimento di cittadini che non si chiamano Abdul o Moahmed o Rashid che, se per una qualche ventura dovessero aversene a male, poverini, a scuola o nelle piazze dove si erigono gli alberi con sotto i presepi, seguano serenamente le loro tradizioni: le loro genuflessioni, i loro ramadan e i loro canti del muezzin e non interferiscano in alcun modo con le nostre.
A voi le vostre trombe, cari i nostri cittadini di importazione che siete fuggiti dalla fame e dalle guerre, a noi le nostre campane. E che suonino a distesa. Siamo in Occidente - dove voi avete chiesto ospitalità e l'avete, benevolmente, ottenuta, punto.
Un tempo parteggiavo per la rivoluzione russa, tu vedi il passo del gambero della Storia, e oggi mi tocca parafrasare Eduardo e il suo: 'Te piace 'o presepe!' Si mi piace. E' parte della mia storia e della mia identità e, pur non essendo credente, mi piace includerlo nelle collezioni dei musei dedicati alle tradizioni e andarli a vedere nelle città europee che visito e visiterò nel prossimo futuro. Così come ho visitato e visiterò i musei dedicati alle civiltà dell'Islam – quando ancora tra le due sponde del Mediterraneo si scambiava Arte e Civiltà e non 'barconi' infiltrati dai terroristi in pectore.
E' bene precisarle, queste cose, perché c'è chi, invece, le tradizioni e le culture degli altri, presenti e passate, oggi le abbatte coi picconi e i martelli pneumatici e mina i monumenti antichi col tritolo.
Fa tutta la differenza fra noi e alcuni di loro (troppi?), giova ricordarlo.

 
 
 

Dati incerti a confronto

Post n°1438 pubblicato il 04 Dicembre 2020 da fedechiara
 

'Dem' sta per 'democratici'. Che avete capito?
Sono andato a rileggermi i dati a confronto fra i tassi di mortalità dell'influenza 'classica' degli anni 2017/18 comparati con quelli della presente pandemia 19/20 e, a quanto è dato di leggere, non è per nulla agevole scorporare i dati per ottenerne una chiara comparazione che ci dica e ci confermi che gli ossessivi allarmi 'infodemici' dei tiggi e della carta stampata embedded ai d.p.c.m. di Conte e del suo s-governo giallo-rosso sono pienamente giustificati - e giustifichino le misure di allarme massimo di seconda e terza ondata presunte di un tristissimo Natale al chiuso, e senza nonni e zii e nipoti/ni intorno.
Natale che non sarà meno 'intenso', ci dice Conte, forse ignaro di prestarsi in video a una presa per i fondelli degli italiani incaxxiatissimi per la nuova reclusione ai domiciliari e le piste dello sci intonse per la gioia delle marmotte e degli orsi.
Non sono un 'negazionista' dei dati di terapie intensive e le rianimazioni al collasso, forse un filo 'riduzionista', se consideriamo, per l'appunto, la difficoltà succitata di avere chiaro un quadro pandemico che bene evidenzi il quantum dei morti in eccesso rispetto alla somma delle influenze 'classiche' che abbiamo vissuto fin qua.
E, quando mi reco al centro della cittadina in cui vivo e controllo l'età dei defunti sulle epigrafi esposte qua e là, la media è ancora piuttosto alta, intorno agli ottanta, grazie alle donne, il che mi/ci conferma che il covid allunga il passo sulle defunzioni annuali in termini assoluti, ma non intacca il dato sostanziale dell'allungamento della vita media degli ultimi decenni.
E, fintantoché non si è colpiti dappresso per la morte di uno zio o altro parente o amico carissimo, l'ossessivo allarme televisivo e della carta stampata e i d.p.c.m. di Conte non cessano di apparirci lunari e controversi rispetto alla 'normalità' dei dati dei decessi delle influenze degli anni precedenti al maledetto 2020 - e gli inviti dei gendarmi filo-pandemia sui social a recarci negli ospedali per 'toccare con mano' l'emergenza, e ravvederci e mostrarci compunti e compresi della gravità del fenomeno, ci sembrano di cattivo gusto davvero e ci fanno andare col pensiero a tutti quei tagli, ritagli e frattaglie dei governatori di regione che hanno chiuso, negli anni andati, un sacco di ospedali 'periferici' e ridotto le terapie intensive al minimo e tagliato i fondi alla Sanità a man bassa, in maggioranza 'dem'.
Che sta per 'democratici', di cui al famigerato partito di s-governo, che avete capito?

 
 
 

Il ratto di Europa

Post n°1437 pubblicato il 04 Dicembre 2020 da fedechiara
 

Pare che gli struzzi, 'buonisti' per natura e vocazione, saranno costretti a tirare fuori la testa dalla sabbia e si ri-metteranno a correre a zampe levate - a giudicare da quanto emerge in queste ore dalle indagini del Federal bureau of investigation – il mitico F.b.i. dei mille films e telefilms di produzione hollivudiana.
La strage di san Bernardino in California è stata fatta, pare, si dice, si conferma, da due 'bravi ragazzi' due 'americani' di seconda generazione, due 'terroristi della porta accanto' che si sono radicalizzati in Arabia Saudita, dicono gli investigatori; ma Obama frena e prova ad arginare l'impatto sociale negativo e invoca il bando alla libera vendita delle armi e invita la 'comunità musulmana moderata' a farsi sentire, a battere un colpo per evitare l'esplosione di un 'dagli al musulmano!': conseguenza inevitabile del dilagare di questa peste terroristica tra le due sponde dell'Atlantico che sembra inarrestabile e peggio dell'Ebola.
E, riflesso condizionato di questo 'clima sociale' di allarme massimo e 'allerta 4' o 5 - e le teste di cuoio che fanno i loro blitz alle quattro di mattina e irrompono nei 'covi' e rivelano le complicità di parenti e conoscenti con questi giovani 'radicalizzati' su internet e 'foreign fighters' con passaporto francese e britannico addestrati in Siria e chissà dove altro -, ecco le notizie delle frontiere che si chiudono in Macedonia. E la Grecia, conseguentemente, invoca a mani giunte l'Europa di farsi carico della sua 'frontiera nord', - ché quella sud è il colabrodo che sappiamo e le isole del Dodecanneso sono campi profughi ormai da mesi e destinati a rimanerlo per i prossimi anni e addio al turismo dei ricchi vacanzieri.
E perfino la Svezia, mitico Bengodi di ogni profugo e/o clandestino, chiude il suo ponte che la unisce al continente e la primo ministro si lascia sfuggire una lacrima di coccodrillo per questa decisione che fa seguito all'inarrestabile avanzata elettorale dei 'partiti xenofobi' che, forse, dovremo rinominare 'partiti del buon senso comune' e argine di contenimento dei numeri altissimi dei 'richiedenti asilo' che l'Europa tutta, emula dell'Australia, avrebbe dovuto porre in essere già da un decennio a questa parte - prima che sull'altra sponda del Mediterraneo dilagasse il messaggio folle de:' Tutti in Europa! No borders!'.
E il 'mondo rotto' e preda di questa catastrofica follia dei 'popoli del mare' e di terra - che ritengono un loro diritto inalienabile emigrare a milioni tutti insieme appassionatamente e contro ogni evidenza che il sistema economico europeo salterà e appassirà sotto il peso di questa emergenza - ci regala quest'ultima chicca in cronaca: che un ministro del governo pachistano protesta rabbiosamente contro l'Europa che gli rispedisce i suoi compaesani in odore di affiliazione terroristica e afferma con perfetta faccia di tolla che ce li rispedirà al mittente a suo insindacabile giudizio. Un ping pong di uomini e cittadini disconosciuti che la dice lunga sul Regno della Follia che impera sull'Europa e sul mondo da dieci anni a questa parte. Il Medioevo del nostro scontento.
E il 2015 delle stragi va a chiudersi tristemente in questa temperie di morte e 'allerta 4' e, fra qualche giorno, ci faremo tanti auguri per il 2016 che speriamo migliore. Si, vabbé.
Sù la testa, struzzi di tutto il mondo, c'è ancora qualche speranza di farcela, se riprenderete a correre insieme a noi 'cattivisti' e alfieri del buon senso comune e rientrate nei ranghi (politici ed elettorali) e chiederete asilo dentro i patri confini finalmente orfani di Schengen.
Tutti insieme a cantare 'Stille nacht' e 'Oh Tannenbaum...'.

 
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963