Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
 

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Dicembre 2020 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 4
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Ultime visite al Blog

fedechiaraJohn13dglChevalier54_ZQuartoProvvisorioGiulia0dgl12pragency177karel_ASoglioletta0Arianna1921Najkanewspaper_articles1ARCAN020orat6Ri.emersacapuzzo
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

Messaggi di Dicembre 2020

L'inganno della memoria

Post n°1436 pubblicato il 02 Dicembre 2020 da fedechiara
 

2 dicembre 2013  · L'inganno della memoria
'Se la memoria non mi inganna', usiamo dire, consci della sua fragilità – e, in realtà, la memoria ci inganna, eccome! E, dalla visione del bel film 'La mafia uccide solo d'estate', ho conferma che la memoria umana non è come quella dei computer - che tutto registrano e 'tengono in memoria' - bensì una farfallona dalla vita effimera, ahinoi! che vola di avvenimento in avvenimento con troppa leggerezza, nessun peso ritenendo e rimandandoci della gravità di quei fatti lontani.
E perfino dei morti ammazzati dalla mafia palermitana e le altre cosche mi ero scordato la cronologia degli eventi criminali e le varie figure del giudice Chinnici e l'onorevole Pio la Torre e il mai abbastanza vituperato Salvo Lima e il generale-prefetto Dalla Chiesa - e delle bombe e gli attentati a cui avevano fatto il callo i palermitani che, in maggioranza, votavano e tenevano in palma di mano e 'voto di scambio' quella schifezza politica chiamata Democrazia Cristiana.
E il leader, in Sicilia, era quell'andreotti-belzebù mala anima - di certo finito nel culo di sacco infernale dei gironi danteschi insieme ai peggiori figuri e loschi che hanno scritto la storia infame del Malpaese.
E devo gratitudine a Pif, il regista del bel film sulla Palermo infernale di quegli anni di stragi di magistrati e poliziotti - che con passo narrativo leggero e il sorriso (dal sapore acre) sulle labbra ci restituisce una memoria infantile e un 'romanzo di formazione' degli anni terribili della nostra storia nazionale. E veniamo a sapere che, già allora, l'Europa veniva usata come slogan stupido e buono per tutti i tele-giornalisti servi (ed erano molti) dal Lima - la longa mano andreottiana in Sicilia - che nei mercati rionali andava ripetendo, da nessuno sbertucciato e contraddetto, che: 'La Sicilia ha bisogno dell'Europa e l'Europa della Sicilia.' ma che caxxo voleva dire mai, all'epoca.
E che caxxo vuol dire oggi, 'restare in Europa', se quasi tutti – dal Grillo urlante al berlusconi dimezzato- vogliono fare terra bruciata intorno al progetto politico europeo dei conti in ordine e tornare a crescere con i fondamentali dell'economia stabilizzati: rapporto debito-pil sotto al 3% e la spesa pubblica sotto controllo e uno 'stato sociale' ridotto all'osso per 'tornare competitivi' sulla scena del 'mercato globale'.
E' paradossale, per tornare al film di Pif, che il miglior modo e più efficace politicamente e mnemonicamente, sia una narrazione leggera e comico-ironica applicata agli eventi più tragici e luttuosi della nostra Storia recente. Così come ha fatto Benigni e il suo sceneggiatore Cerami con l'Olocausto ne 'La vita è bella' – un azzardo spaventoso, uno 'scherzare coi Santi' risolto, però, magistralmente e che nulla ha tolto alla terribilità e l'orrore del nazismo assassino e dei maledetti carnefici.
Un film da vedere e godere dall'inizio alla fine – e meritato l'applauso finale in platea, come fossimo a una 'prima'.
L'immagine può contenere: 1 persona

 
 
 

2021 Odissea sull'orizzonte degli eventi.

Post n°1435 pubblicato il 01 Dicembre 2020 da fedechiara
 

2021 Odissea sull'orizzonte degli eventi.
Come il 'ritratto di Dorian Gray' in soffitta, lo specchio mi rimanda l'effige di uno sconosciuto dai tratti sempre più somiglianti alle vecchie foto ingiallite dei genitori nei cassetti che raramente apriamo.
E' come se la memoria delle generazioni si riflettesse nei corpi e nei visi che si asciugano e si deformano e ne vengono evidenziati gli zigomi e gli archi sopraccigliari e le spigolosità basiche del mento degli avi – che se avessimo foto dei nonni e bisnonni a disposizione riconosceremmo per certo altri tratti tribali: gli 'Enaz', pescatori di 'go' e 'siegoi' nei ghebi e le velme delle calme acque lagunari e, in trasparenza lontana, l'isola coloratissima imperlata nelle nebbie novembrine.
E se non ci fossero gli involucri corporali a dirci transito riconoscibile delle generazioni davvero faticheremmo a ricomporre il puzzle delle mutazioni epocali e dirci 'sapiens' di quei 'neanderthal' che abbiamo seppellito – e già l'intelligenza artificiale ci scolora i sembianti umani e sulle ombre del futuro appaiono i robot che ci sostituiranno nel corso dei viaggi spaziali e l'imprinting dell'umano preistorico sarà serbato solo nelle cellette delle schede di silicio dei computer di bordo mentre viaggiamo verso il nero monolite di 2001 Odissea nello Spazio.
A proposito: siamo in forte ritardo nella tabella di marcia rispetto alle predizioni del film di Kubrik e il 2020 è stato un anno davvero nefasto, ahinoi: un buco nero della nostra galassia mentale la cui gravità pandemica tuttora ci schiaccia. Urge un cambio di rotta, una manovra disperata che dirotti l'astronave umana fuori dall'orizzonte degli eventi assassino. Riusciranno i nostri eroi?
  • L'immagine può contenere: cielo, nuvola, spazio all'aperto e natura

 
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963