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Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
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Messaggi di Giugno 2023
Qui Radio Londra - 10 giugno 2014 Forse il Caos contiene in sé tutto il possibile, una polla di acqua di mare che contiene 'in nuce' tutta la vita possibile futura, ma è certo che quel suo sviluppo potenziale e affascinante brulichio lo propone in forme a volte spaventose, al punto che l'umanità, in certe svolte della sua Storia, teme di non poterlo governare e presente la Fine ormai prossima – com'è accaduto nei lunghi anni di guerra contro il nazifascismo: che niente di sicuro era prevedibile e predicibile fino al congiungimento delle armate alleate coi soldati russi a Berlino e la morte nel bunker del Mostro, la personificazione del Male assoluto: il caporale Hitler. E oggi non sappiamo che accadrà di questo mondo rotto: un big bang sociale che proietta le sue schegge impazzite per ogni dove - e a farla da padrone in cronaca sono i numeri altissimi dei migranti che andiamo a raccogliere nel Mare Lorum e li stipiamo dove possiamo. E i sindaci siciliani si mettono le mani sui capelli e lamentano che le strutture di accoglienza scoppiano e non bastano i soldi - e gli uomini del presente s-governo ripropongono il mantra e la geremiade che 'Ci lasciano soli e l'Europa non fa la sua parte.' E non è chiaro che parte dovrebbe fare l'Europa: se accogliere tutti i profughi e i rifugiati che si affollano a migliaia sulle coste libiche o patteggiare coi governi africani un vallo di contenimento, una politica della dissuasione che pare cosa lunare, considerato che le notizie che arrivano a chi resta in Africa e nel Medio Oriente da parte di coloro che 'ce l'hanno fatta' sono il detonatore di altre migliaia di arrivi di un esodo incontenibile e 'biblico', come lo definiscono gli stessi telegiornali. 'Si sta / come d'autunno / sugli alberi le foglie.' scriveva un nostro poeta dal fronte di guerra e, invero, non pare che la presente guerra delle migrazioni pacifiche e invasioni consegni sensazioni più leggere e armoniche note di speranza. E resta la curiosità, davvero massima, di sapere come evolverà questa nostra Europa i cui connotati vanno cambiando di anno in anno sotto la spinta di una migrazione epocale che somiglia, nel suo travaso incontenibile, alla crisi globale del lavoro e della produzione che si sposta dove minori sono i costi. Un travaso che non cesserà se non quando i vasi comunicanti avranno pareggiato i volumi e sarà allora, davvero, un altro mondo da questo che ci affanna e ci sgomenta. |
I rinnegati e le serpi in seno di Europa. 'Non è islamico bensì cristiano.' Il 'chi è' del riferimento religioso dell'assassino di bambini (alcuni di famiglia islamica, dicono le cronache) cambia qualcosa del quadro di maledetti 'richiedenti asilo' rinnegati, velenose serpi in seno della Unione europea iper accogliente, che escono un bel mattino di casa con in tasca un coltello o un'ascia o un kalashnikov ( i meglio organizzati e ideologicamente schierati) e stecchiscono a caso o sparano nel mucchio o schiacciano coi tir i passanti nel massacro appagante del 'chi cojo cojo' - Allah u akbar o chi per Lui? Dura dal 2015 la sindrome del 'natural born killer' ospite coatto di Europa: del rifugiato e/o cittadino di seconda e terza generazione di immigrati apparentemente integrato, ma, invece, 'radicalizzato sul web' e/o nelle 'ore d'aria' delle carceri – secondo luogo di elezione per un numero cospicuo dei nostri ospiti immigrati ivi relegati dal 'disagio sociale' di chi non trova lavoro e vivacchia mendico, ospite permanente di parenti e amici o sodali religiosi nelle enclaves delle periferie urbane delle maggiori città europee. Città e metropoli di Europa in affanno permanente di immigrazione coatta e impossibile da controllare e respingere – in barba all'ultimo accordicchio inutile siglato giusto ieri dai ministri degli interni dell'Unione europea con l'eccezione scontata del 'gruppo di Visegrad'. E l'unico paese che dimostra di saperci fare con il necessario contenimento dell'onda di tsunami immigratoria è l'Australia, ma il Verbo buonista imperante nella stampa mainstream di Europa e benedetto dal Vaticano e sostenuto a tamburo battente dal pd e dai 'no borders' (i responsabili primi di una pretesa accoglienza che si fa visibile e intollerabile degrado sociale - e interi quartieri delle città italiche devastati da spacciatori e magnaccia e le stazioni divenute luoghi di paura e fuga dei viaggiatori in transito), il Verbo buonista tonitruante in cronaca dice crudele e impraticabile la politica australiana di forte dissuasione e rapidi respingimenti e detenzioni - e tocca accontentarsi del poco e nulla di fatto che l'Unione europea ci mostrerà, da qui a un decennio in avanti - ad onta di una Meloni che prometteva fuoco e fiamme in campagna elettorale su questo aspetto esiziale del nostro vivere associati. Alla via così e occhio ai coltelli e alle asce dei marrani assassini e guardatevi le spalle e munitevi di spray al peperoncino, mala tempora currunt.
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Dibattiti e fazioni. - 08 giugno 2020 Seguo con interesse la serie di telefilm 'Blue bloods' che, sospetto, verrà presto tolta dai palinsesti perché additata dalla stampa filo democratica (quasi tutta, ahinoi) come 'fascista' e filo poliziotti americani. Il peggior crimine che si possa commettere dai tempi della guerra civile nordisti-sudisti, a leggere quei fogli a firma di esaltati buonisti. E' la storia di una famiglia, come ben sanno coloro che la seguono, in polizia da tre o quattro generazioni, che si trovano a cena ogni domenica - e nei loro dialoghi echeggia spesso il dibattito presente e il 'j'accuse' delle genti sinistre: se i poliziotti in servizio fanno per intero il loro dovere di repressione del crimine e l'arresto dei criminali e se agiscono secondo i regolamenti e si attengono a tutto quanto viene loro insegnato all'accademia, oppure se sono dei maledetti violenti, e alcuni di loro veri e propri 'natural born killers', come affermano i più esagitati tra i manifestanti che li accusano all over the world delle peggiori nefandezze nelle piazze sedicenti 'antirazziste'. E in quei telefilm ben si rappresenta il sindaco nero e i suoi consiglieri civici di maggioranza che premono e insistono perché il capo della polizia si esponga in prima persona e bolli con la necessaria severità i comportamenti dei suoi sottoposti - definiti 'violenti' e unidirezionali nei confronti, vedi caso, dei neri capibanda nei quartieri poveri dove alligna la microcriminalità degli spacciatori e gli ignobili sfruttatori della prostituzione. Tutto secondo copione in cronaca, come vedete e leggete. Il copione della realtà quotidiana dei nostri quotidiani conflitti che confluiscono nelle cronache di nera. Ed è maggiore, oggi, il baccano e le denunce, giustissime, che si fanno intorno al dramma di un nero ucciso da un poliziotto violento rispetto ai drammi quotidiani che si svolgono nel corso delle azioni di repressione del crimine che espongono i poliziotti al rischio della vita, come ben si mostra in quei telefilm iperrealistici. E davvero 'non se ne va fuori' nell'accertamento della verità di chi ha ragione e chi torto degli opposti schieramenti – e gli effetti negativi della presente demonizzazione dei comportamenti dei poliziotti li vedremo e li denunceremo assieme più avanti: quando quei poliziotti si volteranno dall'altra parte e faranno 'orecchie da mercante' pur se presenti sulla scena di un crimine. E il dibattito politico si sposterà allora su: '...cosa fa la polizia per difendere i bravi e buoni cittadini alla mercé degli spacciatori e dei papponi nei quartieri periferici più degradati?' Ai posteri le ardue risposte. E sarà interessante vedere, alle prossime elezioni, cosa risponderanno gli elettori, in barba al presente clamore delle piazze che sembrano dirci che il mondo si sta rovesciando a loro favore. Chi vivrà vedrà.
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Metafore e altre metafore - 08 giugno 2013 E' nella natura del conflitto il deflagrare, di quando in quando, lo scoppiare e fare i danni che conosciamo, ma, più spesso, il conflitto resta latente e 'scava sotto' -perfino di generazione in generazione, com'è avvenuto nella ex Jugoslavia- e, a volte, trova pacificazione provvisoria, si seda, miracolosamente - o viene sedato perché gli interessi economici e politici dello status quo sono maggiori delle attese di guadagno di coloro 'che contano' e sono ai vertici della società. Così è per la quiete prima della tempesta che annuncia l'uragano giudiziario che causerà la morte del governo delle larghe discordie, così è per l'esercito dei 'grillini' che dà segni di volersi scomporre e diversamente disporre del suo potere di interdizione e/o di eventuali accordi futuri di s-governo. Triste notizia, ma già metabolizzata. Già, perché niente di buono ci aspettavamo da quella brigata di lindi e ordinati signori nessuno scelti chissà come dai leader del Movimento -e sapevamo in anticipo, disincantati di tutto come siamo, che sarebbero emersi degli Efialte e la diga armata delle Termopili anti casta e anti sprechi e anti corruzioni avrebbe ceduto sotto l'urto dei marrani e mercenari e reduci di tutte le scaramucce parlamentari e rotti a tutte le miserie e lo schifo dell'avvilente mercato dei giuda pd-pdl e idv. E se i due tarantini ex M5s confluiranno nel gruppo misto che fu dei razzi e degli scilipuoti e degli altri 'venduti e comprati' dal berlusconi la domanda è: 'Come si sentiranno quei due dopo lo strappo? Ci dormiranno la notte? E che conti faranno con la loro coscienza di novelli infami, che si terranno la diaria e i rimborsi-spese e i 'troppi maledetti e subito' trenta denari di Giuda della loro miserabile avventura parlamentare?' Forse ha ragione Grillo a dire che 'la scatoletta di tonno' è stata aperta ed era vuota. Ed è stato buono e gliene ha dette poche. Io pensavo, invece, ad altra metafora: alle note scatolette del Manzoni - esposte con vivo scandalo a una lontana esposizione d'arte e l'ultima battuta a Sotheby per 124000 euro. Però, dirla 'd'artista' è parola grossa. ![]() |
I 100 giorni che sconvolgono il mondo. (La Storia siamo noi.) - 05 giugno 2022 I 'dieci giorni che sconvolsero il mondo' accaddero a Mosca e dintorni, ma è ad Odessa che si consuma un orrendo massacro - e cade la carrozzella col neonato giù dalla scalinata citata nel famoso film e la corazzata Potemkin prendeva il largo ed era pronta a fare fuoco sulle altre navi mandate dallo Zar a sedare la rivolta dei marinai. Gloriosa e tristissima storia russa e ucraina, di quando le due nazioni, oggi divise, erano 'patria' comune sotto il tallone dello Zar di tutte le Russie. Ma, se andate a cercare sul vostro browers la verità storica dei fatti relativi alla rivolta dei marinai della famosissima corazzata, la prima scheda della ricerca che vi si porge cita lo sberleffo atroce scatologico del più famoso Fantozzi del film - che condannò uno dei più bei film della storia del cinema all'oblio e l'intera storia narrata della rivolta del 1905 allo sghignazzo volgare del post moderno. E, a proposito della verità dei fatti della Storia, a fronte della serie immensa e clamorosa di condanne verbali che investono oggi la Russia di Putin (la sua storia e la sua cultura) a causa della guerra in Ucraina, giova ricordare il valore militare del popolo russo in armi che, a Stalingrado, fermò l'avanzata delle truppe tedesche e diede inizio alla disfatta militare dell'Asse e del suo malvagio Dux sbraitante a Berlino. La storia delle presenti democrazie inizia nell'agosto 1942 e costò al popolo russo un tributo spaventoso di morti/feriti/dispersi. Un eroismo di popolo e del suo leader (anch'esso, per inciso, un dittatore) che ci costringe a temperare e mettere la sordina ai giudizi di parte occidentale che pretendono l'Ucraina una solare democrazia dei tempi nuovi da difendere con le unghie e con i denti (ma più con la vuota retorica bellicista) contro la dittatura di un solo – almeno fino a che le eventuali trattative di pace e gli eventi che ne seguiranno non ci restituiscano un quadro di verità sulle mire del leader russo e sulla sua intenzione di 'denazificare' l'Ucraina. La Storia pesa, molto, ad onta dei giudizi incauti dei politici di oggi. La Storia è un 'filo rosso' che si dipana per chilometri sotto agli avvenimenti odierni e si snoda, come le sotterrane ife dei miceti nel bosco, e si mangia e dissolve le menzogne di superficie del post moderno, se solo si avrà la pazienza di attendere la conclusione degli eventi controversi in cronaca. Abbiate pazienza: il prezioso carpoforo della verità dei fatti miracolosamente vi apparirà, una mattina di settembre, nello sfumare delle nebbie mattutine, nel rigoglioso bosco della Storia che tutto rigenera. ![]() IT.WIKIPEDIA.ORG Battaglia di Stalingrado - Wikipedia 04 giugno 2022 - La Storia non fa sconti. Il finale che non ci è dato di sapere. Gli Stati Uniti, la Ue e la Gran Bretagna esaminano il piano italiano, dice l'Ansa. E, 'excusatio non petita accusatio manifesta', si affrettano a dire che 'nulla sarà deciso sull'Ucraina senza l'Ucraina'. Che sembrerebbe una cosa ovvia, dato che la guerra si combatte sul terreno ucraino ed è riferita alle due regioni contese nelle quali la guerra non è mai finita (dura da oltre otto anni e mai si è provato a fermarla ai suoi inizi con un qualche 'piano' credibile). E l'accusatio manifesta citata riguarda la 'guerra per procura Nato' – guerra di 'andate avanti voi che noi vi forniamo tutto l'occorrente per farvi ammazzare, ma con l'onore delle armi più moderne e 'sugli scudi' come gli antichi, prodi guerrieri'. Ma il 'piano italiano', lo sappiamo, è già stato rigettato da Mosca – che ringrazia per la preziosa collaborazione, ma manda a dire che quelle note non rispecchiano lo stato delle cose sul terreno. Avanti un altro. Come dire: 'La guerra la si vince o la si perde con le avanzate e/o le ritirate - e dovete prenderne atto e, prima lo fate, prima vi risparmierete migliaia di altri morti sotto le bombe.' A la guerre comme à la guerre. Che non è come dire (come accusano gli ostinati filo Nato) che l'Ucraina dovrebbe arrendersi. Non sia mai. 'Chi per la patria muor vissuto è assai', si recita da sempre, con perfette facce di tolla, davanti ai sacrari. Combattere e resistere è cosa buona e resterà scritto sulle pagine di Storia a futura memoria di gloria, a lato del numero di morti dell'una e dell'altra parte in conflitto. Ma una indicazione dei numeri stimati da qui a, che so, sei mesi, un anno, forse aiuterebbe chi di dovere (Zelensky e il suo stato maggiore) a rendersi conto della realtà – così come accadeva ai generali e ai colonnelli che, sulle colline antistanti il luogo della battaglia, misuravano a spanne coi binocoli l'estensione dei morti ammazzati indossanti la divisa delle loro truppe mandate al macello e suggerivano al Conducator di turno la ritirata. Quanti morti numeremo prima che un 'piano di pace' venga preso in seria considerazione dagli alleati Nato di Zelensky, rispecchiando l'andamento della guerra sul campo? Altri ventimila, centomila? E giova ripetere ad ogni consesso il mantra ipnotico de: 'Putin non deve vincere la guerra' - come dicevano di Mao Tse Tung i monaci tibetani di arancio vestiti prima dell'annessione cinese del Tibet? Il brutto dei presenti conflitti è che 'si sta / come d'autunno / sugli alberi / le foglie' in attesa del compiersi del disegno finale del destino. E non c'è modo di far scorrere più in fretta le pagine per andare a leggersi il finale, ahinoi. |
Inviato da: cassetta2
il 29/07/2024 alle 22:19
Inviato da: ARCAN020
il 29/06/2024 alle 12:34
Inviato da: fedechiara
il 24/06/2024 alle 06:56
Inviato da: VIOLA_DIMARZO
il 23/06/2024 alle 16:38
Inviato da: fedechiara
il 23/06/2024 alle 15:31