Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
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Messaggi del 02/07/2019
L'Odissea rivisitata - 30 giugno 2015 E scomodare l'Odissea e la culla della democrazia è davvero 'fuori luogo' nella crisi greca. E pare più cogente scomodare, invece, il linguista – che ci ricorda che la parola 'caos' è di origine greca. Ma cosa non è greco, a ben vedere: dal 'fuoco greco' passando per 'una faccia, una razza' e finire allo youghurt – compratene tanto e fate un sacco di semifreddi, se volete 'aiutare la Grecia'. E lasciate perdere il 'crowfounding' di quel poveretto inglese che pensa che un buchetto sulla sabbia di un miliardino in più o in meno possa contenere tutto il mare del 'debito greco' che Tsipras ci vuole accollare colla sua baldanzosa partita a poker e le trattative sempre al rialzo. Ma, forse, Junker e la Merkel l'avranno vinta, e hanno pronunciato il fatidico 'vedo' in finale di partita che è stata una mazzata sulla testa dei due scatolettari greci – se sono veri i sondaggi che affondano i 'no' e con essi il duo di giocatori Varoufakis-Tsipras. E sarà tutto da ridere, il giorno dopo la pubblicazione dei risultati, e la mitica sinistra greca parolaia e temeraria sarà nuovamente allo sbando con nuove elezioni e Odisseo e i suoi saranno ricacciati in mare aperto da Nettuno appesi a una zattera. E, forse, raccolti pietosamente dalle navi della nostra marina coalizzate nell'operazione 'Triton' e riportati in Europa. E nessuna Pallade assiste Odisseo nel suo lanciare a vuoto le sue ultime frecce contro i Proci muniti di possenti corazze. |
30 giugno 2014
E sarà che mio padre aveva dalla sua quella condizione specialissima di sopravvissuto - che, dopo, se sopravvivi, ti senti immortale e puoi tuffarti da una piattaforma di cento metri di altezza a testa in giù e, quando riaffiori, hai un sorriso stampato in faccia e ti avanza di fare l'occhiolino a chi non ti credeva capace. E quando ascolto i reportages dal passato che si commemora in questi giorni della guerra di trincea che hanno vissuto i nonni e i bisnonni - quel loro vivere nel fango e nel rigore dei ghiacci dolomitici e, coi guanti sbrindellati e le pezze ai piedi, trovavano il tempo di scrivere lettere alle famiglie e alle spose promesse di straordinario nitore e bravura di giovani scrittori in erba. E in gioco era la vita: ad ogni ora del giorno, ad ogni passo che facevi e dimenticavi di abbassare la testa, sentivi il fischiare di una pallottola del cecchino appostato da ore – o non la sentivi, bensì un dolore acutissimo che ti trapassa l'elmetto e il cranio e ti precipita nel buio e ti ritrovi col nome stampato e il grado su una lapide nei 'cimiteri di guerra'. E quando ascolto quei reportages delle generazioni perdute mi ci immedesimo e li faccio miei e capisco bene il senso dei versi di B. Brecht: '(…) voi che siete emersi dai gorghi / in cui siamo stati travolti...' e l'amarezza dell'invito che ci rivolge, - a noi sopravvissuti, 'a coloro che verranno' - di ricordarli tutti, un'intera generazione, di milioni di morti e nemici involontari e per caso.
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Inviato da: LewisCannon
il 15/08/2024 alle 09:09
Inviato da: cassetta2
il 29/07/2024 alle 22:19
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il 29/06/2024 alle 12:34
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il 24/06/2024 alle 06:56
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il 23/06/2024 alle 16:38