Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
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Messaggi del 06/11/2019
Diario di viaggio (2) L'ariosità, certo. E il biancore e i colori pastello dei palazzi forti, quadrati, ornati di sculture e fregi e che delineano le piazze ampie che hanno fatto la Storia. Mai viste tante bandiere sospese in una sola piazza – e passi che si chiami 'Unità d'Italia' e che qui, in quest'angolo di Europa esposta a tutti i venti, si sia giocata la partita più tragica dei trattati post bellici che ci hanno privato dell'Istria e della Dalmazia, e che oggi sia il quattro di Novembre: giorno designato di una festa delle Forze Armate che dovrebbero salvare la Patria, ma ancora brucia la disfatta dell'ultima guerra e l'esercito degli slavi in armi che arretrarono solo dietro le minacce americane che salvarono la città dall'odiosa occupazione. E davvero si respira Storia e letteratura, in questa città di biancore diffuso e ariosità anche architettonica – malgrado l'imponenza delle storiche costruzioni e le facciate e il colonnato dei templi religiosi e laici. E i caffè storici resistono alle intemperie della postmodernità e alla maledetta globalizzazione che ridisegna il futuro delle nostre città. E, chissà come, non vedo cinesi a gestirli e i negozi del centro sembrano ancora saldamente in mani indigene, alleluia! in periferia non so. E Venezia, invece, ha ceduto le armi e le edicole e i bar e i negozi di pelletteria e di chincaglieria turistica – ogni città ha la sua storia e i suoi cedimenti e gli avvilimenti e le miserie e la decaduta nobiltà sommersa dai milioni di visitatori-locuste. Forse Trieste è una città dove vivere è bello, chissà, provare per credere – e i prezzi delle case sono decisamente più bassi di Treviso e della cintura di cittadine satelliti che le fanno corona, ma solo nella cintura urbana periferica che, a volo d'uccello, è brutta tanto quanto il centro storico è 'charmant' di tradizioni e letteratura e storia mitteleuropee. Havvi a far, il governo del 'fare', ma i sindaci coraggiosi latitano e i governanti di riferimento sono quelli che le avvilenti cronache del Malpaese ci consegnano ogni giorno che Dio manda in terra, ahinoi - scegliete voi tra gli imbonitori berlusconi e renzi, per tacer degli altri morti e sepolti, parce sepulto. |
Val di Non - 26 ottobre 2019 E da quel taccuino di viaggio che sono le fotografie digitali - che scattiamo compulsivamente perché costano poco e si cancellano dalle schede e non si stampano più, bensì corredano gli scritti su facebook e danno pubblico avviso del nostro infinito viaggiare – emerge la vastità degli orizzonti di queste valli morbide, percorse dai molti eserciti stranieri che intraprendevano il loro rituale 'viaggio in Italia' a dar manforte ad una Signoria o provarsi in un qualche 'sacco di Roma' o di Firenze per poi tornarsene al paese satolli di tesori. E ti immagini, dentro al perimetro del bel castello di Thun, quali ambasce e angosce stringessero i cuori dei signori del tempo, avvisati del prossimo apparire dei guerrieri e dei lanzi 'corruschi d'arme ferree': se farsi incontro all'invasore di turno ed evitar la pugna e l'assedio o armarsi e perire – e il castello, invero, si presenta di apparenza perfetta, rinnovato dalle generazioni nuove come se sfiorato appena dal vento freddo dei secoli e dagli eventi sanguinosi. E, sulla strada che ho percorso di prima mattina e luce lattiginosa dell'alba montana, mi è capitato di inoltrarmi in una forra e lungo budello di roccia che, al termine di un piazzale, mostrava l'ascesa faticosa (131 scalini) del pellegrinaggio rituale dei numerosi fedeli di san Romedio, - santo eremita mio pari, ché mi muovo all'alba fedele all'adagio de: 'le ore del mattino han l'oro in bocca'. E, in quella solitudine di geli autunnali del primo mattino e foglie indorate dall'estenuarsi della stagione, pensavo alla realtà viva dell'uomo Romedio, - leggendario homo mediavalis capace, nel mito, di rendere mansueto un orso e cavalcarlo fino a Trento all'incontro con il suo vescovo. E pensavo al miracolo delle moltissime menti infiammate dalla 'fede' che, sotto ogni latitudine e diversa religione, ci annuncia e rende verosimili i miracoli – quella strana realtà di eventi trasfigurati per i quali una guarigione improvvisa e contro ogni predizione della trista medicina assurge a benefica dispensa di questo o quel santo e/o beata Vergine dal 'regno dei cieli' in terra. E c'è abbondantissima letteratura di testimonianze a conferma, per gli increduli cronici e recidivi, e moltissimi gli ex voto sulle scale che menano all'antichissima cappella delle solitarie meditazioni del santo – principalmente per ringraziamento di nuove nascite e bambini nati bene o risanati, chissà per quale passa parola di puerpere e madri e nonne religiosissime. E il vero miracolo, in realtà, è proprio quella miracolosa disposizione mentale che ti dice 'fedele' e appartenente alla schiera dei credenti – poco importa fedele a chi o a che, basta che funzioni, e il sangue di san Gennaro si sciolga nell'ora e giorno stabiliti. Oremus. |
Inviato da: LewisCannon
il 15/08/2024 alle 09:09
Inviato da: cassetta2
il 29/07/2024 alle 22:19
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il 29/06/2024 alle 12:34
Inviato da: fedechiara
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