Creato da fedechiara il 14/11/2014
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Messaggi del 21/02/2022

Nuvole e Vespe della presente commedia di guerra.

Post n°1966 pubblicato il 21 Febbraio 2022 da fedechiara
 

Quel che manca nel canovaccio della guerra prossima ventura che si sta scrivendo è la battuta fatale, la chiosa comica che punge e ammonisce, la frase tagliente e fulminante che solo un comico di vaglia saprebbe e potrebbe pronunciare. Una risata li seppellirà, ricordate? E Zelensky, il leader ucraino, è un comico, lo sapevate?
Un comico prestato alla politica, ma che non cessa di covare nell'anima il fuoco greco del vedere la propria vita e gli eventi correlati con la luce dell'intelletto che è propria di un comico.
Provatevi a immaginare Aristofane redivivo, pungente fustigatore dei costumi politici ateniesi, e la riscrittura delle sue 'Vespe' - e la scena della commedia finale 'La Pace' con Trigeo, il contadino protagonista, trasvolante sopra uno scarabeo, che vola a disseppellirla.
Ecco è questo che ci si aspetta da un comico asceso sul palcoscenico della politica. Che fustighi chi se lo merita e ci sorprenda e ci ammali con le battute che lo hanno reso famoso sui teleschermi e che lo hanno premiato in politica fino alla leadership. Invece niente.
Qualche convocazione e obbligata presenza qua e là nel buffo canovaccio dei leader europei che corrono a turno a buscare il gettone di presenza nelle inutili e affannose trattative pre belliche e la sua attesa (di Zelensky) rassegnata di una guerra già persa e che riscriverà le sfere di influenza tra la Russia e il prepotente Occidente ammucchiato nella alleanza bellica della Nato.
E le severissime sanzioni minacciate dalla Von der Leyen sono l'altro elemento comico di questo canovaccio di guerra che si scrive a dieci mani. Sanzioni che puniranno i cittadini europei con le bollette stratosferiche di gas ed elettricità e che faranno un baffo a tortiglione alla Russia in guerra.
E quanto conti l'Europa in questo canovaccio comico-tragico lo ha mostrato la scenetta, di avvilente comicità, della Von der Leyen in parata protocollare con tanto di blusa rossa (quindi visibilissima) bellamente bypassata da quel tal ministro africano che corre a stringere la mano di Macron e dell'altro maschio alfa presente in scena – e solo il richiamo di Macron lo convince a un mezzo inchino riparatore (ma non troppo).
Beh godetevi la presente commedia degli equivoci. Se le battute sono mosce e i personaggi bolsi e tristi non è per mia colpa. Urgerebbe un altro, post moderno Aristofane a riscriverla, ma havvi a fare senza. Ognuno ha i tempi della storia che si merita.
Aristofane - Wikipedia
IT.WIKIPEDIA.ORG
Aristofane - Wikipedia
Aristofane, figlio di Filippo del demo di Cidateneo (in greco antico: Ἀριστοφάνης Aristophánēs, pronuncia: [aristoˈpʰanɛːs]; Atene, 450 a.C. circa – 385 a.C. circa), è stato un commediografo greco antico, uno dei principali esponenti della Commedia antica (l'Archaia) insieme a C...

 
 
 

Narrazioni consolidate e tastiere.

Post n°1965 pubblicato il 21 Febbraio 2022 da fedechiara
 

E dire che ci avevo creduto. Trovavo convincente e credibile che la postura 'uomo-sedia-tastiera' del quotidiano cazzeggiare che facciamo nel computer di casa, propostaci dal professor Baricco nel suo libro 'the Game', avesse pensionato la più faticosa/sanguinosa postura 'uomo-spada-cavallo' d'antan – che, aggiornata, diventa 'uomo-tastiera-missilecheparte' dal drone armato che aleggia sopra le linee nemiche.
Insomma la realtà aumentata dell'Oltremondo virtuale, le 'second lifes' virtuali, per stare a quei suoi mirabili vaneggiamenti professorali, ci avrebbero messo al riparo dall'ossessione per i confini che ha caratterizzato il Novecento, maledetto 'secolo breve' di ben due guerre mondiali a campate di vent'anni o poco più.
Invece torniamo a bomba – e non nel confortante senso metaforico che conosciamo, bensì nelle immagini televisive di quel che accade nel Donbass, conteso tra Ucraina e Russia, che raccontano di due soldati uccisi e di un attentato alla vita di un ministro della repubblica di una tranquilla escalation militare dagli esiti quasi scontati. Guerra. Ossessione per i confini. Ritorno alle posture aggressive dell'uomo nemico di un altro uomo e deciso a combatterlo, annichilirlo, prendersi il suo territorio e le sue ricchezze.
E buonanotte alla salvifica 'realtà aumentata' del computer-giocattolo del mitico Game.
Ossessione per i confini che fa seguito ai muri di filo spinato che si sono eretti e si erigono in Polonia ed in Ungheria alla facciaccia del salvifico mondo globale predicato dalle sinistre di s-governo come un Bengodi di futuri affratellamenti e travasi di vasi comunicanti tra miseria e ricchezza, tra il terzo e quarto mondo e l'Occidente colpevole di capitalismi rapinosi e di guerre per rapina (petrolio e silicio).
E, abbandonati i sogni e i giochi di futuro (the Game) tocca tornare alle tristi considerazioni noventesche dei confini difesi con le unghie e con i denti, pena il collassare delle economie e la corruzione della civitas sotto l'urto dei milioni di migranti che si incolonnano alle frontiere del Messico e dell'Ungheria/Polonia e della Turchia – e il 'troppo che stroppia' che pretende riconoscimento di umanità e di pietas, ma osta il 'grano salis' delle limitate risorse a disposizione e di quanto siamo disposti a sacrificare di ciò che abbiamo costruito in faticosi decenni di fragile sviluppo economico.
E l'esempio di coloro, santi subito, che si prendono in casa i profughi (welcome refugees) e li sfamano e li introducono nel sogno di un futuro di sviluppo condiviso non ci pare un buon esempio da condividere a milioni perché è estensione caritativa di dubbia efficacia economica e la 'natura umana' di predazioni e di fratelli-coltelli (Caino e Abele) che abbiamo alle spalle è narrazione di gran lunga più forte e consolidata.
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