Creato da fedechiara il 14/11/2014
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Messaggi del 24/02/2022

Invasioni e stufe a pellets.

Post n°1970 pubblicato il 24 Febbraio 2022 da fedechiara
 

Le ragioni dei generali si analizzano a posteriori, quando si pubblicheranno i libri e le note enciclopediche che leggiamo sulle 'grandi guerre': strategie, armamenti dei fronti opposti, distruzioni di città, battaglie navali, ecc.
E azzardo che l'ampiezza dell'intervento bellico russo sia strategia studiata da mesi di una 'guerra-lampo' mirata ad abbattere in pochi giorni od ore ogni menoma resistenza dell'esercito ucraino che – proprio in questo minuto – giornalisti embedded e amanti del rischio di subitanee smentite dicono 'ben armato e deciso a difendere la 'patria' dal recente sentire filo occidentale e filo Nato con le unghie e con i denti' (sic).
E magari, fra pochi giorni, schierati i militari russi nei luoghi strategici di ogni canonica occupazione, si troverà un qualche Petain ucraino disposto a fare un governo filo russo e comincerà una nuova era e un diverso sviluppo economico di quel paese a guida russo-cinese. Stay tuned.
E le sanzioni severissime dei paesi europei e degli americani si stempereranno dolcemente nel correre del tempo e degli eventi nuovi - e saranno pagate in primis dai cittadini europei succubi con le bollette stratosferiche già infilate nelle cassette delle lettere e chiuderemo le costosissime caldaie del gas e faremo i buchi nel muro del salotto per le stufe a pellets che correremo in massa a comprare.
Diamoci tutti una calmata, brava gente. E' solo l'ennesima guerra, delle molte che l'umanità ha partorito e partorirà tutto lungo i secoli Duemila – comprese le guerre stellari, forse, chissà.
E l'Oltremondo del web dovrà fare i conti con queste riviviscenze barbariche e preistoriche e il futuro ricomincia sempre, magari con il passo del gambero: uno avanti e due indietro.
Mettetevi su un buon caffè o mangiatevi una pastina. E' solo il 24 febbraio 2022, anno post pandemico che annovererà qualche altra decina di catastrofi, da qui alla fine.
Ma ci abbiamo fatto il callo, isn't it?
Potrebbe essere un'immagine raffigurante arredamento e spazio al chiuso

 
 
 

Cronache dalla nuova peste.

Post n°1969 pubblicato il 24 Febbraio 2022 da fedechiara
 


Cronache dalla nuova peste. - Part one. 20 febbraio 2020
Le prime amplificazioni della notizia maledetta del virus che dilaga mi costringe a chiedere alloggio per la notte perché neanch'io 'sono fatto di ferro' e lo spettro dei 'pazienti zero' vaganti per le strade e nei luoghi chiusi - e sui treni e sugli autobus del ritorno a casa mi spaventa - e 'meglio evitare' e 'farci il callo' psicologico, stando l'infimo livello igienico delle nostre carrozze che nessuno si prenderà la briga di irrorare di efficaci antivirali (come fanno in Cina) se non dopo il centesimo o millesimo morto ammazzato.
E le mie cronache di paura e avvilimento per quest'altra catastrofe del 20-20 che ci è capitata tra capo e collo e ci tocca testimoniare e rappresentare 'finché morte non ci separi' cominciano con la frequentazione virtuale di un 'social' del profondo web dove un professore emerito fa la ramanzina da par suo nei confronti dei 'fascio-leghisti' che chiedono a gran voce di chiudere i confini e di adottare le misure sanitario-militari che hanno adottato i cinesi (che fortuna che quel popolo non sia stato guidato da una molle e imbelle democrazia europea in un frangente di tanta tragedia e ci abbia mostrato come si fa -ospedali costruiti in dieci giorni!!- se si vuole evitare il decimillesimo morto per pandemia).
E quel tal professore dalla ramanzina facile sostiene che sia intollerabile corbelleria il confine chiuso e i relativi provvedimenti sanitari correlati perché 'ubi maior minor cessat' e tocca tenerci il mondo globalizzato e le relative pandemie e i barconi sostenuti dai taxi del mare o.n.g., e le periferie urbane delle città europee sotto efficace controllo della genia islamo-radicale che chiede a gran voce la 'sharia' e i loro figli e i nipoti cittadini europei rinnegati radicalizzati nelle carceri che vanno a sparare nelle piazze e nei teatri e nelle redazioni della libera stampa perché 'vuolsi così colà dove si puote e più non obbiettare'.
Insomma non c'è rimedio: tocca morire globalizzati e 'a chi la tocca la tocca', come ci propina l'illustre professore.
E forse gli parrà offesa fascio-leghista anche l'obbiettargli che, magari, qualche chiusura di tipo emergenziale al mondo rotto globale non è così lunare, bensì è nelle cose - e che anch'io mi sono confinato a casa per giorni 9 causa normale influenza ed eviterò le milonghe fino a cessato allarme – e si sono chiusi di brutto i confini sanitari nei ghetti e lazzaretti degli ospedali Spallanzani e Sacco ad allarme lanciato ed avviata la conta dei morti, e si chiudono le scuole e si raccomanda via tivù e internet di 'stare a casa' ed evitare teatri e altri convegni.
Ecco: parrà offesa grave al globalismo imperante nei pensieri dei professori e scrittori sinistri pontificanti a sproposito dire e sostenere che il confine si chiude a fisarmonica alla bisogna e magari si riapre ad emergenza cessata cum grano salis?
Nessuna descrizione della foto disponibile.

Cronache dalla nuova peste. Part three.
Clausura. 23 febbraio 2020
Questa mi mancava. L'esperienza della clausura, intendo. O dei 'domiciliari', se meglio vi esprime quel vagare di stanza in stanza e di letto in divano, cambiando libro o telefilm - e una capatina in terrazza, di quando in quando, per vedere se il mio condominietto di campagna si decide a mostrare un silenzioso passaggio di umani ad una qualche ora del giorno:
'Buongiorno.' 'Buonasera'. 'Come va?'. 'Si sta / come d'autunno / sugli alberi / le foglie.'
Quest'ultima meglio non dirla perché mette una tristezza che lèvati, ma racconta magistralmente, sia pure in poesia, la precarietà delle nostre vite prigioniere di una indicibile/invisibile calamità naturale.
Che, poi, le suore di clausura ci hanno fatto il callo a quella loro condizione di vita e sono bene organizzate – con quei loro tragitti svelti, le mani nelle ampie maniche, ad ore precise, tra il chiostro, la chiesa e gli orti da coltivare e le cucine e la biblioteca. E sospetto che una qualche paroletta galeotta se la dicano, le sorelle più indisciplinate, ad onta della maiolica azzurrina soprastante che intima loro 'Silentium' lungo i transiti del chiostro e nelle sale di riunione. E poi cantano il gregoriano con quelle loro voci dolcissime, che figata!
E che dire di quella storia che ci raccontano gli etologi di grido in televisione, nelle infinite trasmissioni dedicate allo stramaledettto 'corona virus' delle mie beole: che si tratta di un organismo vivente vecchio di miliardi di anni (l'anzianità fa grado?) che 'si replica' a nostro danno, secondo l'antico adagio 'mors tua vita mea' dei tanti documentari di natura che abbiamo visti in tivù.
Interessa a qualche animalista mistico-religioso (di quelli delle mascherine permanenti sul viso per non ingoiare gli insetti trasvolanti e distratti) la vita residua e la replicazione di uno stronzissimo virus 'corona'?
Abbiamo sterminato e quasi estinto tigri, leoni, rinoceronti ed elefanti, non ci fermeremo davanti ad uno stupissimo virus del c.... che si replica dentro di noi approfittando delle nebulizzazioni di uno starnuto o di uno che ti sputacchia parlando a pochi decimetri dalla tua bocca (ma che schifo!).
Parola del giorno – da ficcargliela in quel posto ai dotti etologi pontificanti – 'replicazione'.
E per fortuna che, in tanta noia di clausura, c'è da fare la lista di quel che ti manca e che prevedi di consumare con razioni precise e predeterminate da qui all'eternità del tempo che ci manca per estinguere, via vaccino, il virus caxxone. Qualche chilo di pasta, olio di oliva, patate. Nella speranza che quella quantità di idioti che vediamo in televisione allontanarsi dal supermercato con un camion-carrello di roba da coprirci due anni di carestia e gli scaffali vuoti e i magazzini non più riempiti dai blocchi dei militari sulle strade non ti costringano fra qualche giorno alla fame.
Ecco, forse la quarta parte di questa cronaca sarà intitolata alla 'fame', quella di Ugolino che: '...e che conviene ancor ch'altrui si chiuda'.
Statemi bene e dimagrite cum grano salis, auto carcerati responsabili.
Nessuna descrizione della foto disponibile.

 
 
 
 
 

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