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Messaggi del 05/08/2023

Post moderne torri di Babele.

Post n°2716 pubblicato il 05 Agosto 2023 da fedechiara
 

Torri di Babele tutt'ora in costruzione. 03 agosto 2014

Nella confusione delle lingue di Babele in cui viviamo immersi uno stesso fatto viene nominato diversamente secondo convenienza e sentire politici. Ed ecco che il 'salvataggio' in mare di 100 e uno migranti da parte della nave italiana Asso 28, coordinata dalla guardia costiera libica - a cui abbiamo fornito navi ed addestramento specifico proprio per questo genere di interventi in mare già al tempo di Minniti agli Interni e oggi con Salvini – viene ad assumere connotazioni di tregenda e tragedia nel titolo suggestivo de 'Il Manifesto'.
'Ritorno all'inferno' titolano i valenti giornalisti all'estrema sinistra dello schieramento buonista e nessuna lode ai salvatori che hanno riportato in porto e a terra i 'migranti', chissà perché.
E se la Libia è un inferno, nell'immaginario costantemente apocalittico di costoro, il mettersi in mare volontariamente (e pagando fior di denari) stipati in numeri esorbitanti su fragile navicella e/o barcone/gommone scientemente scassato al fine di giustificare la nomea di 'naufraghi' e 'naufragio' e il 'salvataggio' conseguente a norma di 'legge del mare' dovrebbe ugualmente essere bollato negativamente e indicato quale cosa che 'non s'ha da fare' perché è grimaldello criminale di scafisti e commercianti di morte (complici le vittime che pagano loro l'obolo mortifero) a cui non importa un fico secco dell'esito della mala azione di procurato e sistematico naufragio: se di annegamento collettivo o di riuscito 'salvataggio' concordato con la o.n.g. di turno opportunamente avvisata del misfatto col telefono satellitare.
E davvero non c'è modo di conciliare i due opposti schieramenti e indurli a usare un linguaggio comune basato sull'osservazione meticolosa dei fatti accaduti in mare e delle parti in commedia, (pardon: 'tragedia') al fine di evitare l'apparizione in internet di quei disgustosi e osceni titoli sui giornali e giornaloni faziosissimi (la Stampa, Repubblica, il Corriere) ed in video e in voce sui telegiornali - tutt'ora schierati, come un sol uomo, sul fronte buonista e accogliente a sproposito e ad oltranza, ad onta del fatto che il 60 e più per cento degli italiani approva l'operato del governo e, in particolare, del suo ministro dell'Interno e della politica dei porti chiusi e le o.n.g. al palo, ma che ancora si provano, piratescamente, a soffiare con destrezza alla guardia libica i pretesi naufraghi e scodellarli in Europa, il loro Bengodi.
La costruzione della torre di Babele non è mai stata sospesa, ahinoi, e finiremo per vederla svettare, in questo scorcio di terzo millennio di insania collettiva, più alta del più alto grattacielo mai costruito – monumento alla tragedia umana dell'arroccarsi sulle proprie posizioni politiche, incuranti del buonsenso e del senso delle proporzioni e della capacità/possibilità di convincere i concittadini delle proprie buone ragioni.
Nessuna descrizione della foto disponibile.

 
 
 

Due o più modi di fare una cosa...

Post n°2715 pubblicato il 05 Agosto 2023 da fedechiara
 

(...) «Se ci sono due o più modi di fare una cosa,
e uno di questi modi può condurre a una catastrofe,
allora qualcuno la farà in quel modo.» 05 agosto 2022

La guerra che verrà non sarà osservabile e narrabile da alcunchi se non nella prima fase: di attacchi missilistici parzialmente respinti nei primi mesi dai sistemi d'arma che li intercettano. E i pochi reporters sopravvissuti ce ne daranno conto in tivù solo fino all'esplosione maggiore e abbagliante: quella di cento e più volte la potenza in megatoni dell'insieme delle due bombe scoppiate ad Hiroshima e Nagasaki. Prima a Mosca, poi a Washington o a Pechino, poi una salva finale in rapida successione sulle maggiori città nemiche contrapposte. Il fuoco d'artificio più straordinario nella storia dell'umanità. E definitivo.
Vi è una folta schiera di scettici parzialmente ottimisti sul fatto che la guerra che verrà non sarà una guerra nucleare. 'Non conviene a nessuno dei contendenti.' dicono sereni. 'Troppe variabili da considerare e, sopratutto, il conto degli eventuali sopravvissuti.' Ottimismi, appunto. Da un tanto al chilo.
Di gente che, per certo, non ha avuto modo (o voglia) di andarsi a rivedere in rete il film di Kubrik, di una tragica e agra comicità: 'Il dottor Stranamore - ovvero come imparai ad amare la Bomba e a vivere felice.' Un crescendo di azioni e reazioni politico-militari irrefrenabili e di pulsanti rossi sempre lì lì per essere premuti a Mosca e a Washington.
C'è anche chi sostiene che la decisione di sganciare le atomiche sulle due città giapponesi martiri sia dovuta all'ignoranza dei politici di allora degli effetti spaventosi che poi ebbero sulla popolazione civile, dopo l'espandersi del malefico fungo atomico.
La tesi è inverosimile e vale, forse, per il capitano e l'equipaggio del bombardiere 'Enola Gay' - dalla cui pancia uscì il confettino 'Little boy' (un gran senso della comicità questi allegri militari).
Racconta costui in un suo libro di memorie: 'Mai avrei creduto possibile una esplosione così spaventosa che rischiava di mangiarsi l'Enola Gay nella sua devastante espansione celeste.'
E' certo, invece, che i tecnici e il pool di fisici nucleari che informarono i committenti politici degli effetti di quella esplosione sono stati molto precisi nei loro reports secretati.
E che quei politici americani, già responsabili dello spaventoso massacro di 200.000 civili dei bombardamenti notturni su Dresda, non abbiano avuto remore nel sacrificare le vite degli abitanti di Hiroshima e Nagasaki pur di chiudere in pochi giorni la guerra con il Giappone.
Ne concludo che la guerra termonucleare non è solo possibile bensì predicibile e molto, molto probabile.
Non solo per quella 'legge' di Murphy di cui ci racconta Wikipedia:
' Edward Murphy era uno degli ingegneri degli esperimenti con razzo-su-rotaia compiuti dalla USAF nel 1949 per verificare la tolleranza del corpo umano alle violente accelerazioni (USAF project MX981). Un esperimento prevedeva un gruppo di 16 accelerometri montati su diverse parti del corpo del soggetto. Erano possibili due modi in cui ciascun sensore poteva essere agganciato al suo supporto, e metodicamente i tecnici li montavano tutti e 16 nella maniera sbagliata.
Murphy pronunciò la sua storica frase che lo rese celebre:
«Se ci sono due o più modi di fare una cosa,
e uno di questi modi può condurre a una catastrofe,
allora qualcuno la farà in quel modo.» '
Bensì per una semplice valutazione probabilistica legata al complesso e controverso divenire della scienza bellica e della sua applicazione sui campi di battaglia.
Sarei tentato di sfidare i miei scettici e dire loro: 'Scommettiamo.', ma temo che non resteremo vivi ne voi né io in un tal genere di guerra termonucleare annunciata e sollecitata dalla 'satanica' Pelosi ('Satana', la definiva, appunto, Donald Trump) per vedere, poi, chi ha vinto la scommessa.

 
 
 

Dubbi atroci.

Post n°2714 pubblicato il 05 Agosto 2023 da fedechiara
 

Il dubbio. - 05 agosto 2016
...che poi, quei tali che ravanano dentro le pieghe di facebook come i suonati dietro ai pokemon e tolgono le amicizie neanche gli avessero fatto chissà che torto nella vita reale - che so: aver detto male di loro, avergli rubato la fidanzata o mai restituito un prestito ricevuto - mi dà l'impressione che si siano 'radicalizzati sul web' un po' al modo dei marziani e rinnegati di seconda e terza generazione che riempiono le cronache degli ammazzamenti e delle stragi sulle 'promenades'.
E il dubbio atroce è che abbia ragione Mc Luhan buon'anima, quello che 'il media è il messaggio'.
Non è che ci stiamo un po tutti radicalizzando/rincoglionendo con queste immersioni virtuali totali che fare una passeggiata e scambiare due parole con un conoscente incontrato al mercato saranno, fra breve, cose da t.s.o e ricovero coatto?
Nessuna descrizione della foto disponibile.

 
 
 
 
 

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