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Messaggi del 09/08/2023

Harem ed hammam

Post n°2723 pubblicato il 09 Agosto 2023 da fedechiara
 

Di harem ed hammam - 10 agosto 2016

Tecnicamente non fa una piega. Se lo stato italiano riconosce la diversità di genere e tutela i diritti civili di ogni persona a dare e ricevere amore e a sposarsi, deve riconoscere anche il diritto dei musulmani ad avere più mogli – com'è nella loro tradizione. Ed è curioso il distinguo del nostro Luigi Manconi, storico buonista d'assalto, che si arrampica sugli specchi per dire che no, su questo punto non si transige, la poligamia è altra cosa ed è in qualche modo paragonabile all'infibulazione, perciò no, mettetevela via.
L'uomo ragno non avrebbe saputo fare e dire meglio sulla lucida superficie di tanto specchio.
Che se uno vuol farsi il suo privato harem - emulo dei sultani d'antan – ma nell'hammam di un tre stanze e un solo bagno non finestrato nella periferia di Milano sono fatti suoi e lo stato italiano avrà solo l'obbligo di far sapere a quel tale che la pensione di reversibilità andrà divisa equamente per il numero delle mogli in servizio effettivo e continuato – non si pensi, il furbastro, di chiederla piena per ognuna delle mogli assunte nell'harem.
E, per la verità, la questione posta dal presidente dell'Ucoi sembra più una provocazione ben assestata nel giorno in cui si recitano i primi 'si, lo voglio' dei nostri 'diversamente sposi' e apre scenari apocalittici (e non integrati) sul futuro delle convivenze civili - che ben poco hanno di civile nel leggere delle migliaia di 'radicalizzati sul web' in sonno e pronti ad ammazzamenti dei più vari e diversi ma tutti nel segno di 'allah u akbar'.
Che se viaggi in un treno strapieno e sei molto stanco basterà pronunciare la formula magica del terzo millennio anche con tono normale e scateni un fuggi fuggi generale e l'intero scompartimento sarà a tua disposizione. Forse ci capiterà di vedere una tal scena in una gag comica prossima ventura di sapore agro e che ci farà masticare amaro.
E, francamente, in tanta cronaca di un mondo rotto e pieno di ammazzamenti di noi fragili e indifesi 'crociati', con le asce e i coltelli ficcati nelle tasche dei depressi e suonati di seconda e terza generazione di immigrati come i pettini dei nostri nonni e padri, se anche i cari s-governanti del pd e sinistra associata, così sensibili ai temi dei diritti dei nostri ospiti immigrati, dovessero riconoscere loro il diritto civile della poligamia, dirò anch'io quella frase di un famoso film che aveva a che fare col vento:
'Francamente me ne infischio.'
L'entropia del caos di un siffatto mondo impazzito e furioso non la governa più nessuno, tanto vale farsi da parte e riderci su.
Magari me ne vado in Svizzera – che da secoli riesce a vivere bene nel suo sacro isolamento e fuori dall'Europa dei mille drammi presenti e futuri e che rispedisce al mittente i richiedenti asilo che si accampano da noi, fuori dalla stazione di Como - e siamo diventati ormai il campo-profughi dell'Europa dalle frontiere ermeticamente chiuse.
Nessuna descrizione della foto disponibile.

 
 
 

Frivolezze lagunari.

Post n°2722 pubblicato il 09 Agosto 2023 da fedechiara
 

Di pensatori al confino e di altre frivolezze. - 09 agosto 2018

E, in attesa che le folle dei vacanzieri e viaggiatori di agosto tornino disciplinatamente a casa e se ne tornino a lavorare alacremente per il loro benessere e dell'umanità intera e la salute dell'economia e dei commerci, - liberando spazio e paesaggi per il mio prossimo viaggiare libero -, si può viaggiare 'in situ' cittadino con gran diletto delle menti e dei corpi.
E, se entrate a Ca' Corner della Regina, - solido palazzo parallelo a Ca' Pesaro e oggi in gestione magnifica della Fondazione Prada, che lo restaura e ce lo mostra bellissimo e 'comme il faut' con le mostre ponderose e un filo provocatorie che vi organizza – il corpo vostro sudaticcio e affranto dal gran caldo godrà come un riccio per la meravigliosa temperatura interna di aria condizionata e le 'sonanti stanze' di eleganza classicissima in cui vi aggirerete ammirati in splendida solitudine.
E ci colpisce, leggendo le lapidi marmoree, che tanto immenso palazzo sia stato, tra l'altro, sede del 'monte dei pegni' – qualcosa di simile ai moderni avvoltoi dei 'compro-oro', ma con l'attenuante della speranza che offriva ai poveretti di poter ricomprare i gioielli di famiglia con modesto 'pegno', non appena passato il momento di crisi che li spingeva a impegnarli per fame o malattia.
Una storia di miserie nostrane degna anch'essa di una mostra 'site specific'.
E la mostra ospitata quest'anno fa davvero pensare ('Machines à penser') – considerato che prende a carico le storie di confino di tre immensi pensatori di questo secolo: Adorno, Wittgenstein e il vituperato Heidegger, che mai rinnegò il suo essere filosofico sostenitore dell'ascesa del partito nazionalsocialista del caporale Hitler.
E si viaggia davvero, di stanza in stanza, dalla Foresta Nera della baita-heimat di Heidegger alla Norvegia del fiordo di Skjolden - dove Wittgenstein si ritirava a ponzare e vi scriveva il suo ponderoso Tractatus Logico Philosoficus alle palazzine liberty dove abitava Adorno, rifugiato e ospite di ricchi rifugiati tedeschi in fuga dalla barbarie politica nazista.
Accompagnano il viaggio negli eremi dei tre pensatori del Novecento le opere di svariati artisti, non tutte immediatamente intellegibili, ma riferite, per estensione artistica, alle solitudini creative degli eremi di ogni tempo e luogo - compreso quello di san Girolamo.
Una mostra certamente cerebrale: nel senso che stimola i neuroni ad 'andare oltre' il caldo nostro quotidiano e a misurarsi coll'entusiasmante viaggio della conoscenza (fatti non foste a viver come bruti) che così rari visitatori annovera all'interno di queste sale fitte di affreschi mirabili.
Fatevi coraggio ed entrate, non ve ne pentirete. In ogni caso, 'sta(re)te freschi', - voi e i 'Minima Moralia': ponderosi aforismi che vi potete leggere per intero seduti per ore come foste a casa vostra.
Nessuna descrizione della foto disponibile.

 
 
 
 
 

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