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Messaggi del 14/08/2023

'O famo strano.

Post n°2730 pubblicato il 14 Agosto 2023 da fedechiara
 

Unioni diverse.
...che, poi, tutta quest'enfasi sulle gloriose e festose famiglie 'queer' e sui 'figli dell'anima' emersi dalle cronache relative al funerale della Murgia rivelano una speciale abilità 'confezionatoria' e di speciale narrazione unilaterale.
La famiglia tradizionale è morta e/o arranca penosamente nella sua asfissia di 'uomo-donna-figli', ci mandano a dire quei dessi - nuovi profeti di triangolazioni quadrilaterali multi secanti ed eventualmente tangenti - e noi siamo il nuovo che avanza.
Ma dai!🥴
Non diversamente predicavano i guru delle famiglie dei fiori svariati decenni fa, salvo isolarsi nelle 'Comuni' dopo aver constatato la minorità sociale delle loro sperimentazioni estreme e la fragilità temporale di quelle unioni 'Acquarius' e di 'libero amore' modello 'Woodstock' (il famoso festival musicale di sex and drug and rock and roll, non l'uccellino amico di Snoopy, che avete capito?).
E tutto quello speciale amore nuovo e diverso delle famiglie queer contrapposto all'unione tradizionale e biblica non sarà che ci rimanda, per proprietà transitiva e 'mutatis mutandi', a quella maitresse che, per calmare le fantasie di una sua dipendente innamorata di un poeta dai versi mielosi amante dei bordelli, le diceva che si, confezionata in versi, la cosa può attingere gli empirei, ma, sotto sotto, sempre di vigorose trombate o desideri malcelati della cosa si tratta.
Però, si, ha ragione il sergente Abatantuono del film 'Mediterraneo' a dire alla giovane che gli offre speciali servigi per i bisogni del caso, che: 'C'è modo e modo di raccontare la cosa, pur se la sostanza non cambia.'
Tradizionale o queer sempre di unioni uom3 o donn3 si tratta, perdonate le estreme semplificazioni.
'O famo strano'?
Hippy - Wikipedia
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Hippy - Wikipedia

 
 
 

Donne controcorrente.

Post n°2729 pubblicato il 14 Agosto 2023 da fedechiara
 

'Donne, ah, ah, amiche di sempre / donne alla moda, donne contro corrente....'
(...) Ma questa è in definitiva la testimonianza più sicura che la tanto osannata «integrazione» è impossibile da realizzare. Impossibile per un motivo molto semplice che i politici però si rifiutano di capire: le religioni sono creazione dei singoli popoli, così come la lingua, il diritto, l'arte, la musica, la scienza; ne rispecchiano la forma mentis, la visione del mondo, il carattere, la personalità di base. Cosa avverrà nel prossimo futuro in Italia con una forte presenza di musulmani se non si bloccherà immediatamente l'immigrazione? Nessuno si illuda che dando loro la cittadinanza italiana, come è stato proposto da alcuni partiti, diventino italiani. Non è l'anagrafe a creare i popoli e la loro cultura.
- Estrapolaz. dall'articolo citato - Ida Magli - nota antropologa.
La stragrande maggioranza degli immigrati è di religione musulmana. E per loro non esiste parità, solo sottomissione e segregazione
La grande maggioranza di coloro che arrivano in terra italiana, con il passaporto o con gli scafisti, sono di religione islamica. Purtroppo gli italiani, a causa della particolarissima storia politica che hanno alle spalle, si sono abituati, quasi come per reazione genetica, a non sapere nulla delle religioni con le quali hanno sempre avuto a che fare.
Conoscono pochissimo perfino il cattolicesimo. Se si chiede a un italiano la formula del Credo o chi sia lo Spirito Santo, si può essere certi che non sa rispondere. Tranne quelli molto devoti (in genere donne) oppure appartenenti a qualche associazione cattolica e di conseguenza consapevoli dell'importanza politica della propria religione, l'italiano medio di religioni sa soltanto quello che gli giunge attraverso il contesto giornalistico quotidiano, il che significa che «tecnicamente» non sa nulla. Si tratta di una «resistenza», inconsapevole ma profonda, instauratasi a difesa sia di ogni singolo italiano sia del popolo italiano, dotato di un'intelligenza critica sovrabbondante in confronto all'attitudine «mitica» o al misticismo simbolico che connotano tanti popoli anche in Europa.
È questo il vero motivo per il quale gli italiani non sono capaci di valutare l'incidenza nella nostra società della religione di cui sono portatori gli immigrati, la forza del loro essere «credenti», il peso dei comportamenti imposti dal Corano in ogni ambito della vita, ma soprattutto nel rapporto fra uomo e donna. Questo rapporto lo possiamo analizzare partendo da un dato fondamentale: la donna è di un grado inferiore all'uomo. Nella Sùra delle donne, capitolo del Corano espressamente dedicato alle norme riguardanti le donne e il cui testo dovrebbe essere esposto ovunque nel territorio italiano, Maometto afferma che gli uomini sono superiori alle donne, se disobbediscono le debbono punire, metterle in letti separati e batterle.
La donna è impura e contaminante a causa dei meccanismi fisiologici della sua sessualità (mestruazioni, gravidanza, puerperio), il che significa che deve vivere a parte, insieme alle altre donne e ai bambini, coperta dalla testa ai piedi per non essere vista né toccata. Sono tutte regole risalenti al libro Levitico dell'Antico Testamento e riprese da Maometto nel Corano, regole quindi elaborate da pastori nomadi della Palestina di molti millenni avanti Cristo, incompatibili con la società occidentale e che infatti hanno subìto con il passare del tempo diversi «aggiustamenti». Ma la norma cui si attengono gli odierni Califfati e Stati islamici più osservanti, è rigidamente quella coranica.
Nei Paesi europei di forte immigrazione come la Germania, la Francia, l'Inghilterra (ma anche negli Stati Uniti) sono attivi già da anni dei tribunali islamici che giudicano ed emettono sentenze secondo il Corano soprattutto nell'ambito di questioni o «reati» familiari, e questo è di per sé la prova dell'esistenza di uno Stato nello Stato, della sua incapacità ad amministrare i cittadini con lo stesso diritto. La nostra antichissima, nobile formula: «La legge è uguale per tutti» non vale più.
Ma questa è in definitiva la testimonianza più sicura che la tanto osannata «integrazione» è impossibile da realizzare. Impossibile per un motivo molto semplice che i politici però si rifiutano di capire: le religioni sono creazione dei singoli popoli, così come la lingua, il diritto, l'arte, la musica, la scienza; ne rispecchiano la forma mentis, la visione del mondo, il carattere, la personalità di base. Cosa avverrà nel prossimo futuro in Italia con una forte presenza di musulmani se non si bloccherà immediatamente l'immigrazione? Nessuno si illuda che dando loro la cittadinanza italiana, come è stato proposto da alcuni partiti, diventino italiani. Non è l'anagrafe a creare i popoli e la loro cultura.
Da quanto abbiamo detto sullo statuto delle donne nell'islamismo è facile comprendere come questo rappresenti uno dei pericoli maggiori di disintegrazione per il tessuto della società italiana. Per quanto le donne siano oggi in grande maggioranza ben consapevoli di se stesse, dei propri diritti, della propria libertà, sono però in qualche modo fragili, poeticamente alla ricerca di un amore «diverso», vagheggiando un maschio sessualmente e psicologicamente forte, capace di dominare, tipi ormai rarissimi da trovare fra gli italiani.
Le promesse di parità non contano: una volta sposate con un musulmano le donne sperimentano la forza della cultura islamica non soltanto nel marito ma in tutta la sua famiglia e sono costrette ad una obbedienza che diventa anche più grave con la nascita di figli.
Ma possiamo intravedere pericoli ancora più gravi per la tenuta della società nei messaggi che si sprigionano nell'aria, dal punto di vista culturale, con una forte presenza di donne velate, tabuizzate, spesso infibulate, che coltivano doveri, ideali, mode, sentimenti, passioni, linguaggi in totale contrasto con i nostri. L'aria culturale non la si può chiudere nelle moschee o nei tribunali appositi: la respiriamo tutti. La «tolleranza» ne facilita la circolazione ovunque e coloro che, nascosti dietro le torri di Bruxelles, hanno ideato e sostengono l'immigrazione di massa come il migliore strumento per distruggere l'Europa, lo sanno benissimo. È sbagliato infatti credere che il fascino della libertà di cui godono le donne italiane avrà necessariamente la meglio sulle «chiusure» musulmane. È già successo nel passaggio dalla libertà delle donne romane alla clausura di quelle cristiane...

 
 
 

Non colpevole.

Post n°2728 pubblicato il 14 Agosto 2023 da fedechiara
 

Non pensate che il dirsi pubblicamente 'non colpevole' dell'assassino islamo-terrorista che a New York ha ferito gravemente Salman Rushdie sia una strategia processuale suggeritagli dal suo avvocato.
Perché, se lo fosse, considerato che l'assassino è stato fermato dai presenti alla conferenza mentre affondava i colpi - e gli si è impedito di completare il suo macello rituale sulla persona dello scrittore - verrebbe da ridere, e quell'avvocato delle cause perse relegato d'un subito tra i maneggioni che si aggrappano, come i ragni sugli specchi, ai più stupidi e triti marchingegni processuali.
Negare, negare sempre perfino oltre l'evidenza condivisa e malgrado l'essere stati arrestati in flagranza.
In realtà con quella dichiarazione di innocenza l'imbecille aspirante ai milioni promessi agli assassini dalla fatwa di Komeini (rinnovata da Kamenei nel 2019), si ritiene non colpevole per virtù religiosa di 'allah u akbar' - il grido rauco dei pretesi guerrieri islamo-terroristi da un tanto al chilo che aggrediscono vittime indifese e sparano sul mucchio, come al Bataclan, come a Nizza e a Berlino con il tir lanciato sulla folla.
Leggetevi i resoconti dei giornalisti presenti al processo dell'unico imputato per i misfatti del Bataclan e dintorni che, poi, discettiamo di gioiose accoglienza europee nelle tristi 'banlieues' parigine e belghe del 'disagio sociale' e di pretese integrazioni ed eventuali ius scholae di Letta, il nipote di suo zio.
E questi episodi di assassini seriali e 'natural born killers' di seconda generazione di immigrati, che, sommati insieme, riempirebbero un libro di trecento e più pagine – e scorrono, negli occhi della mente, le immagini televisive di maledette folle di islamisti radicali che bruciavano in piazza i suoi libri e ce lo mostravano impiccato in effige (e appiccato il fuoco ai magazzini dove erano stipate le copie dei 'Versetti satanici' e ferito a morte il traduttore) ci dicono che la sfida dell'accoglienza europea è persa in partenza e abbiamo 'accolto' migliaia di serpi in seno pronte a immolarsi sull'altare della crociata contro 'gli infedeli' dell'Occidente canaglia e nemico a prescindere.
'Questa è Africa!' gridava una folla di giovani di seconda generazione di immigrati a Peschiera sul Garda – con annesse molestie a giovanissime italiane sui treni del ritorno dalla 'gita etnica' dell'orgoglio africano.
Benvenuti in Europa e nell'America del gioioso 'melting pot' - tanto caro a Letta e varia compagnia elettorale del 'campo largo'.

 
 
 
 
 

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