Creato da fedechiara il 14/11/2014
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Messaggi del 05/06/2024

Quegli artisti stralunati.

Post n°3221 pubblicato il 05 Giugno 2024 da fedechiara
 

05 giugno 2015
E, stralunati come siamo per il bombardamento di notizie della corruzione stellare dei vertici del calcio mondiale e di quella nostrana di 'mafia capitale', sedersi davanti a una trinità di video coloratissimi e apocalittici in cui si rappresenta l'essenza del caos nostro quotidiano con spezzoni tratti da 'Metropolis' di Lang e gli odierni 'femminicidi' si specchiano in un vecchio film muto dove una folla impazzita osanna l'esecuzione di una poveretta innocente sembra perfino riposante - e lasciamo che il caos del mondo di fuori continui imperterrito e magari, fra 13 giorni, ci scodelli perfino l'espugnazione al ballotaggio della cittadella-Venezia, turrita da lustri di governo della sinistra e isolata in una regione a stragrande maggioranza lego-forzista, - e la consegni nelle mani dubbie e certamente inconcludenti dell'ennesimo 'imprenditore in politica', che Dio ci aiuti, mammaliturchi!
E, a palazzo Bembo, affacciato sulla via d'acqua più trafficata al mondo, la scelta dei curatori dell'European Cultural Centre di radunare in due palazzi oltre 100 artisti provenienti da 40 paesi diversi e in serrato dialogo con i colleghi non-europei produce un effetto straniante ma convincente e ti convinci che il cosmopolitismo culturale è cosa buona e giusta e che gli artisti, più e meglio dei poeti sono i veri profeti del mondo che verrà e interpreti efficacissimi delle sue tensioni e orrori commisti col poco di buono che ci sforziamo di osservare e preservare.
Un po' meno buono e giusto è il cosmopolitismo forzato che deriva dall'arrembaggio e dall'asfissia dei 'barconi' e dei migranti: a migliaia affibbiati a forza e costrizione legislativa alle regioni del nord che produce e vieppiù produrrà i mostri di 'via Anelli' e dei dintorni della stazione di Padova: i ghetti orribili ad abitarsi del futuro gramo che ci aspetta, fitto di fortissimi conflitti sociali e 'rivolta delle banlieues' nelle grandi e munifiche e sventate città europee, i cui abitanti chiedono a gran voce 'più sicurezza' e votano i 'partiti populisti'.
Ma non sembra pensarla così il catalano Jaume Plensa che, dalla Basilica di san Giorgio Maggiore in isola ci mostra la testa di una cino-spagnola di sua conoscenza realizzata con rete di acciaio e una mano benedicente scende sotto la cupola al centro realizzata con i geroglifici e i caratteri dell'alfabeto di molte lingue differenti – a dire di una idea di futuro finalmente pacificato e di un ritorno dell'umanità tutta ai pensieri negletti delle 'magnifiche sorti e progressive', in aperto contrasto con il presente medioevo dell'Isis assassino e di Boko Aram e dei futuri 'fighters' spediti in Occidente anche coi pietosi 'barconi'. Chi vivrà vedrà e ci dirà chi ha ragione.

 
 
 

Forme divine.

Post n°3220 pubblicato il 05 Giugno 2024 da fedechiara
 

Mi sto forse convertendo all'induismo? Da qualche giorno a questa parte nella mia mente agisce un demone polimorfo che mi suggerisce che tutto quanto di divino l'uomo constata intorno a sé ha una forma. Le noto al mio risveglio nell'intrico dei rami su cui saltellano i merli e le tortore e gli insetti che si stagliano nel vuoto dell'aria e la straordinaria varietà vegetale di foglie e colori.
Più che il Verbo (che era presso Dio ed era Dio) è la Forma che ci incanta. Dio è (in)forme, ha mille forme. E' un dio-elefante (Ganesha) o un dio-scimmia (Hanuman) - e ogni altro dio del ricchissimo pantheon induista che viaggia sul suo animale-veicolo (vahana): l'aquila-Garuda cavalcata da Vishnu e il toro Nandi che simboleggia la potenza fecondativa di Shiva e la tigre della crudele dea Durga, che vola alta sopra ogni umano confliggere.
E più pacifici e di difficile configurazione sono gli dei che si nascondono dietro le forme dei molti fiori che incontriamo nei giardini e nei parchi della primavera nelle regioni temperate che abitiamo – forme straordinariamente aggraziate, ma talvolta incomprensibili e buffe nel loro groviglio di corolle e le strane simmetrie e le concavità e le proiezioni aguzze degli interni stami.
E le forme dell'uomo e della donna nel loro conformarsi di fresca giovinezza e di età matura: forme che ci incantano tanto da aver voluto dare forma uguale alle divinità olimpiche - e agiscono, potenti, gli ormoni e i feromoni e tutto il brulicare della Vita che è in noi, nel chiuso dei corpi e nella microbiologia che ci anima, ma ci distrugge quando il magico equilibrio della salute viene meno.
Tutto è forma sublime e prende Vita dal grumo di creta con cui il Creatore primo ci ha plasmato.
E la Vita ha un alto e un basso: la gassosità dei cieli diversamente colorati che muovono i bianchi cirri e i plumbei nembi e la molle plasticità dei lombrichi che si agitano nel fango e l'imo delle radici che scavano nel buio della terra e cuciono le pendici delle selve montane e lanciano in alto, lungo i tronchi, le linfe che nutrono le foglie del trionfo della clorofilla e il respiro chiaro dell'ossigeno che ci tiene in vita.
E la Forma si fa Verbo (che era presso Dio) e ci narra, imperiosa, delle forme diverse del vivente:
Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
AscoltaPiove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini ,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti...

 
 
 
 
 

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