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Messaggi del 12/08/2024

Magne Carte da emendare.

Post n°3294 pubblicato il 12 Agosto 2024 da fedechiara
 

Le Magne Carte del Roveto Ardente. 12 agosto 2022

Qualunque cosa voi pensiate della nostra Costituzione, sappiate che non è stata scritta sul sacro monte e dettata dalla voce cupa del Roveto Ardente. Né è stata elaborata, in sostanziale consonanza, dai quattro Apostoli dopo il controverso passaggio terrestre del Cristo.
E' il testo basico della nostra pacificazione nazionale, post fascismo, che raccoglie la mediazione politica dei cosiddetti 'padri costituenti' di diversa fede politica, inclusi i comunisti di allora (da non confondere con i tragici epigoni di oggi loro eredi).
Ne deriva che le mani sui capelli (che non ha) del professor Letta - che accusa il centrodestra di voler 'stravolgere la Costituzione' - sono una ridicola esagerazione elettoralistica e una 'boiata pazzesca', peggio della carrozzina che precipita dalla scalinata nel bel film 'La corazzata Potemkin' con il bimbo in lacrime all'interno.
Perché la Costituzione, come ogni altra Costituzione di ogni altro paese di Europa, è emendabile e modificabile - ed elastica alla nascita al punto da poter accogliere le necessarie modifiche 'in corso d'opera' che si reputano necessarie.
Ed è proprio la Costituzione che prevede tale modifiche possibili (se la legga, professor Letta, se la legga, avvocato Conte) e le codifica nel numero di parlamentari necessari ad approvarle in prima e seconda chiama – e l'eventuale referendum confermativo del popolo sovrano.
Dove starebbe, quindi, lo scandalo, menato da Conte e dal Letta, il nipote di suo zio, lo sanno solo gli elettori trinariciuti dei sopraddetti che si apprestano a disperdere il loro voto puntando su cavalli zoppi e bolsi.
Perché la riforma dell'elezione e delle funzioni del capo dello stato si farà, finalmente! se i numeri elettorali del centro destra verranno confermati - e non sembra di particolare scandalo il fatto che anche in Italia, come nella vicina Francia, si possa eleggere il capo dello stato a suffragio universale, invece delle pagliacciate recenti dell'emiciclo riunito in tediosissime confabulazioni e accordicchi sotto banco dei soliti noti incollati alle cadreghe.
E che Mattarella rassegni le dimissioni, una volta approvata la riforma, sembra essere 'sensibilità istituzionale' pari – o superiore – a quella che ha visto, il Mattarella, dire si ad una reggenza di anni quattordici, quella si di dubbio profilo costituzionale, dopo aver detto in giro e ai giornali che era tempo, per lui di un buen retiro in quel di Roma. Tu vedi le supreme coerenze.
Si accettano pareri discordi purché adeguatamente motivati.
Nessuna descrizione della foto disponibile.


 
 
 

Viaggio nella rabbia sociale.

Post n°3293 pubblicato il 12 Agosto 2024 da fedechiara
 
Tag: fuochi

La rabbia e il fuoco delle rivolte.
Carlo Invernizzi Accetti, professore di scienze politiche alla City University di New York ha scritto un libro:' Vent'anni di rabbia.' Preciso, importante, documentato, lo recensisce Malaguti su 'La Stampa' di oggi.
Ovvero come la politica d'antan, i supposti pensieri e parole positivi di ieri, la pretensiosa 'arte del possibile' (?), è oggi canalizzata – un torrente in piena - in quella nuova forma di opposizione a tutto ciò che 'non se ne può più'.
Un votare 'di pancia' diremmo qui in Italia, ma più un agire, al di là del voto, perché la politica del 'palazzo' segue i suoi maledetti percorsi, sempre più divaricanti dal sentire del popolo illuso di contare e di poter decidere lo svolgersi delle pubbliche cose. La res publica dei Latini.
Agire nelle piazze e sui socials, la nuova agorà della rabbia, l'impotente rappresentazione di un 'mondo a rovescio' che più non tolleriamo e del 'troppo che stroppia' che costituisce le tragiche e tristi cronache del terzo millennio. E nulla sembra dirci che sia finita, che abbiamo toccato il fondo, bensì si scava di continuo nelle melme sociali dei fondali.
Vent'anni di rabbia. E non è che quelli che li precedono contenessero minore indignazione e digrignar di denti ed esplosioni ricorrenti. Anche esplosioni vere e proprie: sui treni, nelle piazze dei comizi (piazza della Loggia), sulle autostrade dove passava Falcone e le auto della sua scorta e sotto casa dal magistrato Borsellino.
Rabbia e indignazione conseguenti anche lì, ma colpisce di più l'intelligenza di Carlo Invernizzi Accetti, e ne fa la linea-guida del suo saggio, la rabbia che muove i passi dei manifestanti furiosi della Gran Bretagna – indignati delle scarse o nulle informazioni che sono venute dal governo britannico relative all'orribile crimine delle tre bambine accoltellate (e altre ferite).
Omertà pubblica al fine di difendere un poco sostenibile 'politicamente corretto' che vieta di far cenno alle origini ruandesi dei genitori dell'assassino per arginare gli eventuali 'pogroms'.
Che sono venuti invece, a ondate, per più giorni, sospinti dalle fake news che montano quando si vuole nascondere qualcosa. Succedeva anche nella Rivoluzione Prima, quella francese.
Il passa-parola dei popoli in rivolta (di ogni tempo e latitudine) si nutre delle fake news della rabbia.
Un libro da leggere perché da conto del nostro sentire pubblico, di figli del terzo millennio di una politica demente e di dementi politici. Nostrani ed europei. Di folli s-governanti che spediscono vagonate di armamenti ai guerrieri ucraini e rinfocolano una guerra che sembrava sul punto di spegnersi. E oggi è la bomba termobarica che accende il fuoco della guerra con i corpi dei soldati ucraini incursori, la prossima sarà termonucleare.
Rabbia, figlia dell'impotenza. Attenti a voi s-governanti da tre palle un soldo di destra, sinistra centro. La prossima volta il fuoco. Della rivolta. Di chi vede il mondo incupirsi e assiste al suo inarrestabile 'cupio dissolvi' che si mangia le vite delle genti.
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