Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
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Messaggi del 03/09/2020
Platone, Socrate e tutti gli altri a seguire. Lo so che pensate che è per via della sua avversione alla scrittura che mi sta antipatico il Platone. Un vera e propria difesa della casta dei sapienti, la sua – e chissà che cosa direbbe oggi il caro Plato e a quali sconcezze si lascerebbe andare sui social contro i 'leoni da tastiera' e i 'sotuttoio' che si permettono di contestare le verità rivelate dei giornalisti professionisti e i professori, un tempo autorevoli e osannati, e dei loro politici di riferimento incollati alle cadreghe con la benedizione clamorosa e colla aggiuntiva dei banchi delle 'sardine'. Ma converrete che quella sua teoria bizzarra e arzigogolata della caverna dove stanno uomini strani e un fuoco ne proietta le ombre – e, se fanno tanto di fuoriuscire restano accecati dal sole della Verità – è piuttosto cerebrale e, se è vero che ha ispirato il doppio reale e virtuale di Matrix, come ci spiega il professor Ferraris in tivù, gli risponderemo che quel film non ci ha convinto per la stessa ragione dell'arzigogolo e del cerebralismo che, come ci direbbe il poeta delle 'Feuilles Mortes': E a noi pare che abbiano ragione i poeti coll'invitarci che fanno a godere del semplice cinguettio degli uccelli in natura e della bellezza dei petali e dei pistilli dei fiori coloratissimi e dell'azzurro del cielo e delle spirali delle conchiglie che hanno le stesse proporzioni matematiche delle spirali galattiche - e ci viene in mente la 'Miseria della filosofia' che proveremo a rileggere per capire chi aveva in mente di contestare l'autore del libro e cosa. E Aristotele, pur nella sua ignoranza della legge gravitazionale (che arrivò ad affermarsi di lì a qualche secolo, sia detto a sua discolpa) ci sembra miglior filosofo, pure se 'terra-terra', di quell'arrogante suo predecessore, quantomeno nel suo considerare le apparenze per quel sono e ci appaiono e non ingannano: evidenze dei sensi che, sole, ci restituiscono il senso di realtà e di Verità che Plato rimandava alle inarrivabili Idee iperuranie. Ecco, l'ho detto, ho fatto outing. Sono aristotelico e anti platonico. E neanche i sofisti e gli atomisti sono così male, a ben leggerli e studiarli. |
La città futura - 03 settembre 2016 Mi sono aggirato nei labirinti luridi del mio primo slum metropolitano a 20 anni, a Manila e, quando ne parlai a un amico che lavorava nella capitale, mi disse che ero fortunato di esserne uscito indenne. Mi muoveva la curiosità di tutte quelle persone chiuse in quella dimensione urbana di miseria eclatante e fatica di vivere e nessuna speranza, a breve, di uscire da quel ghetto osceno, crudelmente contrapposto alla città di pietra e monumenti e strade pulite ed edifici governativi e ristoranti e cinema, insomma il 'centro': motore della fragile economia metropolitana che tutto sostiene, anche le briciole che si portano via gli ultimi e i marginali: gli abitanti degli slums. E anche Bruxelles, l'oscena capitale del 'plat pays' cantato da J. Brel (in realtà un paesaggio ondulato e fitto di boschi e foreste) ha il suo 'centro': motore di una economia turistica asfittica e massimamente caotica – e a stento si passa tra i tavoli e le sedie delle strette viuzze e delle piazzette dove fastidiosi 'mettidentro' insistono a rifilarti il piatto del giorno e le altre schifezze precotte di quasi tutti i ristoranti turistici all over the world. Però abbiamo già i molti sacerdoti neri che cogestiscono la grande chiesa del Sacre Coeur e officiano i riti funebri e vi celebrano i matrimoni – e così ci è chiaro il perché, in tanta 'crisi delle vocazioni' bianche e occidentali, il papa di Roma insista così tanto nel voler accogliere tutti i sedicenti profughi – qualche prete ne uscirà dalle centinaia di migliaia che accogliamo obtorto collo nella tanto generosa Europa vogliosa di mutazioni epocali. E sarà per l'affanno dalla calura estiva e la quantità inverosimile di turisti - che pare di essere a Venezia nella sua devastata 'area marciana' con le cavallette del 'mordi e fuggi' quotidiano - che lascio mia figlia seduta su un muretto a far riposare i suoi borders e mi spingo in un bar poco distante e ordino una 'Leffe' bionda e chiacchiero con il facondo gestore, un belga bianco per antico pelo sopravvissuto alla mutazione epocale della sua città e gli chiedo come va, dopo la mattanza dei 'radicalizzati sul web' ultima scorsa. E, cercando la via del ritorno al parcheggio dove abbiamo lasciato la macchina, passiamo per un lungo-fiume dove l'amministrazione comunale, disperata dopo gli ultimi eventi tragici, ha effigiato una quantità di gente multi colore e di etnia diversa tutti sorridenti e, nell'intenzione e nella speranza degli autori istituzionali, ben integrati e contenti di vivere colà - tutti insieme appassionatamente, nel Belgistan dei nostri tormenti e dubbi atroci. Compresi i poliziotti bianchi delle molte auto-pattuglie che sfrecciano ininterrottamente per via Charles Quint e istituiscono i posti di blocco e sorridono tra loro e si danno pacche sulle spalle – forse felici per la quantità di lavoro che viene assicurata loro dalla città futura delle banlieueus multietniche. Facciamoci gli auguri. Molti radicalizzati sono già tra noi – lo hanno detto in molti articoli i valenti giornalisti bene addentro alle 'intelligences' dei vari paesi sotto attacco - e molti altri ne andiamo a prendere quotidianamente con le 'navi dei folli' di Frontex, giusto a dieci miglia nautiche dalla Libia. Buonismo o masochismo? Chi vivrà dirà. Intanto i cocci di questa ondata di miseria di ritorno (e i morti e i feriti per le strade) sono nostri.
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Inviato da: LewisCannon
il 15/08/2024 alle 09:09
Inviato da: cassetta2
il 29/07/2024 alle 22:19
Inviato da: ARCAN020
il 29/06/2024 alle 12:34
Inviato da: fedechiara
il 24/06/2024 alle 06:56
Inviato da: VIOLA_DIMARZO
il 23/06/2024 alle 16:38