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Messaggi del 10/09/2022

Di re e regine.

Post n°2222 pubblicato il 10 Settembre 2022 da fedechiara
 

Di re e regine.
Fare il re (o la regina) é il mestiere più ambito dal tempo dei tempi. E il più facile, a ben vedere, perché il più assistito (l'intendenza di corte, il consigliere del principe, il primo ministro, il segretario particolare). Forse esiste, da qualche parte, anche un manuale, un Bignami, che so, che riepiloga gli atti salienti e le decisioni più importanti da assumere, nel caso diventiate re per una qualche vostra ventura. Di certo è esistito un logopedista che ha assistito un re inglese nel pronunciare un discreto 'Discorso del re' alla radio a ridosso della seconda guerra mondiale.
E non è presunzione la mia se vi dico che io lo avrei pronunciato meglio: con la giusta enfasi e le pause dove ci stavano. E, verosimilmente, lo avrei scritto di mio pugno, consentendo, tutt'al più, ad una supervisione del primo ministro - giusto per il necessario bilanciamento dei poteri.
Tutto ciò vi rammento per dire che la tanto osannata regina testé defunta ha molto viaggiato, ha stretto mani di presidenti e primi ministri in carica, ha pronunciato discorsi, ha presieduto consigli, partecipato a cerimonie private e pubbliche come si conviene a una regina, ma il suo mestiere, lo ripeto, è il mestiere delle fiabe e dei racconti mitici.
Sei la mia regina, si usa dire, quando si è innamorati. Mi sento un re, si dice quando si è in salute e le cose vanno a gonfie vele. Ma solo pochi fortunati che hanno avuto la ventura di uscire dal giusto ventre lo sono stati e lo saranno veramente ed erediteranno le straordinarie ricchezze delle più note dinastie sopravvissute ai nefasti della Storia.
Perché, lo sapete, vi sono re (e regine) che hanno perduto la testa (nel senso più cruento e tragico) nel corso di eventi storici particolarmente burrascosi - e in molti popoli eredi di quelle rivoluzioni cruente alligna il virus di una segreta denigrazione versus quei privilegiati dalla nascita che hanno vissuto vite da favola in qualità di regnanti - sia pure dimezzati e confinati in ruoli di pura rappresentanza qual'e' il caso della defunta sovrana.
E chissà che dinastia da favola sarebbe stata quella dei Luigi che fecero seguito al "re Sole', che sfavillo' in Francia e fu condottiero e statista e costruttore di regge favolose e di giardini incantati (Versailles) - se non fosse incappata in quella sanguinosa sventura di sanculotti con picche e forconi a cui sembro' una burla intollerabile che si offrissero brioches burrose in pubblica piazza al posto del pane richiesto.
Regina fortunata per nascita e tempi storici di popoli ormai sedati e tolleranti la nostra defunta sovrana.
È morto il re, viva il re. E lunga vita al re, si usa dire. Purché in un regime di fatto repubblicano.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante 2 persone e testo
  • Gente che 'perde la testa' - Maria Stuarda che sale sul patibolo. F. Hayez
    Potrebbe essere un'immagine raffigurante 2 persone

 
 
 

Gely e Viktor.

Post n°2221 pubblicato il 10 Settembre 2022 da fedechiara
 

 

 

Gely e Viktor uniti nella lotta  - 10 settembre 2019

E, se volete costruirvi un percorso di visita tematico, andate a palazzo Rota Ivancich – che anche nel nome del secondo proprietario richiama i tempi grami dell'occupazione dell'Istria e della Dalmazia e della sua 'liberazione' per mano dell'esercito partigiano titino - di cui alle rinomate 'foibe' piene di cadaveri uno sull'altra che hanno agitato i nostri dibattiti recenti.
E vi espone Nadia Prlja, artista designata dalla Macedonia per il suo padiglione, con scritte che sembrano state prese dai muri dei 'writers' all over the world prima e dopo la caduta del muro.
Ma non è celebrazione o, di contro, vituperio delle note vicende del socialismo/comunismo che ha agito nei nostri sogni ed incubi per oltre cinquant'anni – prima di cadere esausto su se stesso per l'immane compito che si era dato di liberare l'umanità dalle sue catene – bensì è 'destrutturazione', nelle intenzioni dell'artista.
Che è come scomporre i pezzi di una macchina per capirne gli interni meccanismi di funzionamento o dissezionare un cadavere per scoprire di cosa è morto veramente e quali malattie interne covava.
E si viene avvolti dal rosso, naturalmente, colore-simbolo e tormentone dei nostri Sessanta – come quell'inno stolido di 'Bandiera rossa la trionferà...' (oggi 'Bella ciao') che ci propinava alle 12 in punto Radiocapodistria, insieme alle dediche e agli auguri dei radio-ascoltatori del nord-est.
Ma se, invece, volete 'rifarvi la bocca' e gli occhi e tornare agli echi del socialismo reale dissequestrato e finalmente sdoganato dallo zdanovismo delle origini e curato con bravura e attenzioni massime alla Storia e ai suoi echi nella storia dell'arte russa, da parte dei professori di Ca' Foscari, sezione lingue slave, andate a vedere la mostra dedicata a un mostro sacro della pittura Gely Korzhev, il cui genio è capace di ri-proporci i nudi della classicità, ma con addosso gli stivali di una contadina tornata dal duro lavoro dei campi. Una Venere tizianesca polpacciuta e potente come nessun'altra nella storia della classicità. E vi sono, naturalmente, gli echi della guerra e le bandiere rosse al vento o a terra, secondo che si narri di sconfitte o di vittorie, ma è il trionfo e il fascino del pittore della tradizione che vi si evidenzia, il pittore di tele – che torna a Venezia 57 anni dopo la sua partecipazione alla XXXI Biennale nel mitico padiglione dell'U.r.s.s.
Un altro grande pittore russo, un'altra splendida mostra cafoscarina, dopo quella che ci propose i quadri mirabili di Viktor Popov, - che tanto ci piacque e ci convinse della bontà delle scelte di quella storica sede espositiva. Chapeau.
(Ca' Foscari Esposizioni 03/05 – 03/11/2019)
 
 
 

Gli spettri di Lesbo...

Post n°2220 pubblicato il 10 Settembre 2022 da fedechiara
 

Annose geremiadi organizzate - 10 settembre 2020

Ascoltavo le geremiadi di una tale, ieri al tiggi, che impetrava agli stati europei impietosi (a sentir lei) un secondo accoglimento dei tredicimila - forse più - che il giorno prima erano 'fuggiti' dal campo profughi di Lesbo dopo che qualcuno di loro gli aveva dato fuoco.
Una 'emergenza procurata' scientemente, pari, per qualità organizzativa, a quella dei 'naufragi organizzati' che l'Europa non vuole combattere e fermare sulle rive africane manu militari.
E che la cosa sia stata studiata a tavolino, magari con l'aiuto e la supervisione di qualche volontario 'antifa' delle valenti ed operosissime o.n.g. , non sembrerebbe dubbio malandrino ad un investigatore indipendente che si chiedesse come hanno fatto tredicimila persone a sfollare diligentemente e senza panico dal campo incendiato - e dirigersi a Mitilene, la cittadina capitale, quasi in paziente attesa e sicura di un 'chiamata' pietosa da parte degli stati europei - fino ad oggi ciechi e sordi alle grida di dolore delle centinaia di migliaia di richiedenti asilo della 'via balcanica'.
Perchè, vedete, quella di creare ad arte una emergenza e poi pietire un intervento risolutore da parte dei governi dei paesi, -costretti, obtorto collo, alle pelose accoglienze dall'attesa imperiosa fuori dai porti delle navi o.n.g. colme di naufraghi organizzati e muscolosi e lo studiato battage di malintesa pietas di stampa e televisioni amiche -, è cosa che noi italiani conosciamo bene.
E qui da noi si sfora quota ventimila, quest'anno, - cifre in salita da qui all'autunno e all'inverno del maltempo in mare - e le onde alte che invochiamo come la pioggia in periodi di siccità perchè sono la sola dissuasione possibile e argine alle partenze dei barconi, stante lo s-governo pd-m5s in proposito.
Stelle che 'stanno a guardare' senza far nulla rispetto a questa emergenza che seppero, invece ben fronteggiare (confrontate i numeri degli ingressi illegali nel periodo dei giallo-verdi) quando al posto della molle Lamorgese delle navi da crociera che ci costano un patrimonio ci stava 'il Capitano' - che Dio ce lo preservi e ce lo rimetta al posto che gli spetta di diritto sovrano (del popolo sovrano).
Ed è una fortuna che il giornalista embedded di rainews24, stamattina, non abbia nominato l'Italia tra gli stati che dovrebbero, bontà loro, accogliere i profughi dell'emergenza organizzata ad arte di Lesbo perchè 'abbiamo già dato' ad abundantiam.
Ma la risposta di Francia e Germania alla chiamata siamo certi che non verrà, nei numeri e nelle attese messianiche degli 'antifa' di Lesbo perchè gli elettori avversi alle invasioni organizzate sono nell'ombra in agguato dietro le urne e i partiti di riferimento traccheggiano, fanno dichiarazioni e intrecciano i pollici, quando basterebbe chiamare un esperto australiano in teleconferenza e farsi spiegare come hanno loro a rimpatriare d'emblè i non aventi diritto (praticamente l'ottanta per cento del totale dei richiedenti) e dissuadere i loro parenti e amici dal mettersi in mare.

 
 
 
 
 

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