Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
 

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Messaggi del 03/12/2019

Eran trecento, giovani e forti...

Post n°1058 pubblicato il 03 Dicembre 2019 da fedechiara
 

A novembre si ha un bel dire 'siamo dei combattenti'. Si, come quei trecento che 'eran giovani e forti e sono morti'. Perché novembre ti fiacca, invece, con lo stillicidio dei suoi maledetti giorni di pioggia e le alluvioni che mutano il paesaggio del Belpaese e ci mostrano il fango che viola le case e i torrenti in piena che tutto trascinano nella loro furia.

E la politica ci mette del suo nell'aggiungere diluvio a diluvio e travolgere quel poco di speranza che ci era insorta dentro dopo la stagione della 'rottamazione' e del 'via tutti!', 'via i corrotti!'. 
E oggi ci ritroviamo con l'ennesimo imbonitore da fiera paesana che batte la grancassa de 'l'uomo del fare' e non si cura delle astensioni stellari del voto regionale in Emilia e del rifluire a destra, coi vecchi arnesi già rottamati berlusconi e bossi e i loro eredi fedelissimi, dei pochi 'combattenti del voto' che ci provano a punire la mala politica colla spadina e le picche fragili e inadeguate della scheda elettorale.
E leggiamo costernati le cronache dell'affarismo politico-mafioso romano che sull'immigrazione selvaggia e non governata del 'troppo che stroppia' ingrassava i soliti delinquenti interni alla 'politica' e preparava le esplosioni sociali di Tor Sapienza e le cento altre del degrado delle città. 
E leggiamo/ascoltiamo le news che raccontano della 'piccola delinquenza' che viene ulteriormente depenalizzata per svuotare le carceri e i tribunali - e plaudono gli avvocati e i giudici sommersi dalle scartoffie negli uffici, ma fanno cadere le braccia ai poliziotti che catturano i malviventi e se li ritrovano in strada ventiquattr'ore dopo con il ghigno beffardo degli impuniti stampato in faccia.

Novembre di piogge e alluvioni e cattive notizie 'come se piovesse'. Governo ladro. Politica ladra e stramaledetta che fa pensare fossero meno peggio le mitiche 'piaghe d'Egitto'.

Bibliografia consigliata: 
* 'Saggio sulla lucidità' - J. Saramago 
(Citazioni : : Arriva sempre un momento in cui non c'è altro da fare che rischiare.
Abbiamo tutti i nostri momenti di debolezza, per fortuna siamo ancora capaci di piangere, il pianto spesse volte è una salvezza, ci sono circostanze in cui moriremmo se non piangessimo.
Cecità è vivere in un mondo dove non vi sia più speranza.)

* Il manuale del perfetto impunito - M. Travaglio

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Natale cruciale, ferale...

Post n°1057 pubblicato il 03 Dicembre 2019 da fedechiara
 

 

Il Natale del nostro scontento si arricchisce ogni giorno che passa di notizie che ci fanno allargare le braccia e dire che non vi è davvero nessun rimedio alla confusione sotto al cielo degli uomini – e, a differenza di quanto pensava Mao tse dong in proposito, la situazione non è affatto eccellente.

E sapere che l'autocrate turco Erdogan e suo figlio in particolare trafficano e gesticono miserabili commerci petroliferi con gli uomini dell'Isis (o Daesh) che con il petrolio si comprano gli armamenti più sofisticati e potenti per la loro sporca e folle guerra all'Occidente fa cadere le braccia – e di più le fa cadere l'aver saputo, dagli esiti delle elezioni ultime scorse, che una maggioranza di turchi (che vogliono 'entrare in Europa') ne approva l'operato e si riconosce nelle nefandezze autocratiche contro la libera stampa di quest'uomo che la Nato e l'Europa tiene in palma di mano e lo difende per i miseri interessi di bottega e di contrasto contro l'azione geo strategica della Russia di Putin.

E in tanta confusione sotto al cielo come giudicare l'appalto che l'Europa liberale e accogliente ha dato a Erdogan, - quest'uomo spietato e cinico che non si arresta davanti a nessun scenario nella sua lotta mortale contro i curdi – l'appalto, dicevo, di fare fronte di contenimento/respingimento contro i profughi siriani che ambiscono di diventare cittadini europei, ma qualcuno di loro (ho scritto 'qualcuno', non 'tutti'!) - per chiara, maledetta incidenza statistica dei grandi numeri - partorirà figli e nipoti che si lasceranno incantare dalle bandiere dell'Isis o di qualche altro gruppo estremista e si faranno guerriglieri di una guerra interna alle nostre città spaventate e avvilite a tal punto da prefigurare una contrazione della già fragile crescita economica-zero virgola. 
E il mitico Giubileo dell'umana misericordia che non c'è e non ci sarà per lungo tempo, ad onta del battage mediatico/pubblicitario di Francesco, già annuncia il suo flop di presenze prima di cominciare a causa degli annunci e dei timori terroristici.

Perciò, brava e buona (troppo buona?) gente, teniamoci caro il Natale del nostro scontento con tutte le caratteristiche che gli abbiamo dato e sono sedimentate nei secoli e negli anni recenti di bambinelli in cuna e presepi viventi e buoi e asinelli di ceramica e gli alberi - i Tannenbaum della tradizione nordica - addobbati di palle colorate e i panettoni e i canti mielosi, sempre gli stessi che ci hanno stufato negli anni scorsi e ci stuferanno in quelli futuri, ma oggi, in questi giorni e mesi di grande confusione sotto al cielo della violenza che regna sovrana, sono il segno distintivo di un nostro riconoscimento di cittadini che non si chiamano Abdul o Moahmed o Rashid che, se per una qualche ventura dovessero aversene a male, poverini, a scuola o nelle piazze dove si erigono gli alberi con sotto i presepi, seguano serenamente le loro tradizioni: le loro genuflessioni, i loro ramadan e i loro canti del muezzin e non interferiscano in alcun modo con le nostre. 
A voi le vostre trombe, cari i nostri cittadini di importazione che siete fuggiti dalla fame e dalle guerre, a noi le nostre campane. E che suonino a distesa. Siamo in Occidente - dove voi avete chiesto ospitalità e l'avete, benevolmente, ottenuta, punto.

Un tempo parteggiavo per la rivoluzione russa, tu vedi il passo del gambero della Storia, e oggi mi tocca parafrasare Eduardo e il suo: 'Te piace 'o presepe!' Si mi piace. E' parte della mia storia e della mia identità e, pur non essendo credente, mi piace includerlo nelle collezioni dei musei dedicati alle tradizioni e andarli a vedere nelle città europee che visito e visiterò nel prossimo futuro. Così come ho visitato e visiterò i musei dedicati alle civiltà dell'Islam – quando ancora tra le due sponde del Mediterraneo si scambiava Arte e Civiltà e non 'barconi' infiltrati dai terroristi in pectore.
E' bene precisarle, queste cose, perché c'è chi, invece, le tradizioni e le culture degli altri, presenti e passate, oggi le abbatte coi picconi e i martelli pneumatici e mina i monumenti antichi col tritolo.

Fa tutta la differenza fra noi e alcuni di loro (troppi?), giova ricordarlo.

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