Nebbie e dintorni

E fioriscono anche da noi le cifre relative alla trombosi – che annovera ben sessantamila casi annui di suo, dicono gli 'esperti' e la relazione temporale con il vaccino dei casi denunciati è solo un accidente della storia sanitaria, chi vivrà saprà.

Sarà. Ma disturbare il can che dorme nel delta delle lente vene non è mai una buona idea e preferisco(iamo) eccedere in prudenza - e, ora che il danno ad Astra Zeneca è fatto e nessuno, presumibilmente, lo vorrà più, non sarebbe male rivedere i protocolli della politica vaccinale e aprire di gran carriera allo sputnik russo o alla Johnson & Johnson e/o a Moderna.

Politica per politica, come si dice che sia stata la decisione dei tedeschi di imporre per primi lo stop, rimettere insieme i cocci delle campagne vaccinali e riammettere le tecnologie russe in ambito europeo ci sembra una buona idea - e pazienza per Navalny e gli altri dissidenti.

La democrazia è come l'intendenza nelle corti reali, segue sempre e i ritardi sono in partitura.

Ed è vero che una sigaretta fa più male di un rischio vaccino (supposto fino a sentenza finale) e che i fumatori se ne fregano delle minacce di morte scritte a lettere cubitali sui pacchetti di sigarette e che il Covid è sempre in agguato ai piedi del letto e dobbiamo mettere due metri e mezzo, meglio tre, tra noi e il nostro prossimo e tuttavia, rischio per rischio, preferiamo alzarci ogni mattina col sorriso stampato in viso per la barba sempre più folta che ci invecchia - ma invecchiare, di questi tempi, non è così male e ogni giorno aggiunto è un dono del cielo e non del vaccino.

Si vaccini chi può (e vuole), ma è bene sapere che non si può chiedere, dopo lunga attesa in fila negli appositi centri vaccinali, di avere Pfizer o Moderna al posto di Astra Zeneca.