Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
 

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Aprile 2021 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
      1 2 3 4
5 6 7 8 9 10 11
12 13 14 15 16 17 18
19 20 21 22 23 24 25
26 27 28 29 30    
 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 4
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Ultime visite al Blog

orpheus730fedechiaraViddameabella.itossimoramonellaccio19only_viruallySognoproibito49ahmad785pettihomeshop0nehadasQuartoProvvisoriocassetta2BornsicksuaairpodsDott.Ficcaglia
 

Ultimi commenti

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

Messaggi di Aprile 2021

Pazzi di ieri e di oggi

Post n°1596 pubblicato il 28 Aprile 2021 da fedechiara
 

 

C'è del metodo in quella follia. 28 aprile 2013
I pazzi , nell'antica Ellade e nel mondo antico in genere erano guardati con la venerazione che si deve alle misteriose manifestazioni del divino.
E Amleto si fingeva pazzo per nascondere l'atroce dolore pel delitto spaventoso della madre e del suo amante che aveva scoperto e voleva vendicare. 'C'è del metodo in quella sua follia' notava preoccupato Polonio dietro la tenda ascoltando i suoi 'deliri organizzati'.
Così non ci sorprende che sia un 'pazzo' a sporcare per primo l'immagine dello strano governo 'di servizio al paese' fortemente voluto da berlusconi per salvarsi dai processi che incombono sul suo capo.
I pazzi sono come i poeti. Sono la 'coscienza critica' che sbaraglia ogni convenzione, anche la più severa e arcigna, e mostrano come le cose che nascono male e 'sotto una cattiva stella' vengono segnate dal destino.
Capisco la preoccupazione dei governanti nuovi in queste ore. Non è un buon viatico nascere sotto il segno della violenza - sia pure quella di un supposto 'folle'. E dice che l'auspicata 'conciliazione nazionale' è tutta di là da venire.
I pazzi sono come il vino – che fa dire la verità che si vuole nascondere.
Nascondere un conflitto di immani proporzioni fra un'idea di illegalità che vuol farsi governo per garantirsi l'impunità (berlusconi e il suo pdl) e la legalità repubblicana che trema per la sua fragilità congenita e una malintesa 'democrazia' che la insidia genera follia.

Nessuna descrizione della foto disponibile.

++SPARI DAVANTI A PALAZZO CHIGI, FERITI DUE CARABINIERI++ http://bit.ly/10KMQuC
 
 
 

Celebrazioni e rappresentazioni

Post n°1595 pubblicato il 26 Aprile 2021 da fedechiara
 

Ascanio Celestini è un attore straordinariamente facondo e inarrestabile. Gli invidio la memoria torrentizia dell'attore di monologhi – che manda a memoria un numero impressionante di parole e le sciorina, perfettamente scandite e pausate e interpretate, davanti al pubblico stupefatto e attonito per la prova gigantesca.
Ma nel monologo di oggi di 'Radio Clandestina', andato in onda sul canale 23 della rai in occasione della festa della Liberazione, l'effetto della sua recitazione è straniante, quasi fumettistico.
E il torrente delle sue parole in libertà ci rappresenta un'Italia in pieno marasma di eventi bellici tragicissimi e una Roma fitta di gente impaurita e schizofrenica: morituri che festeggiano clandestinamente l'annunciata liberazione dal nazifascismo in una città occupata militarmente dal tedesco inviperito per il voltafaccia fatale che lo espone alla sconfitta.
E ci passano davanti agli occhi le strips delle fucilazioni e delle spoliazioni: 50 chili d'oro in 36 ore dagli ebrei romani poi deportati, malgrado le promesse di salvezza, e le fosse Ardeatine con i cadaveri tirati fuori dalle cave già in fase di avanzata decomposizione e ricomposti e riconosciuti da amici e parenti chi per un dente rotto chi per una giacchetta da ferroviere.
E mi interrogo (non solo io) sulle responsabilità dei maggiorenti della guerra partigiana nel centro Italia di intervenire militarmente con azioni di 'commando' contro i tedeschi in ritirata che esponevano la popolazione civile alle ritorsioni e le decimazioni.
Una pagina di storia controversa e ampiamente dibattuta in passato, ma seppellita sotto ai sacrari dei civili caduti e travolta dai peana e dagli osanna di una Resistenza fiera e impavida e bella ciao.
E ieri guardavo per la terza o quarta volta quel bellissimo film dei Taviani 'La notte di san Lorenzo' con la scena madre del fascista colpito e ucciso in un campo di grano dalle lance dei partigiani-guerrieri greci - dentro ai grandi occhi stupiti della ragazzina-io narrante - e il copione della tragedia italica e dei paesi indifesi in cui si consumavano le stragi e le ritorsioni e le decimazioni dentro e fuori le chiese era lo stesso: i civili, uomini, donne, vecchi e bambini, che pagano un debito di sangue enorme e terribile al nemico in ritirata inviperito per il tradimento militare.
Ma non si dice: 'Al nemico che fugge ponti d'oro'? Perché non inquadrare le milizie partigiane in battaglioni annessi alle truppe alleate in risalita da sud e braccare i tedeschi in ritirata accelerandone l'evacuazione? La Storia non si fa con i 'se' e con i 'ma' e tuttavia la questione è stata posta e gli storici l'hanno dibattuta e forse qualche massacro ce lo saremmo risparmiato.
E, ancora una volta, è nello specifico delle pagine della Storia e negli interrogativi drammatici che ci presenta che si compie il rito della Memoria - che non è celebrazione, bensì rappresentazione dei fasti e dei nefasti e analisi puntuale delle parti in tragedia e dei protagonismi colpevoli.
Ma dalle rievocazioni teatrali e cinematografiche basate su quei fatti lontani sembra uscire, invece, un coro ineluttabile da tragedia greca dove i mortali sono marionette agite dagli dei olimpici e sopra tutti impera il nero Fato col seguito delle Parche.

 

Potrebbe essere un'immagine raffigurante attività all'aperto

 

La ''Radio Clandestina'' di Ascanio Celestini
RAI.IT
La ''Radio Clandestina'' di Ascanio Celestini
La ''Radio Clandestina'' di Ascanio Celestini

 
 
 

Infiammazioni e distinzioni

Post n°1594 pubblicato il 25 Aprile 2021 da fedechiara
 


Di infiammazioni e distinzioni 25 aprile 2016
Appartengo alla generazione degli Infiammati – che viene da 'fiamma' e quindi passione e fuoco di partecipazione e fazione politica e i nefasti furori conseguenti. Peccati di gioventù che l'età senile tempera e riscatta con le riflessioni pacate e con più larga inseminazione di 'ragione' che fronteggia il 'sentimento' ormai lontano negli anni.
Gridavamo nei cortei, 'Il 25 Aprile è nata una p....... e l'hanno nominata Democrazia Cristiana' e avevamo torto, oggi lo so, perché tutto il malaffare e il mal agire pubblico e lo s-governo e gli scandali e le ruberie che hanno distrutto quel pachiderma politico (e, oggi, il suo erede Forza Italia: grandioso esempio della 'Storia che si ripete in farsa') non giustificavano un'invettiva così rabbiosa e il malanimo e il furore che hanno portato, poi, agli 'anni di piombo' e al terrorismo delle Brigate rosse.
La Democrazia Cristiana fu anche un grande partito di popolo. Popolo moderato, è vero, - e sappiamo dalle attente letture della cronaca che si mutava in Storia quanto male abbia fatto all'Italia il 'moderatismo' usato come scudo politico e clava contro l'altro polo della storia d'Italia: il polo social-comunista - lungamente escluso dal potere e per questo logorato, come lo coglionava l'Andreotti-belzebù, buonanima, e affermava: 'Il potere logora chi non ce l'ha.'
E quella pacatezza della ragione che l'età coltiva mi portava a notare, - ascoltando l'intervento di un vecchio 'partigiano' non pentito a 'Primapagina' che paragonava i fatti della Resistenza alle 'nuove resistenze' di oggi, id est schierarsi con gli infiammati 'no borders' nostrani e lanciare anatemi e frasi ingiuriose contro gli austriaci 'fascisti', a sentir lui, che chiudono il Brennero all'ondata di tsunami immigratoria che, per decenni, noi italiani non abbiamo saputo/voluto governare e l'abbiamo lasciata tracimare a nord delle Alpi – quella pacatezza della ragione, dicevo, mi fa notare lo 's-ragionamento' e l'invettiva cretina del radio-ascoltatore che lo stesso Sansonetti, il conduttore della trasmissione, stigmatizzava e rimandava al mittente.
Perché 'misiar 'e verze' della Storia è sempre un'operazione idiota e di neuroni rattrappiti nei loro angoli e nicchie encefaliche mai scopate e lavate; e dire 'fascisti' agli austriaci e a tutti gli altri popoli che hanno chiuso le frontiere - per le ovvie ragioni degli altissimi numeri di migranti che si muta in 'onda di tsunami' capace di travolgere le economie e i faticosi equilibri sociali, (come si è mostrato nelle famigerate 'banlieues' parigine dei 'foreign fighters' radicalizzati sul web' e nel famigerato quartiere islamico di Moellenbeck che offriva covi protetti e complicità ai terroristi assassini) – è stupidaggine antica che non sa coniugare le evidenze dei fatti e le necessarie distinzioni e antepone le ruggini del sentimento antico di fazione politica alle clarità della ragione, che pure ha ispirato le sinistra giacobina delle origini - la Dea Ragione che studiavamo sui banchi di scuola.
Che il 25 aprile vi sia giorno ragionevole e sereno, oh popolo di infiammati buonisti e partigiani immaginari tuttora adusi alle vetuste e inutili invettive.


https://www.raicultura.it/webdoc/25-aprile/index.html#welcome

25 aprile, perché è la festa della Liberazione - Il Riformista
 
 
 

La Storia che siamo.

Post n°1593 pubblicato il 25 Aprile 2021 da fedechiara
 

  • La Storia siamo noi (nessuno ne venga escluso).
    Ero a Cracovia, nella caldissima estate del 2012. Una bella città in cui ho soggiornato a lungo per la densità delle memorie che ospita, inclusa la Memoria per antonomasia, quella dell'Olocausto.
    Ma non mi sono recato ad Auschwitz, come molti fanno e le migliori guide turistiche raccomandano per le ovvie ragioni della completezza del quadro storico che incornicia ogni antica città, le tragedie incluse.
    Non ho voluto andarci non solo per non condividere il 'turismo delle catastrofi' o del dolore con le scolaresche sciamanti e cicaleccianti, bensì perché ritenevo e ritengo che non resti più molto da elaborare spiritualmente in quel luogo museale della tragedia massima che rievochiamo ogni anno a ridosso del 25 aprile, giorno di Liberazione dal nazifascismo.
    E stasera ho rivisto con grande piacere il film 'La verità negata' (con una strepitosa Rachel Weisz) in cui si dibatte la questione dell'Olocausto in un'aula di tribunale, un tribunale londinese, e la sentenza castiga un famoso 'negazionista', uno storico preteso, che ha osato citare per calunnia e danni relativi la scrittrice ebrea americana Deborah Lipstadt.
    Un film non solo bello e avvincente, bensì istruttivo su come si dibatte una causa in Inghilterra - dove la forma è sostanza, a partire dall'inchino che il giudice scambia con gli astanti nella sua aula di giustizia (che la scrittrice, americana, si rifiuta di fare) perché quell'inchino è un segno di riconoscimento reciproco e di rispetto. Senza il quale l'aspro teatro della giustizia non può avere inizio.
    E vi è distinzione tra il 'dicitore', che discute ufficialmente la causa, e il collegio di difesa alle sue spalle che studia gli incartamenti e decide la migliore strategia processuale.
    E all'imputata che perora la causa dei testimoni del massacro come evidenza massima di un Olocausto denegato il collegio di difesa raccomanda più e più volte di non parlare e di contenersi e di controllare l'emotività – non per vacua tradizione di aplomb britannico e londinese, bensì perché i testimoni di ogni sofferenza sono dei pessimi testimoni in un processo e la loro memoria è labile e soggetta a tutti i guasti della memoria di ognuno e tutti con in più il carico di orrore incancellabile e lo stress emotivo conseguente che non riesce ad elaborare razionalmente quei fatti che narrano di una straordinaria e massima malvagità umana.
    E suggerisco ai nostrani habitué del ricordo della Liberazione, le figure istituzionali incluse, che ogni anno, il 25 aprile, ci sommergono con cerimonie e articoli e films e posts evocativi la Resistenza partigiana, tre giorni prima e tre dopo la fatale ricorrenza, di ri-guardare questo film istruttivo e di contenersi a loro volta e non erompere subito , a cori e tiggì riuniti, nel canto celebrativo di riferimento (Bella ciao), bensì di trovare modi diversi e migliori per richiamare e inquadrare storicamente quell'evento cruciale e controverso della nostra storia patria.
    Perché non è con i mortai mediatici da 120 e gli obici mnemonici lanciati a quintali contro gli indifferenti e i pretesi fascisti (sempre risorgenti e in agguato, a sentir loro) che ci verrà garantita la verità dei fatti e il rispetto dovuto alle vittime, bensì con la passione della Storia, quella degli storici che ci garantiscono, citando le giuste fonti e le testimonianze e i riferimenti oggettivi e incontrovertibili (come si mostra nel film citato), che Giulio Cesare è esistito ed ha passato il Rubicone gettando i dadi (Barbero esprime dubbi, ad esempio, su questa storia de: 'Alea iacta est') e che il Titanic è effettivamente affondato a causa di un devastante impatto con un maledetto iceberg.
    La Storia non ha bisogno di imbonimenti e annuali ramanzine e 'moniti' solenni.
    La Storia la si studia e la si ama quando offre risposte certe e non verità partigiane e buone all'imbonimento di una sola parte politica.
    Ben vengano, per ciò, le narrazioni accessorie che ci raccontano, insieme alla mitica Liberazione, dei fatti tragici dei partigiani di Porzus in Friuli e quelle delle foibe titine, per dire di un male di vivere che si nutre di ideologie contrapposte e di fanatismi e non ha mai una sola rappresentazione elegiaca o dannata, bensì i molti volti del nostro vivere affannoso e tragico.
    La Storia siamo noi (nessuno ne venga escluso).


    La verità negata: la storia vera del film drammatico sul negazionismo
    COMINGSOON.IT
    La verità negata: la storia vera del film drammatico sul negazionismo
    La verità negata: la storia vera del film drammatico sul negazionismo

 
 
 

Strega comanda color.

Post n°1592 pubblicato il 24 Aprile 2021 da fedechiara
 

  • Le nostre vite disgraziate. (Strega comanda color).
    Che cosa ci resterà in mente di questi nostri tempi grami, se la campagna vaccinale avrà gli effetti sperati e ne usciremo vivi e pronti ad affrontare il prossimo virus mutato con i giusti anticorpi?
    Forse quel senso di ribellione sottaciuta che leggevo in un foglio appiccicato ad una pianta fiorita in un campo veneziano: 'Dobbiamo rifiutare quel diktat della fiaba 'Strega comanda color' che, come bambini avviliti, abbiamo subìto in questi mesi di 'lockdown' e prigionie domestiche'.
    Un vano rifiutare, come tutti sappiamo, perché i colori li decidevano i 'tecnici' – maledetti maghi e streghe post moderni - sulla base dei contagi in aumento e/o declino. E i politici, esseri inutili e umana iattura da sempre, nascondevano il loro 'non possumus' riaprire tutto dietro all'autorevole parere di quelli perché la salute 'viene prima di tutto'.
    Ma siamo disposti a perdonare tutto, come abbiamo sempre fatto, perfino con le stragi di stato e annesso nessun colpevole e le aule di giustizia ridotte a cassa di risonanza di un teatro tragico e tragedia nazionale ognora rinnovata nelle impotenti sentenze dei giudici.
    Perdoniamo anche le streghe che hanno comandato i colori di questi mesi di ignavia e rabbia malcelata e passiamo oltre e dimentichiamo gli abbracci negati ai morti e guardiamo al futuro con gli occhi liquidi di chi ha imparato che il futuro non va molto oltre al presente e ne viene impastato, - morituri come ci siamo sentiti ogni giorno che il Cielo ha voluto regalarci in questi mesi di pura sopravvivenza.
    E grideremo 'E' finita!', una volta in 'zona bianca' (strega comanda color) come si gridava all'annuncio di una resa e/o un armistizio e si provava a immaginare le cose di ieri e di sempre che ritornano, scritte nelle canzoni:
    'E torneremo ancora a cantare / e a farci fare l'amore / l'amore dalle infermiereee...'
    Que reste-t-il- de nos vies mahlereuses? Une photo, vielle photo, de ma vielliesse...


    IT.WIKIPEDIA.ORG
    Strega comanda colore - Wikipedia
    Strega comanda colore - Wikipedia

    Francesco De Gregori - Generale
    YOUTUBE.COM
    Francesco De Gregori - Generale
    Francesco De Gregori - Generale

 
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963