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LEONI PER AGNELLI

Post n°16 pubblicato il 08 Settembre 2013 da Herebus
Foto di Herebus

 

Leoni per Agnelli




Durante la Grande Guerra i generali prussiani erano talmente impressionati dall'eroismo e dal coraggio dei fanti inglesi che, come allora cavallerescamente usava, componevano dei brevi poemi per onorarli, per onorare un valente avversario. In uno di questi un generale usa una metafora e dice : “Non ho mai visto tali leoni guidati da simili agnelli”. Il significato di queste parole è quello di chi si stupisce che soldati così valorosi siano guidati da comandanti tanto inetti come ebbero a dimostrarsi parecchi ufficiali di Sua Maestà durante il Primo Conflitto Mondiale.

In queste poche righe però noi non parleremo della drammatica stupidità della guerra e di quanti valorosi vi abbiano trovato la morte per permettere a noi contemporanei di stare qui davanti ad un computer e ad una tastiera, no. Noi vogliamo parlare di come una intera generazione di Leoni, di Giovani Leoni sia stata letteralmente decimata e perduta da uno sciagurato gregge di agnelli che ne ha semplicemente dimenticato l'esistenza.


Vogliamo parlare qui di tutte quelle persone che sono nate alla fine degli anni '60 del XX° Secolo, tra il 1966 ed il 1969. Queste persone, che oggi hanno intorno ai 45 anni, hanno avuto nel corso del loro cammino per divenire adulti tutta una serie di indubbie fortune : figli del baby-boom hanno vissuto l'altro boom di quegli anni, quello economico dei '70, come un esempio costante di cosa fare per migliorare le cose per la propria famiglia ed il proprio Paese. Hanno visto i loro padri diventare ingegneri, medici, avvocati, imprenditori; li hanno visti lavorare e tanto per poter garantire ai loro cari la maggior fetta possibile di quel benessere che cominciava ad offrirsi agli italiani ed agli europei. Fabbriche, trasporti, elettrificazione, servizi pubblici, il S.S.N., la Scuola Pubblica, le Università di Stato, la RAI, l'Alitalia, le piccole e medie imprese, la grande industria chimica ed alimentare, l'ENI, la Nuovo Pignone, la Olivetti tutte cose che sono state il nostro fiore all'occhiello per anni e che hanno insegnato agli appartenenti a questa generazione perduta, a questi giovani Leoni come lavorare aggiungendo valore a qualunque attività essi svolgessero, come aspirare a migliorarsi ed a migliorare la comunità tramite il coraggio e l'amicizia e la lealtà e la competenza e l'innovazione, tramite insomma tutte quelle cose di cui si fa sempre un gran parlare da parte di tutti coloro che non sanno nemmeno dove siano di casa i valori che le sostengono. Man mano poi che queste persone cominciavano a crescere ecco affacciarsi al palco della nostra Storia i disgraziati anni '80 con il loro edonismo reaganiano, con quella catastrofe planetaria che risponde, anzi rispondeva, al nome di Margareth Thatcher, lo yuppismo e il lato oscuro della finanza definitivamente liberato da George H.W. Bush. E man mano che gli anni passavano ed i nostri Leoni si preparavano ad affrontare l'Università o a formare sul campo la loro figura professionale ecco che, pian piano ed uno dopo l'altro tutto quello che avevano atteso e per il quale si erano preparati così bene veniva a mancargli da sotto i piedi. E così siamo passati dall'essere cittadini titolari di diritti a clienti/sudditi oggetto di obblighi e doveri, le folli teorie liberiste di Milton Friedman e dei suoi sconsiderati Chicago Boys hanno definitivamente affossato gli ideali che avevano spinto John Maynard Keynes a convocare la riunione di Bretton Woods ed hanno avviato il mondo, inizialmente e soprattutto quello anglosassone, su un cammino di diseguaglianza e predominio del più forte sul più debole. E noi in Italia che abbiamo fatto ? Apparentemente inappagati dal nostro barcamenarci tra le spinte capitaliste provenienti da oltreoceano da una parte e dalla cultura dell'aiuto e della condivisione di stampo cristiano e socialista, a partire dal 1978, dalla morte di Moro, ci siamo fatti friggere il cervello da quattro avvoltoi che ci hanno convinti che somigliare sempre di più ai peggiori Stati Uniti d'America, con sempre di più per sempre meno persone, fosse la miglior cosa da fare e per stare dietro a queste “sirene” ci siamo ritirati da tutti i settori industriali nei quali eravamo leader, abbiamo smontato la scuola pubblica per essere sicuri che i nostri figli fossero sempre più incapaci di capire cosa altri li stessero obbligando a fare e siamo finalmente riusciti ad arrivare alla situazione attuale : un Paese in rovina, preda di corruzione e criminalità organizzata, popolato non di cittadini ma di sudditi, divorato da (loschi) comitati d'affari che pretenderebbero di farsi chiamare partiti politici, dove tutto funziona sempre di meno ed invece di preoccuparsi di cose serie, come ad esempio la cronica mancanza di lavoro, senatori e deputati continuano a produrre e proporre proposte di legge per imbavagliare stampa e web e piegarli ai loro porci comodi. L'indice di dove sia arrivato il declino della civiltà italiana è dato, come al solito e purtroppo, dalle risibili vicende di citizen B e dei suoi compagni di merende. Oramai siamo arrivati al gran finale di questa specie di straziata operetta che sono stati gli ultimi vent'anni della nostra storia moderna : un pregiudicato che è stato condannato in terzo grado per falso in bilancio (quindi ha truffato i suoi azionisti), frode fiscale (ha costituito fondi neri per 270 milioni di Euro sui quali, ovviamente, non ha pagato le tasse contribuendo a quella catastrofe fiscale che si abbatte su ciascuno di noi ogni giorno), e appropriazione indebita si sta preparando, e lo sta dicendo da giorni ai quattro venti, ad uno storico videomessaggio dove dirà a quella massa di lobotomizzati che lo sta facendo salire nei sondaggi che, nonostante sia stato giudicato colpevole in tre, dico tre, gradi di giudizio da una corte di suoi pari poiché stranamente ritiene ingiusta la condanna ricevuta lui farà cadere il governo e si ripresenterà alle elezioni per vincere con la nuova, ahinoi, Forza Italia e diventarà finalmente Re e Imperatore dell'Impero di Arcore, Italia ed Albania. Come se Alfonso Capone, detto Al Capone, una volta arrestato per frode fiscale avesse comunicato alla radio di voler correre per la Casa Bianca o Totò Reina, indignato per i vari ergastoli a suo carico, avesse deciso di candidarsi al Consiglio d'Europa. Vi ricordo che in nazioni civili i ministri si dimettono perchè si scopre che hanno pagato il parrucchiere con i soldi pubblici, altro che essersi fregati 270.000.000,00 di Euro, truffato gli azionisti e frodato il fisco. Il vero problema, allora, risiede nel fatto che l'italiano medio ormai è così lobotomizzato da arrivare a desiderare di essere come loro, come Fiorito detto “er Batman”, lui e non Rita Levi Montalcini, Carlo Rubbia, Giulio Natta o Fabiola Giannotti vengono identificati come modelli vincenti e da seguire e far seguire ai propri figli. In fondo farsi un mazzo tanto e scoprire cose come ZetaZero, l'NGF o il Bosone di Higgs, ( ma se è suo, perchè se lo fa scoprire da un altro, addirittura da una donna, 'sto bosone il Signor Higgs ? E poi, che minchia è un bosone?), o più semplicemente LA PLASTICA non serve a comprarsi la villa a Freggene ! Il premio Nobel vinto da Montalcini, Rubbia, Natta e speriamo presto da Giannotti è solo un pezzo di carta che ti appendi al muro e centomila miseri Euro, “er Batman” c'aveva la Terza Media e hai visto, figlio mio, quanti soldi che ha alzato ? E Ormai quelli non glieli tolgono più....


E allora sarebbe il caso che i Giovani Leoni di un tempo ricominciassero a ruggire, a far sentire il loro furore per aver dovuto vedere masse di ignobili “yes-men” fare carriera al posto loro grazie all'appartenenza a società segrete, P2, P3, P4 e massonerie di ogni tipo, la loro rabbia per essere stati trasformati da cittadini titolari di diritti ad una specie di sudditi che hanno solo doveri e che si devono fare in quattro per poter ottenere qualche imperiale privilegio che gli consenta di sbarcare il lunario. In Italia le statistiche dicono che nonostante la miriade di head-unter ed agenzie private per il lavoro esse hanno un impatto sul mercato del lavoro pari al 2% del totale mentre per l'85% dei casi un lavoro in Italia si trova ancora e solo per raccomandazione. Ruggiscano il loro disgusto per essere regolarmente costretti a disperdere il loro voto per eleggere pecoroni pieni di nulla e di arroganza che non hanno la più pallida idea di quel che gli accade intorno e di cosa fare al riguardo. Quel che sta trapelando dalla pubblicazione degli archivi dell'ex Presidente dello IOR Ettore Gotti Tedeschi mostra come politici di ogni schieramento e addirittura membri del Governo Italiano si prostrino di fronte a porpore e sottane se non addirittura prendano direttamente ordini dalla Segreteria di Stato vaticana dimenticando e calpestando il giuramento di fedeltà alla Repubblica ed alla sua Costituzione che hanno fatto al momento di poggiare il sedere sugli scranni di quella povera cosa che è ormai diventato il Parlamento Italiano. Io sono personalmente cristiano, cattolico e ritengo che la Chiesa sia un'istituzione fondamentale per tutti noi credenti ma come cittadino, allo stesso modo, pretendo che lo Stato sia e rimanga laico.


Cos'altro dovrà succedere dunque in questo triste Paese affinchè i Giovani Leoni di un tempo ricomincino a ruggire ed a far scappare questa masnada di ovini che ha dilagato ovunque ?


Cosa dovrà ancora essere tollerato affinchè i Leoni di ogni età possano rialzare la criniera in modo che tutti capiscano che ne hanno avuto abbastanza ?


 
 
 
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Un blog di: Herebus
Data di creazione: 13/06/2013
 

 

"MORTE DI UN BRAVO RAGAZZO. L'INCREDIBILE STORIA DI MARIO BIONDO."

La Repubblica - Palermo, 13 Novembre 2018


La morte di Biondo un giallo lungo cinque anni na «storia incredibile» di misteri e di archiviazioni, indagata in un libro-dossier che prova a ricostruire, tra memorie private, perizie mediche e documenti d'archivio, il caso di Mario Biondo, il cameramen palermitano trovato morto cinque anni fa a Madrid. È una favola nera raccontata con la precisione di un cronista, il libro di Paolo Gentili, "Morte di un bravo ragazzo" (Sovera Edizioni): un contributo a una verità mancata a cui l'autore, con il contributo della madre della vittima, Santina Biondo, tenta di avvicinarsi, ricostruendo la vita privata del giovane con la moglie giornalista Raquel, più volte interrogata sui fatti, e le incongruenze di quattro armi di indagini, tra sms e dati estratti dal computer del giovane, poi compendiate in un atto scritto dai magistrati inquirenti, dove la vicenda Biondo resta ancora una storia irrisolta. Serve, allora, alla memoria capace di farsi domanda, anche la più semplice operazione letteraria su un giallo di cronaca. Perché di morte di può morire due volte, la seconda è quando si viene dimenticati.


 

 

OMNIA VINCIT VERITAS

 

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ULTIMO LIBRO PUBBLICATO DA PAOLO GENTILI

SOL INVICTUS : Una nuova alba.

 

Pensiamo veramente che ciò che finora abbiamo dato per scontato sia la realtà ? Siamo pronti a scommettere che la Storia che stiamo vivendo sia proprio quello che Dio abbia pensato e desiderato per noi ? L'Uomo moderno è così sicuro di se e del suo potere tecnologico da non riuscire a vedere la verità che gli sta davanti, dietro lo schermo del suo egoismo. Questo romanzo è il primo di una trilogia. Correndo lungo le tortuose strade della Storia dell'Uomo, prende spunto dalle Profezie sugli Ultimi Tempi, proprie di tutte le grandi Religioni della Terra e ci porta d'un balzo a vivere in prima persona il disegno che Dio ha pensato duemila anni fa, per mostrare all'Uomo il Suo vero volto. In una narrazione avvincente e ricca di colpi di scena, che nel primo volume prende le mosse dal 1976, scopriremo come l'Uomo da secoli si sia attrezzato per ostacolare il disegno divino. Ai nostri giorni utilizza l'Associazione maggiormente ramificata, pericolosa e segreta, nata nel cuore della più potente Nazione della Terra, con tentacoli nel nostro Paese ed in altre nazioni occidentali.

 

www.soveraedizioni.it

www.ibs.it


 

HANNO DETTO DI : "SOL INVICTUS : UNA NUOVA ALBA"

" Sol Invictus è un romanzo colto e ben scritto che ripropone tematiche non certo inedite ma comunque stimolanti per chi ama i thriller fantapolitici venati di misticismo millenaristico. "


" Nel tempo dell'inganno chi dice la verità è un rivoluzionario. " Questo il leit motiv del libro, mutuato dal pensiero di George Orwell in 1984. Un testo che posso considerare un saggio camuffato da romanzo.

 

Da Roma a Yale nel Connecticut, dagli archivi segreti del Vaticano alle stanze asettiche della Cia, dalla Buenos Aires della "sporca guerra" dei desaparecidos alla quiete irreale di Salò sul Garda e di Sherbrook nel Quebec, dalle birrerie di Monaco di Baviera ai monasteri benedettini di Subiaco a Roma. Attraverso i dialoghi incalzanti fra chi complotta per imporre sull'intera umanità il dominio satanico della Confraternita della Morte (che ha come motto "Guerra, Sangue e Miseria") e chi invece, nel nome dell'umanesimo di matrice cristiana, tenta di opporsi a questa infernale macchinazione, si snoda l'ingranaggio narrativo costruito da Paolo Gentili, che, mediante una prosa di forte impatto giornalistico, tesse la sua ragnatela di cospirazioni ad alto livello.

 
 

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