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Post N° 3

Post n°3 pubblicato il 09 Settembre 2008 da gnoccosenzauto

Le polveri sottili (dette anche polveri fini o particolato atmosferico), indicate con sigle PM10, PM2,5 e PM1 (dove i numeri indicano le dimensioni dei granelli microscopici con diametro inferiore o uguale rispettivamente a 10 micron, 2,5 micron, 1 micron) sono una miscela di particelle. Proprio per le loro dimensioni possono rimanere sospese nell'aria per lungo tempo, essere inalate tramite la respirazione e arrivare nei punti più profondi dei nostri polmoni superando le barriere difensive del nostro sistema respiratorio.

Il particolato nell'aria può essere costituito da diverse sostanze: sabbia, ceneri, polveri, fuliggine, sostanze silicee di varia natura, sostanze vegetali, composti metallici, fibre tessili naturali e artificiali, sali, elementi come il carbonio o il piombo ecc.

Le polveri sottili si originano sia da fonti naturali che antropogeniche (legate, cioè, all'attività dell'uomo). Le polveri fini derivano principalmente da processi di combustione con l'utilizzo dei combustibili fossili (riscaldamento domestico, centrali termoelettriche ecc.), emissioni degli autoveicoli, usura dei pneumatici, dei freni e del manto stradale, vari processi industriali (fonderie, miniere, cementifici ecc.). Da segnalare anche le grandi quantità di polveri che si possono originare in seguito a varie attività agricole.

Le principali fonti naturali di particolato primario sono le eruzioni vulcaniche, gli incendi boschivi, l'erosione e la disgregazione delle rocce, le piante (pollini e residui vegetali), le spore, lo spray marino e i resti degli insetti. Il particolato naturale secondario è costituito da particelle fini che si originano in seguito alla ossidazione di varie sostanze quali: il biossido di zolfo e l'acido solfidrico emessi dagli incendi e dai vulcani; gli ossidi di azoto liberati dai terreni; i terpeni (idrocarburi) emessi dalla vegetazione. Queste sostanze una volta depositate sul terreno possono essere risollevate dai veicoli e trasportate dalle correnti d'aria per centinaia di chilometri.

Sono in atto molteplici progetti per diminuire la percentuale di polveri sottili nell'aria delle città: una delle soluzioni possibili, anche se momentanea e poco efficace, è il blocco del traffico dei veicoli nelle grandi città. Invece, l'impiego di combustibili alternativi è una delle strategie attuali per lo sviluppo di motori a combustione interna intrinsecamente puliti, nel contesto di una politica sempre più radicale di salvaguardia della qualità dell'ambiente.

Il metano (e il gas naturale) è il combustibile fossile meno inquinante. I motori in grado di sfruttare il metano mostrano considerevoli vantaggi rispetto a quelli convenzionali a benzina o gasolio, infatti possono garantire un sostanziale miglioramento della combustione, una notevole riduzione dell'emissione di anidride carbonica (≈ 25% in meno, in linea con le direttive del protocollo Kyoto), minore produzione di ossidi di azoto, emissione trascurabile di polveri sottili, emissione praticamente nulla di aromatici (molto rilevante invece nel caso dei motori a benzina verde). Ovviamente tutto ciò ha un riscontro fortemente positivo sulla qualità della vita e sulla salute della popolazione, soprattutto nelle aree urbane fortemente congestionate.

Inoltre, il metano permette di circolare senza restrizioni: le auto alimentate con questo carburante, infatti, non sono sottoposte ad alcun blocco del traffico. Oltre al resto, i veicoli a metano possono sostare in tutte le autorimesse, comprese quelle sotterranee ed è permesso l'imbarco su navi e traghetti: i nuovi serbatoi a metano, infatti, hanno standard di sicurezza pari a quelli delle auto tradizionali e sono progettati per resistere a sollecitazioni meccaniche e di pressione molto elevati. I serbatoi, inoltre, devono essere verificati e controllati ogni 5 anni. Non dobbiamo dimenticare poi che un kg di metano equivale a un litro e mezzo di benzina e un kg di metano costa 0,635 euro e l'autonomia dei nuovi veicoli può variare dai 200 ai 500 km. Molti modelli sono a doppia alimentazione (o bi-fuel), che permette in caso di esaurimento di metano, di passare automaticamente alla benzina sino al nuovo rifornimento.

Occorre però sottolineare che i motori alimentati a metano emettono, seppur limitata, una frazione di gas incombusto (di cui il metano stesso rappresenta il 93% circa). Anche se molto meno tossico di altri idrocarburi presenti negli scarichi dei motori convenzionali, il metano è molto pericoloso per quanto riguarda l'effetto serra (aumento della temperatura terrestre e conseguentemente mutazioni del clima). Stime recenti hanno valutato che, a parità di quantità emesse, il metano può portare ad aumento della temperatura terrestre 35 volte maggiore rispetto a quello provocato dalla anidride carbonica. Per questo motivo in Europa e negli Stati Uniti sono state introdotte regolamentazioni specifiche che limitano le emissioni sia del metano sia degli idrocarburi più pesanti (presenti nel gas naturale).

Per quanto riguarda gli incentivi, esiste la legge 23 agosto 2004, n.239 sul riordino del settore energetico (GU n. 215 del 13-9-2004), ai fini di promuovere combustibili alternativi per autotrazione. Fino al luglio 2004 scorso chi faceva installare e collaudare un impianto a metano (o a gpl) sulla propria auto, entro un anno dall'immatricolazione, otteneva un agevolazione di 650 euro. Mentre chi comprava una vettura nuova già dotata di impianto omologato dalla casa aveva diritto a 1.500 euro di contributo statale. Da luglio in poi questa legge prevede che il contributo sia esteso alle trasformazioni a gas effettuate entro i primi tre anni dall'immatricolazione e la possibilità di includere tra i soggetti beneficiari anche le persone giuridiche.
L'unico aspetto che ne disincentiva il suo utilizzo è relativo alla rete di distribuzione che non è così sviluppata come quella per la benzina e il gasolio, anche se la rete distributiva italiana è tra le più grandi d'Europa, oltre 400 punti vendita. Inoltre, sul nostro territorio stanno nascendo un gran numero di nuovi distributori, grazie al contributo e il supporto delle Province e dei Comuni. Per cui occorrerà solo aspettare la creazione di una rete capillare di distributori.

 
 
 
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Un blog di: gnoccosenzauto
Data di creazione: 03/09/2008
 

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