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Post N° 9

Post n°9 pubblicato il 19 Giugno 2006 da melvana

SA DI IDOLO ADOLESCENTE

NEL 1991, QUANRO NEVERMIND TOCCO’ LA CIMA DELLE CLASSIFICHE, KURT COBAIN CERCO’ DI SPIEGARE PERCHE’ I NIRVANA FURONO ALL’IMPROVVISO LA MIGLIORE BAND DEL PAESE.  [4]

SIAMO PROPRIO MUSICALMENTE e aritmicamente ritardati. Suoniamo talmente forte che non riusciamo ad accordare le chitarre abbastanza velocemente. Le gente lo può raccontare.”

Così parlò Kurt Cobain quando si sedette per un intervista a Guitar World alla fine del 1991. In quel momento, Nevermind, l’album di debutto su major del trio di Seattle, era il miglior album emergente del paese. Trascinato del contagioso singolo “Smells Like Teen Spirit”, il brioso album divenne Oro in sole cinque settimane dopo la sua uscita e, un mese dopo, scavalcò entrambi i volumi di Use Your Illusion dei Guns N’ Roses. L’improvvisa popolarità dei Nirvana balzata al multi Platino diceva molto sull’umore dei fan del pop: annoiati dalla leggera, sgargiante musica che aveva dominato gran parte degli anni ottanta, abbracciarono comparativamente i suoni grezzi (guidati niente di meno da economiche chitarre di seconda mano), contagiosi riff sporchi e parole storte che erano il marchi ufficiale di “Teen Spirit”. Nulla di tutto ciò, comunque, impedì Cobain dal postulare le sue ragioni per la rapida ascesa dei Nirvana.

“Suoniamo come i Bay City Rollers dopo un assalto dei Black Sabbath,” continuava nella sua brutta tossa di fumatore. “E noi vomitiamo sul palco meglio di chiunque altro!”

Era il lato allegro del chitarrista che sarebbe diventato più raro nei prossimi due anni quando la fama dei Nirvana crebbe e la psiche di Cobain perse il controllo. Durante questa intervista a Guitar World, la prima di Cobain, non mostro nessun aspetto del suo lato scuro. In più, certamente non avevamo idea che il giovane ragazzo esuberante in nostra presenza avrebbe influenzato una nuova generazione di musicisti rock e cambiato il corso della musica. Per noi era solo Kurt Cobain, il chitarrista, cantante e compositore dei Nirvana, e idolo degli adolescenti del momento. In questa breve ma allegra intervista, lui scherza sui vantaggi delle chitarre economiche, i pericoli delle battute, e perché Leo Fender fosse un deficiente.

GUITAR WORLD MTV pensa che i Nirvana siano un gruppo metal.

KURT COBAIN E’ giusto; lascia che lo pensino! Non ho niente contro Headbanger’s Ball, ma è strano vedere le nostre facce su MTV.

GW Kirk Hammett dei Metallica è un grande fan dei Nirvana.

COBAIN E’ molto lusinghiero. Lo abbiamo incontrato recentemente ed è un ragazzo veramente simpatico. Abbiamo parlato della scena Sub Pop, heavy metal e chitarre.

GW Parlando di chitarre, sembri preferire modelli economici.

COBAIN Non li preferisco; è solo che me li posso permettere. [ride] Sono mancino, e non è molto facile trovare a prezzi ragionevoli, chitarre per mancini di alta qualità. Ma di tutte le chitarre del mondo, la Fender Mustang è la mia preferita. Ne ho solo due.

GW Cosa c’è nella Mustang che ti piace?

COBAIN Sono economiche e totalmente inefficienti, e suonano da schifo. Sono anche molto piccole e non rimangono accordate, e quando vuoi alzare la tiratura delle corde sulla barra dei tasti, devi allentare tutte le corde e rimuovere completamente il ponte. Devi girare queste piccole viti con le tue dita e sperare che le hai stimate in modo corretto. Se fallisci, devi ripetere il processo di nuovo finché non ci riesci. Chiunque abbia inventato questa chitarra era un deficiente.

GW E’ stato Leo Fender.

COBAIN Penso di aver chiamato Leo Fender, il ragazzo morto, un deficiente. Ora non avrò mai un equipaggiamento. [ride] Ci hanno offerto un equipaggiamento della Gibson, non trovo una Gibson che mi piace.

GW La Mustang è la tua unica chitarra?

COBAIN No, ho una Jaguar del ’66. Questa è la chitarra che lucido e accudisco. Impedisco che qualcuno la tocchi quando salto nella folla. [ride] Poi, sto usando nei live una Strato perché non voglio ancora rovinare la Mustang. Mi piace usare le Strato giapponesi perché sono un po’ più economiche ed i tasti sono più piccoli di quelle della versione americana.

GW La chitarra acustica che suoni in “Polly” suona bemolle.

COBAIN E’ una Stella da 20 dollari di un negozio di rigattieri – non mi seccava cambiargli le corde. [ride] Difficilmente rimane accordata. Infatti, devo usare un nastro adesivo per tenere le corde accordate a posto.

GW Considerando quanto violentemente suoni la chitarra, probabilmente usi corde molto resistenti.

COBAIN Si. E faccio scoppiare gli amplificatori, perciò uso qualsiasi cosa trovo dai rigattieri. I rigattieri sono sempre i migliori.

GW Qual è stato l’ultimo amplificatore che hai fatto saltare?

COBAIN Un amplificatore Crown che era inteso per usarlo come sistema di amplificazione ma che usavo per la chitarra principale perché non riesco mai a trovare un amplificatore che sia abbastanza potente – e perché non voglio dover aver a che fare con il trasporto di 10 Marshall. Sono pigro. Mi piace aver tutto in un unico imballo. Come pre-amplificatore ho un Mesa/Boogie, e giro tutto a metà livello. E uso speaker Radio Shack.

GW Quanto affidabile è questo setup? Non sembra poter essere tanto duraturo, specialmente in vista di tutti i tour che farete.

COBAIN Funziona bene. Il suono cambia in ogni club in cui andiamo, ma non sono mai soddisfatto. Penso che il suono che ho è soprattutto il risultato del pedale per distorsione Roland EF-1 che uso. Ne uso 5 in tour.

GW Hai mai avuto bisogno di usare l’accordo per la vibrazione?

COBAIN No. Chiunque suoni la chitarra sa che solo Jimi Hendrix era capace di usare lo standard tremolo e rimanere ancora in accordo. Quelle cose sono totalmente inutili. Ne ho una sulla Stratocaster giapponese, ma non la uso.

GW Il tuo primo album, Bleach, fu registrato per 600$; quanto è costato Nevermind?

COBAIN [ride] Non mi ricordo; ho l’Alzheimer. E non ci chiedere quanto è costato il nostro video; è abbastanza imbarazzante.

SERVIZIO UTERO

GUITAR WORLD VA DENTRO IL MAKING DELLO SPESSO INTERPRETATO MALE E FORSE IL MIGLIOR ALBUM DEI NIRVANA – IN UTERO. [5]

QUANDO FU PUBBLICATO nel 1991, Nevermind avviò la rivoluzione del rock alternativo e fece dei Nirvana la più importante band della sua generazione.

Ma dopo 13 anni, è In Utero, il terzo album del trio di Seattle, che rimane come il loro capolavoro. Il disco è un complesso e inflessibile lavoro che presenta i Nirvana al loro più ruvido tanto quanto più melodico, e mostra il leader della band Kurt Cobain salire all’altezza delle suo abilità di cantate, compositore e chitarrista.

Le pressioni che l’improvvisa fama si fecero pesare su Cobain sono state ben documentate (il più affascinante racconto è la biografia più venduta di Charles R. Cross, Heavier Than Heaven, che è stata citata nel numero di ottobre del 2001 di Guitar World), e l’artista era evidentemente un ragazzo timido quando aveva a che fare con la pressione prima dell’uscita di In Utero nel 1993. Fu d’accordo nel concedere solo qualche intervista, ed io fui felice di farne una di queste per il Chicago Sun-Time e Request. Cobain mi scelse, disse, perché apprezzò il mio articolo del controverso suono delle registrazioni dell’album. In un intervista con il mi amico rivale, Greg Kot del Chicago Tribune, Steve Albini, il “registratore” di In Utero (il titolo che Albini preferisce), ha affermato che la Geffen Record era contraria a pubblicare l’album perché era troppo ruvido e abrasivo, e Cobain si stava piegando alla pressione dell’etichetta per remixarlo, come aveva fatto nel permettere a Andy Wallace di addolcire Nevermind.

Infatti, lo stesso Cobain ha deciso di ingaggiare Scott Litt (il produttore orientato al pop dei R.E.M. e dei dB) per remixare parte del disco – sebbene non lo volesse ammettere pubblicamente, per timore di sprecare qualunque cosa la “credibilità indie” venisse dall’ingaggiare Albini al primo posto. Specificatamente, Cobain sentì che le parti vocali fossero troppo basse nel mixaggio e volle enfatizzare la bellezza delle tracce più melodiche in modo da rendere l’impatto della canzoni più noise anche più potenti.

L’articolo che segue mostra un ritratto affascinante delle registrazioni dell’album, e offre un rivelante ritratto dell’animo di Cobain nel momento della pubblicazione del disco. Fu originariamente pubblicato su Request nel novembre 1993 sotto il titolo “Smells Like a Nirvana Artiche.”

Nello stesso periodo, assistetti a due dei concerti americani finali del gruppo, entrambi all’Aragon Ballroom di Chicago. Il primo, il 23 ottobre 1993, fu l’unica volta in cui la band ha fatto una performance live di “You Know You’re Right,” e fu uno dei migliori che ho mai visto. Il secondo, due sere dopo, fu uno dei peggiori – un deragliamento del treno completo. Il contrasto tra gli show era evidente che questo era ancora un gruppo che viveva a momenti, che non era niente di quella grande, liscia macchina rock che l’industria così disperatamente voleva. Era una band nel quale tutto poteva accadere, inclusa la sua imminente auto-distruzione.

Sei mesi dopo questi concerti, Cobain morì, vittima di un colpo di pistola auto-inflittosi alla testa. Aveva 27 anni.

(continua...)

 
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