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Oggi pensavo a quando ero bambina e camminavo spesso con il naso all'insù ad inseguire nuvole di panna montata e cercare nei loro profili volti, farfalle, fiori, elefanti con la lunga proboscide o scimmie sgambettanti. L'ho rifatto oggi ma abbassando ogni tanto lo sguardo, per paura di inciampare, uno sguardo per terra e uno agli altri, si...perchè ci sono anche loro. Che strano quest'ultimo anno, ho smesso di guardarmi con gli stessi occhi, ho addolcito lo sguardo forse e questo devi avermi dato l'aspetto sereno e selvaggio di un'animale. Simile forse ad un gatto, quando ti guarda con aria seria senza giudicarti, ma nella sua eleganza ti mostra la sua voglia di coccole o la sua rabbia, in quel modo perfetto che solo la natura sa creare. Avevo dimenticato che l'uomo è un'animale, avevo allontanato l'idea uomo come puro istinto, senza remore, ma soprattutto quello di un'essere umano lontano mille miglia dalla sua natura. Sono cambiata e nel farlo ho compiuto un salto nel vuoto, che mi ha scompigliato i capelli, che mi ha scomposta e ricostruita in volo e che ha cambiato, soprattutto anche gli sguardi intorno a me, verso di me. E' uno strano meccanismo questo e non mi importa più tanto di capirne il funzionamento e forse c'è ne più di uno, come credo non capirò mai la magia per cui inizi a volere bene ad una persona, semplicemente per quello che è, e null'altro. Desiderando solo di accogliere i suoi cambiamenti, di sfiorarli , di tuffartici dentro per poi aver voglia di allontanarli creando dinamiche uniche ed irripetibili in un gioco continuo di chiaro scuri. Si è frantumato un modo fittizzio, certezze di argilla, pensieri a spirale che finivano per infilzarsi da soli e poi le aspettative....si quella insana abitudine di ipotizzare quel che sarebbe stato in almeno sei o sette modi diversi. Così in questo ultimo periodo non ho lasciato spazio alla paura nè all'amarezza o allo sbandamento. C'è stata immobilità ma anche serena allegria e tanta sana autoironia. C'è stata stanchezza e anche silenzi ma anche voglia di parlare e di ascoltare e di guardare dritto negli occhi. C'è stata voglia di giocare senza la paura di sembrare una bambina e sorrido se penso a quanta energia sprecata a lottare contro i mulini a vento .....ma non mi arrabbio nè mi rattristo. Mi fa tenerezza nel ripensare ai bicchieri d'acqua dentro i quali mi perdevo e che ora non mi appaiono tali....mi intenerisco perchè da brava bimba ci ricadrò ancora. Ma lo farò con la mia faccia e le mie emozioni che sempre si infilano sotto pelle e arrivano al cuore e lo fanno pompare sangue in ogni centimetro del mio corpo, con lo stesso impeto di quella bambina che inseguiva le nuvole con il naso all'insù.
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