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Messaggi di Giugno 2012

bene e male

Post n°65 pubblicato il 28 Giugno 2012 da non_muoverti

 

 

 

Quello del male è un concetto che deve esistere…se non esistesse il male, come potrebbe esistere il bene (paradossalmente, anche secondo la Genesi, il male è nato prima del bene: Adamo ed Eva erano nel paradiso terrestre, ma conoscevano solo quello, quindi non sapevano di stare bene…poi arriva il serpente, il male, ci tira scema quella idiota di Eva e si ritrovano, , con la M………..fino al collo…e dissero:"(AZZ , si stava bene prima, si sta male adesso")…sono tutte cose che noi stessi creiamo, senza i quali non potremmo esistere

Noi siamo il bene, loro il male…noi siamo il male e ci piace (solo nei fumetti succede) e voi il bene e vi distruggiamo…mah…che idiozia…male e bene convivono in noi, non capisco come mai non possano convivere al di fuori di noi (paradosso extracorporeo di stampo filosofico…)…l’uomo non ha creato solo cose disumane, anzi non ha creato nessuna cosa disumana…forse una scimmia può creare una cosa disumana, non certo un uomo…magari un uomo scimmia…perchè quello che creiamo è tutto umano…purtroppo, tutto quello che creiamo è opera nostra, ed è di nostra responsabilità gestirlo…tutto…anche dio è nostra responsabilità gestircelo, se in suo nome imbrogliamo la gente, la facciamo saltare per aria, la mandiamo al macello…purtroppo sarà sempre così…

 

Il prevaricare l’uno sull’altro è un concetto che esiste dagli albori, applicato in ogni sua forma, dalla più brutale alla più democratica…ma esiste, e con lui non puà che esistere la guerra…

Ma non è spiegabile…la voglia di spiccare sopra tutti dovrebbe solo essere incanalata nelle nostre aspirazioni in modo differente in modo costruttivo e positivo…e cambierebbe tutto…ma d’altronde l’uomo sempre bestia è…si, gli interessi nelle guerre; nulla di strano…vero…purtroppo…sacro a volte…e allora…

 

 

 

 
 
 

Correndo Con le Nuvole

Post n°64 pubblicato il 23 Giugno 2012 da non_muoverti

 

 

Oggi pensavo a quando ero bambina e camminavo spesso con il naso all'insù ad inseguire nuvole di panna montata e cercare nei loro profili volti, farfalle, fiori, elefanti con la lunga proboscide o scimmie sgambettanti. L'ho rifatto oggi ma abbassando ogni tanto lo sguardo, per paura di inciampare, uno sguardo per terra e uno agli altri, si...perchè ci sono anche loro. Che strano quest'ultimo anno, ho smesso di guardarmi con gli stessi occhi, ho addolcito lo sguardo forse e questo devi avermi dato l'aspetto sereno e selvaggio di un'animale. Simile forse ad un gatto, quando ti guarda con aria seria senza giudicarti, ma nella sua eleganza ti mostra la sua voglia di coccole o la sua rabbia, in quel modo perfetto che solo la natura sa creare. Avevo dimenticato che l'uomo è un'animale, avevo allontanato l'idea uomo come puro istinto, senza remore, ma soprattutto quello di un'essere umano lontano mille miglia dalla sua natura. Sono cambiata e nel farlo ho compiuto un salto nel vuoto, che mi ha scompigliato i capelli, che mi ha scomposta e ricostruita in volo e che ha cambiato, soprattutto anche gli sguardi intorno a me, verso di me.

E' uno strano meccanismo questo e non mi importa più tanto di capirne il funzionamento e forse c'è ne più di uno, come credo non capirò mai la magia per cui inizi a volere bene ad una persona, semplicemente per quello che è, e null'altro. Desiderando solo di accogliere i suoi cambiamenti, di sfiorarli , di tuffartici dentro per poi aver voglia di allontanarli creando dinamiche uniche ed irripetibili in un gioco continuo di chiaro scuri.

Si è frantumato un modo fittizzio, certezze di argilla, pensieri a spirale che finivano per infilzarsi da soli e poi le aspettative....si quella insana abitudine di ipotizzare quel che sarebbe stato in almeno sei o sette modi diversi. Così in questo ultimo periodo non ho lasciato spazio alla paura nè all'amarezza o allo sbandamento. C'è stata immobilità ma anche serena allegria e tanta sana autoironia. C'è stata stanchezza e anche silenzi ma anche voglia di parlare e di ascoltare e di guardare dritto negli occhi. C'è stata voglia di giocare senza la paura di sembrare una bambina e sorrido se penso a quanta energia sprecata a lottare contro i mulini a vento .....ma non mi arrabbio nè mi rattristo. Mi fa tenerezza nel ripensare ai bicchieri d'acqua dentro i quali mi perdevo e che ora non mi appaiono tali....mi intenerisco perchè da brava bimba ci ricadrò ancora. Ma lo farò con la mia faccia e le mie emozioni che sempre si infilano sotto pelle e arrivano al cuore e lo fanno pompare sangue in ogni centimetro del mio corpo, con lo stesso impeto di quella bambina che inseguiva le nuvole con il naso all'insù.

 

 
 
 

Presa in mezzo alle mie teorie...

Post n°62 pubblicato il 18 Giugno 2012 da non_muoverti

 

 

 

 

Ho una mia teoria sul genere umano. Ho il sospetto che qualcuno l'abbia già pensata prima: è difficile essere davvero i primi a pensare qualche cosa, in fondo, siamo sulla terra da così tanto tempo...
Il genere umano si distingue in tre grandi categorie: gli uomini che sono in quanto hanno deciso di essere, quelli che sono in quanto posseggono e in fine i più miseri, ovvero coloro che sono ciò che appaiono o che desiderano far apparire di sé.
I primi sono persone estremamente delineate, spesso prevedibili in alcuni loro atteggiamenti, poiché non nascondono la loro essenza ed anzi, ne fanno un loro punto di forza, finanche un vanto. Da una persona che è, puoi aspettarti esattamente ciò che è. Egli si impegna nei ruoli assumendosi le responsabilità richieste dagli stessi sino in fondo, siano essi ruoli positivi o negativi. Così, un padre che è, per intenderci, è perché ha compreso l'impegno di essere padre e accetta sino in fondo i doveri, godendosi i frutti e sacrificando la propria vita per i figli. Non si limita a dire che è padre perché ha un figlio, né si atteggia tale solamente di fronte alla gente dimenticandosi dei doveri una volta dentro nell'intimità della propria casa.  Le persone che hanno scelto di essere, sono a loro modo pericolose: esse hanno scelto la verità, e non ne hanno paura, non la temono ed anzi la brandiscono come arma e stendardo allo stesso tempo. Sono difficili da attaccare perché hanno la consapevolezza di ciò che sono. Sono per così dire, solide.
I secondi, ovvero coloro che sono in quanto hanno, giustificano invece la loro esistenza in base, appunto, a ciò che posseggono. Essi in genere non si accontentano mai, perché, per loro, migliorare significa esclusivamente possedere di più. Non per forza tali possedimenti debbono essere cose inanimate, cellulari dell'ultima generazione, automobili, ma possono essere anche persone (donne o uomini, dipendenti, figli). Sono esseri con pochi scrupoli, spesso incapaci di distinguere desiderio da sentimento, voglia da passione. Poiché sono finché hanno, se dovessero perdere ciò che posseggono, non è dato sapere ciò che potrebbero divenire, in quanto appunto non sono mai stati realmente qualcuno. Così una persona benevola poiché possidente e benestante, potrebbe, non appena dovesse trovarsi in difficoltà economiche, diventare una persona abbietta e inaffidabile, pronta a tradire per riottenere, cosi come divenire un derelitto, pronto a vendere l'anima per un tozzo di pane. Suo malgrado neppure lui come reagirà, perché ha per troppo tempo negato se stesso.
Degenerazione dei secondi ci sono poi coloro che sono in quanto appaiono. Essi non sono nulla e nascondono la propria nullità dietro a possedimenti e menzogne. Attraverso un muro di falsità si costruiscono una reputazione, sono in poche parole quelli che in genere definiamo con il suffisso "isti" ovvero, i buonisti, i perbenisti, gli animalisti, i garantisti e chi più ne ha più ne metta, tanto loro ne avranno comunque di più. Il sentimento che li guida è l'invidia. Loro vorrebbero sempre essere qualcosa di più, similmente agli appartenenti del secondo genere, tuttavia non ne posseggono le qualità o/e la dote (intesa come quantità di averi), quindi anziché continuare a lottare per ottenere, fingono di avere ciò che non hanno o peggio imbrogliano se stessi e gli altri per poterlo avere. La cosa grave infatti, che poi distingue davvero gli "Aventi" dai "Sembranti", è che questi ultimi finiscono per credere nelle loro stesse menzogne, e continuano a nutrirsi di esse al punto da negare l'evidenza. L'apparire diviene dunque una droga dalla quale è difficile sottrarsi, anzi, il terrore che qualcuno possa scoprire la menzogna viene appunto sedato con l'accettazione della propria illusione, assumendola a verità. Queste creature sono in genere violente, poiché dissennate, e reagiscono con violenza alla loro eventuale caduta. Violenza che scaricano sugli altri, arrivando a distruggere coloro che possono rappresentare un pericolo o, in alternativa, su se stessi, quando il castello di carte collassa e ogni menzogna denudata; quando, allo specchio, non rimane che l'enorme vuoto da spegnersi con la più triste delle sconfitte

 
 
 

La Mia Rabbia

Post n°61 pubblicato il 14 Giugno 2012 da non_muoverti

 

 

Avevo scritto un foglio pieno di rabbia

Rabbia come sentimento che ha una sua forza e valenza,  rabbia come sfogo, rabbia come apertura mentale , ma la conserverò per me!

Perchè io non sono tutto questo,  io non voglio essere la mia rabbia e non voglio essere nemmeno la mia tristezza nè la mia malinconia che  un'emozione annacquata.

Ultimamente le emozioni diluite non fanno per me....ora sono per l'Amore forte, l'Amore combattuto e che combatte chiaro e deciso.

Sono per una reazione costruttiva alla rabbia, per vomitarsi parole in faccia, sono per dire quello che penso, senza filtri e censure, anche a discapito di quei rapporti che si mantengono in equilibrio sul filo del rasoio.

Di solito non la penso così, io amo gli equilibri anche precari, adoro servirmene, sono utili a volte fortissimi ....ma questo non è il momento.-

Ora è il momneto di Byron, Shakespeare, Withman di Keats e il momento di grandi emozioni di quelle che squarciano il cuore dalle fondamenta.

 E' il momento di grandi tragedie e grandi amori, non melensi e zuccherosi, niente fate e principesse niente principe azzuro....è il momento dell'amore che nemmeno la morte distrugge l'amore di Romeo e Giulietta, quello di Cyrano....

Due ore di parole scarabocchiate su un foglio hanno appena scalfito il magone che mi opprime  da giorni, due ora per trasformare la rabbia in questo, per concedermi il lusso di sognare un po' anche stasera.....

"Su, incendiamoci di parole
e bruciandomi sorridimi - stringimi
come devono gli amanti - su, baciami.
E l'urna, poi, delle mie ceneri seppelliscila nel tuo cuore -
Su, amami davvero!"

J. Keats

 

 
 
 

Le Cose che Ho Imparato

Post n°60 pubblicato il 09 Giugno 2012 da non_muoverti

 

 

 

 

 

Se c'è una cosa che ho imparato in questi ultimi anni è che, per ogni attimo di attenzione rivolto a qualcuno, qualcun'altro perderà il nostro sguardo. Ci sono alcune persone per le quali ti spacchi in due, le cerchi, ti lasci spezzare per il semplice fatto che sono "loro" e non c'è niente al mondo che ti potrà distogliere dalla fatica di amare senza ricambio, senza ritorno, nè dal tuo sguardo, che diventa dolce quando guardi in quella direzione e non in un'altra. Ci sono persone che ti vengono incontro con le mani a coppa colme di amore da offrirti e ti ricprono di adorazione ma questo non basta a farti volgere lo sguardo.

E poi ci sono gli sguardi che si incontrano e gesti che ne chiamano altri in risposta, percorsi che vanno affrontati insieme e nessun ostacolo merita la nostra paura. Questo accade quando una persona alza gli occhi quando lo facciamo noi e l'incrocio di sguardi è pulito, netto. Qualsiasi corazza tu ti sia costruita addosso perde il suo potere e il suo significato, fin tanto che quell'incontro non avviene. Perchè deve avvenire. E più lo eviti più ti corre incontro, più lo scansi più ti insegue e ti si ripresenta sorridente alla porta. E così, i nostri giorni, diventano un vagare senza sapere dove e come fare e che senso abbia. Ed è una scoperta continua, un'imparare, cadere e rialzarsi, correre e arrivare e poi ripartire e credere e disilluderci e crederci di nuovo, con nuovi graffi addosso che anche le cicatrici diventano rughe. E di fronte a questo tutto il resto si frantuma, alle emozioni nate in quegli incontri a cui dedichiamo la nostra attenzione. Quelle emozioni che, quando la prospettiva cambia, ti rendi conto che ti mancano come l'aria, come lo scorrere del sangue nelle vene e la pelle che si rigenera addosso. E ti mancano proprio lì, in quell'attimo in cui ti distrai. In certi momenti l'attenzione viene meno anche per quelle persone che resteremmo a fissare una notte intera, solo per il piacere di guardarle dormire. Ma inevitabilmente le palpebre si abbassano e cedono per poi riaprirsi di nuovo. A volte, al loro risveglio, trovano un paesaggio diverso, del tutto nuovo. Ma i tuoi occhi, certe persone, non le dimenticano.

 

 
 
 
 
 
 
 

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