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A proposito di Giovanni.
A tink i tè.
(a proposito di Giovanni)
Come messaggio sembrava piuttosto banale, non c'era pathos, nè sentimento, non c'era enfasi, nè accanimento. Insomma, era una semplice constatazione, di quelle che si fanno nei giorni di solitudine o in quelli in cui sarebbe stato meglio rimanere in silenzio.
Eppure aveva riacceso il cellulare, aveva riaperto porte e finestre, aveva messo in bella mostra il suo vecchio profilo da sfigato, quello buttato lì per gioco, come sfida pensata contro il resto del mondo.
Quasi dimenticato, era saltato fuori, all'improvviso, nella sera agitata dallo scirocco, senza un annuncio o una scritta nel cielo. Senza una spiegazione. Riapparso come un fantasma o come un inseparabile rimorso.
Ognuno di noi dimentica spesso qualcosa di sè dentro gli altri.
A volte dimentichiamo frasi, altre volte sguardi, e ci sono volte in cui dimentichiamo dentro un cuore persino le nostre impronte.
Così, aspettando Giovanni pensavo a quello che io, ancora, avevo di lui addosso.
Pensavo al suo odore, al sapore dei suoi occhi, all'amarezza della sua rabbia, alla sua gioia istintiva e randagia, alla sua tristezza imbracciata davanti al mistero del 'nuovo che avanza', e, ancora, al suo vaffanculo gridato in piazza, al suo odio costituito e mai omologato, al suo essere comunque presente, anche nei giorni in cui dimenticava la password per attraversare il confine.
E' stato sempre così, lui. Non ha mai detto arrivederci. Per questo quando torna lo fa con strani messaggi che sanno di eccesso e di prostituzione.
< Ho voglia di riabbracciarti. Di sentirmi dentro> .
< Mi sento solo, solo e senza contanti!>.
Messaggi che arrivano da molto lontano, messaggi urlati da un animale stremato e ferito.
Messaggi a iosa, non digitati eppure evidenti, abbozzati in numeri e in lettere, pieni di segni e di riflessi, bianchi, neri e rossi, che ridono e piangono allo stesso tempo; messaggi d'amore che si consumano prima del tempo, messaggi che son baci e che sono carezze, che picchiano come pugni chiusi o che sfondano muri come calci, che fanno anche male, per certi versi, perchè chiedono tutto e non spiegano niente.
Messaggi di luce e di cemento, duri e lucenti, senza storia e senza appuntamenti.
A proposito di Giovanni... ci sono messaggi ... in arrivo, messaggi che giungono da chissà quale inferno, messaggi che da tempo si sono messi in cammino, come migranti, stipati uno sull'altro, dentro un viaggio sognato e clandestino.
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Inviato da: Noneraunsogno
il 30/06/2024 alle 09:54
Inviato da: helen40
il 29/06/2024 alle 22:28
Inviato da: helen40
il 25/05/2024 alle 22:50
Inviato da: hesse_f
il 18/02/2021 alle 10:33
Inviato da: ASIA1929
il 22/02/2019 alle 22:49