HO SOGNATO DI GUARDARE IL CIELO E DI MORIRE A OGNI MIO INVISIBILE PASSO
Alcuni dicono che i sogni spuntati col sorgere della luce siano
premonitori…
Adesso vi racconterò il mio; è stato come perdere la vita
davvero, è stato come andarmene ed essere incatenata
sempre qua, nel mondo in cui qualcuno, per volere o per caso,
mi ha dimorato fin dalla nascita.
Comincia tutto in un letto d’ospedale, la stanza è bianca e
deserta, nessuno al mio cospetto. Mi alzo e non ricordo bene,
solo qualcosa di vago, un incidente, qualcuno che mi ha
investita… Mi guardo le mani, le braccia, la pelle….tutto integro.
Non avverto nessun dolore. Mi chiedo come sia possibile dopo
tutto ciò.
Piano piano comincio a presentarmi al mondo ma nessuno mi
vede, nessuno mi parla…la solitudine mi attanaglia. Vorrei
gridare, piangere disperatamente, aggrapparmi alle spalle di
qualcuno, parlargli, fargli sentire il dolore che mi dilania
l’anima…già: l’ANIMA, adesso ho solo quella, il corpo è rimasto
in quella stanza d’ospedale, freddo ed esanime.
Vago….ogni persona che amo non può più sentirmi, non ode le
mie parole, non sente il mio dolore, non mi sente piangere in
agonia.
Le mie lacrime non sono bagnate, i miei occhi non rivelano più
a nessuno il male che li acceca, le mie mani e le mie braccia
non possono più stringere a me le persone che amo. Vado a
trovare ognuna di loro ma sono trasparente, sono invisibile,
sono nebbia, sono aria, sono un fantasma. Sono il fantasma
di me stessa, condannato a vivere nel passato di quello che
poteva essere il suo presente ma che non ha saputo vivere.
Io: che amavo osservare, amavo ascoltare, stare in silenzio,
in solitudine, che non volevo comunicare i miei sentimenti,
rivelare le mie emozioni, io che però ascoltavo e sentivo
sempre quelle degli altri con passione…io che volevo passare
sempre inosservata, che amavo essere invisibile e misteriosa,
oscura. Io, che adesso sono tutto ciò che desideravo essere,
sono niente, invisibile, insignificante. Il mondo procede senza
di me come era ovvio che succedesse, ho avuto tempo di
parlare, di aprirmi, di conoscere, di interferire, di intervenire,
di agire, di fare e distruggere, di amare, di odiare, di
accarezzare, di schiaffeggiare, di baciare…io che non ho mai
voluto far niente, io che non avevo rimpianti, io che ho deciso
di guardare al passato e non vivere mai niente di quello che
avevo nel ricco presente. Mi ritrovo ad essere un gigantesco
e disperato rimpianto che cammina e che DAVVERO non può
più tornare indietro per amare ciò che a suo tempo ha
disprezzato. Adesso le mie grida scompaiono davvero nel
turbine dei venti, cumuli e tempeste di neve mi ricoprono,
mi attorcigliano, mi fanno inciampare e cadere, le lacrime mi
ghiacciano il cuore, la disperazione mi dilania gli organi persi di
vita, di speranza…amavo l’oscurità e adesso ne sono
sommersa per l’eternità.
Il sogno continuava nella casa di una mia vecchia amica con la
quale avevo condiviso tutto, anche l’anima. Lei sta uscendo
dalla doccia, lo specchio è appannato. Le scrivo sopra : I’M
HERE (sono qui). Lei sorpresa e poco spaventata mi chiede
chi sono, le scrivo il mio soprannome, lei capisce subito, era
l’unica che poteva ancora ascoltarmi.
Il vapore sullo specchio sta svanendo, non riesco più a
scriverle, prendo subito la spugna da bagno e le faccio cenno
di seguirmi (non poteva vedermi corporalmente ma solo se
portavo un oggetto con me). Mi segue e scrivendo su della
carta torno a parlarle, mi racconta dell’incidente.
Ero in moto, in una piazzetta vicino casa sua, un furgone
faceva marcia indietro velocemente senza guardare negli
specchietti, mi investe in pieno e mi stritola sotto le ruote.
Sono morta sul colpo, senza aver tempo neanche di sentire
male. Sono rimasta a terra sanguinante…lei mi ha visto perché
era casualmente (o per destino) uscita di casa.
Non so perché, dopo la morte, ero confinata ancora qua, in
questo mondo, o forse sì. Forse quello era il mio inferno, il
girone di quelli che rimpiangono sempre il passato senza
curarsi del presente e di ciò che vivono. La punizione di chi,
come me, ha sempre desiderato la morte senza sapere
realmente cosa l’aspettasse al di là del varco. Non sempre ci
può essere qualcosa di migliore dopo la morte.
Dopo il dialogo con lei i ricordi si fanno confusi… Tento di
andare anche dal mio ragazzo, a lavoro.
Il suo cane mi segue e mugola come se davvero riuscisse a
vedermi, ma lui no, non mi vede, non può. Colgo per un attimo
il dolore nel suo sguardo, si volta un ultima volta verso di me,
invisibile, e poi riparte col lavoro…come se per un attimo mi
avesse sentita. La disperazione mi cresce nel cuore, sono
straziata dal dolore, la solitudine mi uccide in ogni minuto che
passa…e ognuno di questi minuti non si può neanche contare
perchè si chiama ETERNITA’.
Me ne vado, piangendo disperatamente. Corro dalla persona
che ho sempre amato più di ogni altra cosa al mondo, mia
nonna. Lei riesce a vedermi, probabilmente perché l’incidente
(accaduto proprio sotto casa sua) l’ha dilaniata fino a farla
uscire di senno dal dolore. Ha perso l’anima proprio come io,
allo stesso modo, ho perso la vita. I suoi occhi sono pieni di
lacrime, straziati dal dolore, vuoti come il buio dell’infinito più
scuro, rossi come il sangue che aveva bagnato il mio corpo e
l’asfalto sul quale giacevo. La morte aveva portato via me e
insieme anche la sua anima.
Questa visione mi apre il cuore, me lo strappa i mille piccoli
granelli di sabbia, il sangue mi sgorga dagli occhi, il dolore mi
brucia nelle vene come le più ardenti fiamme dell’inferno. Così
scappo da quella casa, consapevole di ferirla mortalmente
ancora di più con l’illusione di avermi ancora con lei,davanti a
sé. Le sussurro : sarò sempre con te, al tuo fianco, per
sempre. SENTIMI TI PREGO. E poi svanisco dalla sua vista per
trascinarmi pesantemente in ogni angolo della mia galera.
Morire stanotte in sogno è stato il peggiore degli incubi che
abbia mai fatto. Vedere il dolore delle persone che amo mi ha
distrutta, ma soprattutto ho capito cosa sto combinando con
la mia vita, quanto mi sto perdendo e quanto mi sto lasciando
dietro le spalle….tutte cose che un giorno, per volere divino,
non potrò più fare….ALLORA SARA’ IL MOMENTO PER AVERE
RIMPIANTI, ADESSO C’E’ ANCORA TEMPO.
....AND A NEW DAY SHALL COME AGAIN.... Blind Guardian
R.I.P. sko-m40
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