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« “Seconda stella a destra...la trasparenza »

Questa fine non è la fine del mondo ma piuttosto la fine di un mondo

Post n°123 pubblicato il 04 Aprile 2011 da orgogliosammarinese
 
Foto di orgogliosammarinese

di Dario Manzaroli

“Dipende da noi l’evoluzione che la realtà potrà assumere: il grado di consapevolezza, la capacità di maturare in noi stessi un cambiamento positivo

La crisi della civiltà occidentale si appalesa ogni giorno di più.

Per la forza stessa degli avvenimenti, “conquiste”
date per scontate cominciano a franare scuotendo la
mentalità contemporanea che è poi il collante che consente ad una certa visione
del mondo di persistere.“Nessuno crede più in un progresso indefinito e c’è
ormai un presentimento sempre più diffuso di una crisi irreversibile di quella
che chiamiamo epoca moderna. Anche l’accelerazione che gli avvenimenti ed
il tempo quotidiano di ciascuno hanno assunto, ci dice che tutto ciò non potrà
continuare a lungo. Non intendo ovviamente riproporre la trita idea  della fine del mondo. Questa idea ed il suo radicamento in ampi strati della popolazione
fa emergere comunque il malessere diffuso in cui viviamo quotidianamente
e che ben è rappresentato dall’esplodere del disagio mentale,ormai
la “malattia”più diffusa, che non risparmia nessuna classe sociale e nessuna fascia
d’età.
Ma non dobbiamo accontentarci di una lettura psicologica di questo vasto
disagio sociale e psichico, dobbiamo cercare di andare
oltre. Molte persone sentono confusamente la fine di qualche cosa.
Questa fine non è la fine del mondo ma piuttosto la fine di un mondo: e se quello
che deve finire è la civiltà occidentale così come oggi si è ridotta, allora si tratta
della fine proprio del nostro mondo di occidentali che pensano ed hanno
sempre pensato che quella occidentale è la civiltà per eccellenza.
Si tratterebbe quindi più propriamente della fine di un’epoca e di un ciclo storico
e non della fine di tutto.
Quello che insegnano le dottrine tradizionali (compresa quella Maya) è che
come esistono cicli cosmici così esistono cicli storici con un loro inizio,uno sviluppo
ed una loro fine. E’ stato così più volte in passato e lo sarà ancora in futuro:
la fine del ciclo attuale sicuramente avrà importanti ripercussioni su vari
popoli e varie e vaste aree del mondo data l’interconnessione che l’attuale civiltà
occidentale ha impresso ad ampie zone del nostro pianeta: l’attuale disordine
quindi come premessa ad un nuovo ordine che più volte nei tempi si è determinato.
Ciò non in maniera fatalistica e scontata, e non senza traumi e travagli personali
o di gruppo, ma come legge generale dell’universo, che come hanno intuito
i nostri antenati greci: così nel grande come nel piccolo;
macro e microcosmo. Dipende da noi, dagli attuali viventi, l’evoluzione
che la realtà potrà assumere: il grado di consapevolezza, la capacità di maturare
in noi stessi un cambiamento positivo, il recupero dei valori universali
di umanità e di spiritualità che facciano diga contro un materialismo che tutto
pare inghiottire e distruggere. La parola materialismo risale al XVIII secolo e significava l’esistenza reale della materia. Tutta la scienza sviluppatasi negli ultimi secoli è uno studio del mondo sensibile ed i suoi metodi (che fra l’altro applicati
alterano la materia stessa inficiando i risultati dell’osservazione)
sono applicati solo al misurabile. Ciò che non è misurabile quasi non esiste o si può fingere che non esista.
La bellezza è misurabile? Sono misurabili la dignità ed il rispetto? La saggezza
vale? E vale l’esperienza e la vecchiaia? E’ il denaro la misura di ogni valore?
E’ questa la radice del male?
Dario Manzaroli”

 
 
 
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