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PANEM ET CIRCENSEM

Post n°183 pubblicato il 12 Giugno 2012 da orgogliosammarinese
 
Foto di orgogliosammarinese

Qualcuno si chiede: era  possibile sviluppare l’economia  del Paese senza  trascinarlo nella “M….” in  cui si è trovato? 

Politici coinvolti negli affari con imprese che hanno generato le distorsioni più gravi 

L’avv. Luigi Lonfernini mette a nudo il ‘male’ che ha generato la situazione economica attuale

Con quali risorse sarà possibile pagare i default delle banche o gli stipendi di una Pubblica amministrazione con livelli sproporzionati non tanto nel numero degli occupati, ma dell’ammontare degli stipendi?

Con la situazione di  estremo e grave disagio  in cui si è venuto  a trovare il Paese che,  oltre ad essere di natura  materiale, è soprattutto  morale, lo  Stato pensa di porsi,  quale garante, in situazioni  di crisi in cui  potranno trovarsi gli  Istituti di Credito.  Mi chiedo: qualcuno  ha letto il bilancio dello  Stato tra le righe?  Qualcuno si è reso  conto delle risorse che  ha di fronte il Paese?  Mi chiedo: tutti coloro  che oggi dentro o  fuori del Consiglio Grande  e Generale si ergono a  tutela dello stato Sociale,  della moralità, dell’occupazione,  dov’erano quando  si concedevano licenze  di ogni tipo a “pugnaccio”  e che hanno provocato  il disastro sia nei rapporti  economici che politici  con l’Italia?  C’è chi sostiene, ragionevolmente,  che ogni licenza  aveva un suo costo: da  poche decine di migliaia  di euro o di lire, a seconda  dei momenti storici, a  svariati milioni a seconda  del tipo di impresa che  si voleva mettere in atto.  Dov’erano le Associazioni  di categoria, sia di lavoratori  sia di imprenditori,  quando le assunzioni  sotto la pubblica amministrazione  e la relativa  spesa lievitava in maniera  impressionante? Dov’erano  quando si lasciava lievitare  il frontalierato senza  considerare che la “bolla”  imprenditoriale prima  o poi sarebbe esplosa ed  un Paese come il nostro,  con i suoi limiti naturali,  non avrebbe potuto poi  sostenere?  Dov’erano gli amministratori  pubblici quando  aziende sanissime ottenevano  sconti fiscali da favola  semplicemente mettendo  insieme aziende  da rottamare con imprese  sane?  Dov’erano gli Amministratori  pubblici o privati  quando si concedevano  licenze ad operare ad Istituti  Bancari e finanziari  dei quali non si conosceva  nemmeno il carattere  imprenditoriale dei soci e  poi dov’erano quando nominavano  i controllori ed  il tipo di controlli che venivano  effettuati?  Quali cointeressenze esistevano  tra politici ed affari  che si innescavano in  certe imprese?  Se io c’ero o dormivo o mi  faceva comodo assistere  ad uno sviluppo del Paese  in maniera non solo impressionante  ma fuori da  ogni regola.  La qualità della vita: erano  i predicatori che ad  ogni piè sospinto imbonivano  la gente mantenendola  in uno stato di assuefazione  esasperando  il motto “panem et circensem”.  Qualcuno si chiede: era  possibile sviluppare l’economia  del Paese senza  trascinarlo nella “M….” in  cui si è trovato?  Certo che era possibile ma  ad una condizione: che  coloro che direttamente  hanno avuto le responsabilità  di guidare politicamente  la vita economica  e sociale del Paese avessero  assunto quale metro  di comportamento il  buon senso e non si fossero  lasciati trascinare in  una commistione di affari  e politica.  Signor Segretario alle finanze:  con quali risorse  pensa di mantenere in  piedi una Pubblica Amministrazione  che ha raggiunto  livelli sproporzionati  non tanto e non solo  per il numero dei dipendenti,  anche per il fatto  che lo Stato era e rimarrà,  giustamente, il maggiore  datore di lavoro, ma  in quanto le retribuzioni  portano ad un monte  di spesa che non possono  permettersi nemmeno  le regioni a noi limitrofe.  Come è possibile garantire  il default di aziende  che, quando si presenta,  si portano con sé decine  di milioni di deficit?  Sono convinto che i miei  interrogativi non avranno  alcuna considerazione  e si continuerà a sviluppare  un discorso, attorno  alle tavole rotonde, vuoto  e pieno di frasi ad effetto:  si smetta di promettere  cose che la nostra realtà  non potrà ragionevolmente  mantenere né oggi  né in seguito, perché illudere  i giovani con la piena  occupazione?  Da più parti si insiste che  è necessario cambiare politica  rimettendo le cose al  loro giusto posto, ma per  far questo e per rendere  credibile la svolta, i soliti  noti della politica dovrebbero  rientrare nell’ombra;  comprendo che chi della  politica ha vissuto per anni  e ne ha fatto un “modus  vivendi” diventa estremamente  complicato.

LUIGI LONFERNINI

 
 
 
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