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ORGOGLIO SAMMARINESE

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SAN MARINO PUO' DIVENTARE UNA PICCOLA FINLANDIA!!!

Post n°188 pubblicato il 08 Ottobre 2012 da orgogliosammarinese
 
Foto di orgogliosammarinese

 La “storia” di Marino, che lascia la Repubblica dopo il caos antimafia e torna sognando un Paese rinnovato

di Domenico Gasperoni

Marino è un cittadino sammarinese. E’ titolare di una licenza “mille

baciaccoli” del centro storico di San Marino. La stagione è andata

male. Il diario degli incassi degli anni precedenti ha segnato ancora

un brutto meno. Marino è anche un bravo cittadino. Segue le vicende

politiche, partecipa alla vita della comunità. Ma si ritrova arrabbiato

e disperato, perché l’ultima stagione politica è andata male.Anzi malissimo, vicina al tracollo. E’ doppiamente stressato,perché i due cassetti piangono, quello del negozio e quello del bilancio pubblico.

Ha bisogno di riposo,di aria pulita. Approfitta del ponte del primo ottobre e se ne va alle Canarie, con la sua famiglia.

Nei primi due giorni riesce a scaricarsi un po’. Mare,piscina, una cenetta

con menù del luogo.

Anche le prime due notti sono piacevoli, perché moglie e marito ritrovano

passione e complicità. Purtroppo l’Incubo della notte sta in agguato

anche nelle camere degli hotel delle Canarie. La terza notte ha la temuta

apparizione della cattiva divinità. Sotto forma di mega scritte che

saltellano sui muri della camera. Sono spezzoni, brani, frasi che aveva

sbirciato nella relazione della Commissione antimafia. Sì, perché erano

stati i contenuti di quella relazione a farlo scappare, almeno per qualche

tempo, da San Marino. Non poteva tollerare che il suo fosse un

Paese corrotto e di corruttori. Il balletto delle scritte è più o meno questo:

“La commissione stigmatizza il sistema da sottobosco affaristico”;

“qualche rappresentante delle istituzioni si è prestato a coltivare rapporti

con persone afferenti al mondo della criminalità organizzata”; “sono

messi a nudo elementi distorti del nostro sistema- Paese”. C’è una frase

che rimbalza più delle altre: hanno “spalancato le porte a Vallefuoco che si

è radicato nel nostro sistema”.

Ce n’è un’altra in caratteri cubitali,è parola sacra del Consiglio: “questo

sistema si è costruito cercando la tolleranza e la copertura di una parte

del potere politico”.

Marino si sveglia,madido di sudore freddo e percepisce in quello che ha

rivisto, la condanna a morte di un paese per bene. Resta comunque

il suo paese e,come ogni sammarinese,ne sente la nostalgia. E rientra dopo

il 2 ottobre,sperando forse di trovare il miracolo. E questa volta il miracolo

c’è. Forse è la vendetta del pulcino Pio che ha ripulito i palazzi del

potere ! Ritrova una San Marino rivestita di colori, di simboli;

tappezzata di cartelloni, di slogan. Tutti inneggianti ad una

San Marino di successo. Nuova. Del futuro. Nel suo viaggio da Dogana a

Città, dopo aver consultatoil cartello “Per San Marino”, legge: “San Marino

(è) Bene comune” (sembra una postilla alla dichiarazione dell’UNESCO).

C’è l’“Intesa per il Paese”, e finalmente la “Cittadinanza (sarà) Attiva”.

Nel tempo dell’informatica non poteva mancare la “Rete”.

Il cuore gli batte in gola.

Ma le sorprese felici sono solo all’inizio. Troverà: “60 socialisti per un

futuro di certezza”, “33 volti per cambiare il paese”, una “San Marino alternativa”

con case chiuse e casinò aperti. C’è chi si assume il ruolo di “coalizione

alternativa seria e credibile”. C’è chi punta molto in alto: “cerca

nella tradizione cristiana e civile le risorse per intraprendere una stagione

nuova di responsabilità”.

Un simpatico cartello dice di coloro che l’hanno affisso: “Quello

che non siamo”. Gli appaiono altri slogan ambiziosi come : “unire i figli

con i padri, le donne con gli uomini, i residenti con chi vive all’estero”,

e “Noi siamo diversi, i partiti non sono tutti uguali”. Ce n’è uno che

Marino non ha ben capito: “Non si può star qui ad arrovellarsi sulle responsabilità e su chi è

più o meno onesto”. Giunto sul Pianello, abbraccia la statua della Libertà,

ne annusa il profumo. Riassapora il fascino della Repubblica, respirando i colori

di quell’orizzonte unico. Una lacrima scende sulla sua guancia. Chiude

gli occhi e si chiede: sono ritornato a San Marino o sono capitato in Finlandia,

o giù di lì? Poi ha un dubbio: ma cosa c’azzecca il brutto quadro dipinto

dalla Commissione antimafia, con tutto questo mondo nuovo,un

Eden dell’ etica politica? Caro Marino, sei nel tuo Paese. Ma San Marino si

può trasformare in Finlandia, ad una condizione: poiché in politica

l’autocertificazione non ha corso legale, tutti quei cartelli che autocertificano

capacità, onestà ed etica politica, dovranno trovare conferma negli

atti e mai essere sbugiardati. Autocertificazioni che non dovranno fare la

fine di quelle delle spese per le ostriche e le superauto del Fiorito laziale.

A conclusione, per mia onestà intellettuale, devo rendere omaggio e

gratitudine ai 374 cittadini che si sono candidati alle prossime elezioni.

Che ci hanno messo la faccia. Specialmente ai giovani che ci hanno

messo il sogno e la sincera volontà di riconsegnare il futuro alla Repubblica.

Vincano i 60 migliori!

DOMENICO GASPERONI

 
 
 
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