La “storia” di Marino, che lascia la Repubblica dopo il caos antimafia e torna sognando un Paese rinnovato
di Domenico Gasperoni
Marino è un cittadino sammarinese. E’ titolare di una licenza “mille
baciaccoli” del centro storico di San Marino. La stagione è andata
male. Il diario degli incassi degli anni precedenti ha segnato ancora
un brutto meno. Marino è anche un bravo cittadino. Segue le vicende
politiche, partecipa alla vita della comunità. Ma si ritrova arrabbiato
e disperato, perché l’ultima stagione politica è andata male.Anzi malissimo, vicina al tracollo. E’ doppiamente stressato,perché i due cassetti piangono, quello del negozio e quello del bilancio pubblico.
Ha bisogno di riposo,di aria pulita. Approfitta del ponte del primo ottobre e se ne va alle Canarie, con la sua famiglia.
Nei primi due giorni riesce a scaricarsi un po’. Mare,piscina, una cenetta
con menù del luogo.
Anche le prime due notti sono piacevoli, perché moglie e marito ritrovano
passione e complicità. Purtroppo l’Incubo della notte sta in agguato
anche nelle camere degli hotel delle Canarie. La terza notte ha la temuta
apparizione della cattiva divinità. Sotto forma di mega scritte che
saltellano sui muri della camera. Sono spezzoni, brani, frasi che aveva
sbirciato nella relazione della Commissione antimafia. Sì, perché erano
stati i contenuti di quella relazione a farlo scappare, almeno per qualche
tempo, da San Marino. Non poteva tollerare che il suo fosse un
Paese corrotto e di corruttori. Il balletto delle scritte è più o meno questo:
“La commissione stigmatizza il sistema da sottobosco affaristico”;
“qualche rappresentante delle istituzioni si è prestato a coltivare rapporti
con persone afferenti al mondo della criminalità organizzata”; “sono
messi a nudo elementi distorti del nostro sistema- Paese”. C’è una frase
che rimbalza più delle altre: hanno “spalancato le porte a Vallefuoco che si
è radicato nel nostro sistema”.
Ce n’è un’altra in caratteri cubitali,è parola sacra del Consiglio: “questo
sistema si è costruito cercando la tolleranza e la copertura di una parte
del potere politico”.
Marino si sveglia,madido di sudore freddo e percepisce in quello che ha
rivisto, la condanna a morte di un paese per bene. Resta comunque
il suo paese e,come ogni sammarinese,ne sente la nostalgia. E rientra dopo
il 2 ottobre,sperando forse di trovare il miracolo. E questa volta il miracolo
c’è. Forse è la vendetta del pulcino Pio che ha ripulito i palazzi del
potere ! Ritrova una San Marino rivestita di colori, di simboli;
tappezzata di cartelloni, di slogan. Tutti inneggianti ad una
San Marino di successo. Nuova. Del futuro. Nel suo viaggio da Dogana a
Città, dopo aver consultatoil cartello “Per San Marino”, legge: “San Marino
(è) Bene comune” (sembra una postilla alla dichiarazione dell’UNESCO).
C’è l’“Intesa per il Paese”, e finalmente la “Cittadinanza (sarà) Attiva”.
Nel tempo dell’informatica non poteva mancare la “Rete”.
Il cuore gli batte in gola.
Ma le sorprese felici sono solo all’inizio. Troverà: “60 socialisti per un
futuro di certezza”, “33 volti per cambiare il paese”, una “San Marino alternativa”
con case chiuse e casinò aperti. C’è chi si assume il ruolo di “coalizione
alternativa seria e credibile”. C’è chi punta molto in alto: “cerca
nella tradizione cristiana e civile le risorse per intraprendere una stagione
nuova di responsabilità”.
Un simpatico cartello dice di coloro che l’hanno affisso: “Quello
che non siamo”. Gli appaiono altri slogan ambiziosi come : “unire i figli
con i padri, le donne con gli uomini, i residenti con chi vive all’estero”,
e “Noi siamo diversi, i partiti non sono tutti uguali”. Ce n’è uno che
Marino non ha ben capito: “Non si può star qui ad arrovellarsi sulle responsabilità e su chi è
più o meno onesto”. Giunto sul Pianello, abbraccia la statua della Libertà,
ne annusa il profumo. Riassapora il fascino della Repubblica, respirando i colori
di quell’orizzonte unico. Una lacrima scende sulla sua guancia. Chiude
gli occhi e si chiede: sono ritornato a San Marino o sono capitato in Finlandia,
o giù di lì? Poi ha un dubbio: ma cosa c’azzecca il brutto quadro dipinto
dalla Commissione antimafia, con tutto questo mondo nuovo,un
Eden dell’ etica politica? Caro Marino, sei nel tuo Paese. Ma San Marino si
può trasformare in Finlandia, ad una condizione: poiché in politica
l’autocertificazione non ha corso legale, tutti quei cartelli che autocertificano
capacità, onestà ed etica politica, dovranno trovare conferma negli
atti e mai essere sbugiardati. Autocertificazioni che non dovranno fare la
fine di quelle delle spese per le ostriche e le superauto del Fiorito laziale.
A conclusione, per mia onestà intellettuale, devo rendere omaggio e
gratitudine ai 374 cittadini che si sono candidati alle prossime elezioni.
Che ci hanno messo la faccia. Specialmente ai giovani che ci hanno
messo il sogno e la sincera volontà di riconsegnare il futuro alla Repubblica.
Vincano i 60 migliori!
DOMENICO GASPERONI
Inviato da: orgogliosammarinese
il 10/01/2013 alle 20:19
Inviato da: orgogliosammarinese
il 18/12/2012 alle 15:37
Inviato da: orgogliosammarinese
il 07/12/2012 alle 18:45
Inviato da: gife1958
il 07/12/2012 alle 18:35
Inviato da: orgogliosammarinese
il 14/11/2012 alle 17:19