Creato da: AlessandroDeGerardis il 11/03/2008
La vita e la storia di Alessandro De Gerardis

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« LA MIA VITALA MIA VITA »

LA MIA VITA

Post n°9 pubblicato il 23 Marzo 2008 da AlessandroDeGerardis
Foto di AlessandroDeGerardis

Capitolo IX

La fine delle elementari

Nel 1971 terminai le scuole elementari, gli ultimi due anni delle quali li frequentai sotto l'insegnamento del maestro Eugenio Bartoli, una persona che ricordero' sempre per la notevole professionalita', il suo metodo molto pratico che ti faceva capire le cose attraverso esempi apparentemente banali, ma molto efficaci. Era amante della musica, sua figlia era cantante, e ci faceva ascoltare molti classici.

Un pomeriggio lo trascorremmo ad ascoltare "La Moldava" di Bedrich Smetana, un'opera di musica descrittiva che racconta il corso del fiume boemo fino alla confluenza con l'Elba, che riproduce con i suoni orchestrali i rumori dell'acqua dallo stillicidio della sorgente alle cascate, dall'attraversamento delle campagne animate dalle danze dei contadini al maestoso attraversamento di Praga fino all'incontro con il piu' grande fiume Elba dentro le cui acque calme si dissolve lentamente.

 

Il maestro ci descrisse tutti questi passaggi mentre scorrevano le note sul vecchio giradischi della scuola. Tutto questo successe tra le 2 e le 5 del pomeriggio, in quel periodo infatti alternavamo un mese al mattino e uno con turno pomeridiano; io preferivo di gran lunga il primo, sebbene fosse di quattro ore anziche' di tre, perche' non gradivo fare i compiti prima di mezzogiorno col pensiero di dover entrare a scuola subito dopo.

Nel mese di giugno sostenni gli esami di licenza elementare e ne uscii promosso a pieni voti. Ricordo che mi sentii leggerissimo, sgravato di un peso notevole, ansioso di affrontare le scuole medie. Nella settimana successiva agli esami i miei genitori mi spedirono a Ribolla dai miei nonni materni, ma non era solo un premio, la vera motivazione stava nel fatto che nel frattempo loro effettuarono, in mia assenza, il trasloco da via Ugo Bassi 9 al nuovo appartamento di via Podgora 38, nell'allora nuovissima zona nord-est di Grosseto.

[Senza titolo]

I sette giorni a Ribolla li vissi intensamente, sempre all'aperto in bicicletta, in mezzo al bosco e alla campagna, riassaporando il gusto della liberta' che avevo provato nei primissimi anni della mia infanzia, in piu' con la maggiore autonomia dei miei dieci anni, che mi permetteva di sconfinare dai limiti in cui ero relegato da bambino.

Via Montemassi a Ribolla: agosto 1968

La bicicletta era quella di mio nonno, la mia infatti incominciava a starmi stretta, e in breve la personalizzai, ne smontai i parafanghi per alleggerirla e per renderla sportiva, la dotai di un finto motore, che consisteva nella classica carta da gioco fissata a una molletta per stendere i panni, messa a contatto con i raggi delle ruote per produrre un rumore degno di un 50 cc senza marmitta. Eh no... mio nonno ormai non poteva piu' riprendersela in quelle condizioni e da quel momento decise rassegnato di andare a piedi per sempre: la sua bicicletta era diventata la mia.

Via Podgora 36/38

Alla fine della movimentata settimana i miei genitori mi riportarono a Grosseto ed ebbi la bella sorpresa della casa nuova, gia' tutta arredata, al quarto piano, con un ampio giardino condominiale, sebbene impraticabile per la presenza del cantiere ancora attivo. Incominciai a farmi nuovi amici, per la prima volta al di fuori della cerchia scolastica. Inizio' una nuova era della mia vita, il bambino stava lasciando posto al ragazzino.

 
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