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Un blog creato da SilenziosoAscolto il 18/03/2005

Sono in coma

analisi di un cambiamento

 
 

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Se una notte d'inverno un sogno

Post n°201 pubblicato il 04 Gennaio 2007 da SilenziosoAscolto

stanotte ho sognato che avevo una figlia, il parto era solitario, senza il mio amore accanto, mia madre era nella sala accanto. Non sapevo di essere incinta succedeva all'improvviso che avevo le doglie e dovevo correre in ospedale con mia madre accanto, partorivo in 15 minuti dolorossissimi, una bambina bellissima, vera e nuda. La mia bambina era una cosa meravigliosa, me la guardavo e gioivo e con me mia madre e Amore mio. La tenevo senza nome, sapevo di dover andare all'anagrafe a segnalare la sua nascita ma ero indecisa sul nome da scegliere, a me e ad Amore che sei piaceva Elisa, ma sapevo di dare un dispiacere a mia madre a chiamarla come sua suocera, che poi non è il motivo della scelta, ma con la mia mamma non si sa mai. Alla fine poi una sera lasciavo la bambina dai miei per uscire... e nel sogno compariva anche mio padre... che mi guardava sconsolato con quella sua aria da cane bastonato e mi diceva che stava tanto male e che per la bambina non avevo più tempo per lui. Papà... era una vita che non lo sognavo e che poi non ricordavo la sua capacità di farmi sentire in colpa colpendomi con la sua debolezza.

Mia figlia era la causa del suo dolore, della mia negligenza nei suoi confronti. Mi sono svegliata non serena e sono ancora prigioniera dell'atmosfera del sogno... sognare una nascita è sempre positivo credo, ma la mancata presenza accanto a me di Amore che sei mi sembra una mancanza nei suoi confronti... come se questo significasse che non lo amo abbastanza, mi sembra innaturale sognare di partorire con mia madre accanto... e non lui. La bambina era bellissima... voglio una figlia? Sento che il mio rapporto con una figlia sarebbe osmotico e fusionale, che non lascerei spazio a nessun altro che non fosse noi due... come mia madre con me. E amore che sei? e mio padre?

Comparse nella vita di due donne che in fondo non sanno condividere, che sono autonome troppo ferite dalla vita per dare spazio alla possibilità di essere intime e facilmente feribili dagli uomini... amori feriti, amori confinati in certi spazi e controllati, amori immaginati... in proiezioni antiche di donne autonome, forti e zingare, i cui compagni sorridevano come sorride Amore che sei alla mia indipendenza alla mia caparbietà, alla mia durezza. Sorride ma soffre... mi ama e rispetta il mio lato spigoloso, antipatico e apotropaico... amare significa soffrire, legarsi, non vivere... significa morire in un certo senso nella mia femminilità sanguinante da sempre... e sognare una figlia femmina non mi ha messo di buon umore... vedendo che mio padre ancora rinfacciava il suo scarso peso nella mia vita e nella mia attenzione...

La sensazione di essere sbagliata in amore, la sensazione che considerare prima me stessa rispetto a lui sia errata e colpevole... mi resta viva dentro. Amare dovrebbe essere libertà diceva qualcuno e non costrizione... un cammino di scoperta di se stessi e dell'altro... dei propri limiti e della propria capacità di cambiare... e di evolvere e non stalagmitizzarsi in una fossilità radicata per paura e per identificazione...

Amore che sei è una persona che mi da una grande libertà, che ama vedermi libera e felice e fare quello che amo... io non posso fare a meno invece di vederlo come un secondino che mi tiene in carcere... a volte. Lui non è così sono io che ce lo disegno.

La difficoltà di sentire il reale per quello che è e di non vivere di percezioni soggettive e proiettive è difficile per me, tanto che ci sono entrata in depressione... oggi sto meglio, a volte mi viene anche da ridere a ripensarci. Oggi mi conosco meglio, forse mi amo di più. Oggi ho capito che se non faccio io di tutto per me stessa e la mia serenità nessuno verrà a salvarmi dal baratro di una vita dedicata alla paranoia e alla persecuzione... dedicata ad amori impossibili...

Chi sono e dove vado? Quale nascita è avvenuta stanotte? E che cosa sta cercando di fermarmi col senso di colpa? Non ci riuscirà... però ha una notevole influenza su di me ANCORA!

 
 
 

Il mio sogno

Post n°200 pubblicato il 28 Novembre 2006 da SilenziosoAscolto

Susanna mi ha chiamato in piena notte, era tanto che non ci sentivamo, lei la mia anima errabonda di cui mi ero scordata i contenuti. La sofferenza. Oggi sto malata a casa, bella la mia casetta... calda e avvolgente. Oggi ero come da un pò depressa. Le cose non girano come vorrei... la vita la sento precaria... senza tanti soldi, con amore che sei abbiamo avuto tanti scazzi per le nostre differenze e io di fronte alle differenze e alla comprensione che io sono la donna forte della coppia mi sono sentita persa... io? Volevo essere trascinata, volevo essere portata in un mondo dove la mia sofferenza passata fosse il lasciapassare per la felicità. Dicevo vhe mi ha chiamato Susanna... "Come stai?" "Insomma sento solo problemi... non rido più..." "TU?" Per quali strade ti sei persa, piccola mia ha chiesto?

Sapevi che la tua mamma e la mavi sarebbero state estranee alla tua intimità, lo hai scelto, te lo sei dimenticato? Hai scordato chi sei? Quale strada ha confuso il tuo cammino? E le parole che erano la leggerezza della tua anima in quale conenitore le hai riposte? Che succede?

Era arrabbiata la susi "Va bene tutto... tua madre, i dubbi con amore che sei, il avoro che non ti piace più... tutto, ma come cavolo ti sei ridotta? Vedo solo nero intorno ate, i colori quelli che amavamo tanto non ci sono più.

E' così che si reagisce? Per tutto quello da cui vieni, per la terra che ti ha dato la vita, per quello che sei e non perderai mai che cavolo ti stai facendo?

Era tarda notte e io mi ero drogata per dormire e il sonno era quello incolore del sonnifero, ma lei c'era e parlava dispiaciuta a me sua anima triste in questo momento. Lei con il suo coma e il suo risveglio lei che mi aveva insegnato il valore dell'autonomia... io però nella autonomia mi ero spaventata... era difficile è difficile campare con pochi soldi al mese, scontrasri con amore che sei che non vede l'esigenza di averne di più... e la consapevolezza che alla fine non riesco neanhce più a scrivere con amore... che mi pesa... come pesanti sono i contenuti che mi escono fuori =)

Ieri l'analista mi ha fatto vedere come io non voglia ancora decidere un progetto di vita, terrorizzata come sono dalla mia situazione... economica e di vita.

E' triste... vedere che anche le parole si sono atrofizzate... come la mia voglia di vivere... e di ridere.

 
 
 

Tarocco

Post n°199 pubblicato il 13 Novembre 2006 da SilenziosoAscolto

E' da settembre che mi sono appassionata ai tarocchi, non come strumento di lettura del futuro ma come stimolo per riflettere su me stessa. Ho iniziato da Jacopo Fo, con quelli disegnati da lui... e sto continuando con Jodorowsky. Leggo per piacere ai miei amici... racconto quello che sento loro, e mi dicono che sono brava. Lo sono... davvero.

Chissà che non siano la chiave di lettura del mio inconscio che viene fuori e si esprime? Chissà che non siano la mia strada per l'indipendenza e l'autonomia? Potrei mettermi a leggerli in un locale, mentre si prende un aperitivo, poi ci penso e mi dico che alla fine mi sentirei ridicola. Forse è vero, forse invece sono ridicola qua in questa scrivana a raccontarmi che vado bene così... quando invece non vado bene per niente... non sono contenta.

 
 
 

Il mio sogno

Post n°198 pubblicato il 13 Novembre 2006 da SilenziosoAscolto

Anni fa accettai questo lavoro perchè pensavo di sposarmi e di mettere su famiglia e alla faccia delle mie aspettative ho detto si e mi sono infangata qua. Solo che qua non vado da nessuna parte... sarà che non me ne frega niente, sarà che non hanno investito in me, è comunque ora di guardare altrove.

Invece di cercare di inseguire un sogno che non è il mio, sto qua a pensare che è un ottimo posto e non si può lasciare... non lo so. davvero non lo so.

Ho trovato un master in diritti umani, la materia in cui sono specializzata, e che ho abbandonato tanti anni fa. Ero entusiasta di quella possibilità, mi piaceva, mi sentivo viva. Era passione pura davvero.

Potrei provarci, davvero. Potrei.

Dovrei rinunciare all'analisi, rinunciare al lavoro full-time, mettermi part-time e vedere quello che succede. Sarebbe il mio sogno. Ma non so se... è ancora attuale.

Non lo so, so che difficilmente riuscirò a liberarmi delle mie catene... che potrebbe essere una via di fuga per ritrovarmi ancora peggio economicamente parlando. Però sono tentata. Tantissimo. L'idea di mettermi di nuovo in gioco non mi spaventa.

Ho un'esperienza lavorativa importante alle spalle, in un settore innovativo. Mi intendo di comunicazione online. Potrei anche rivendermi questa esperienza in modo positivo. Sarebbero mesi duri senza possibilità di scialare... ero viva in quel periodo viva e vegeta. Ecco il perchè del rimpianto sicuramente. Ma ero anche io... o lo faccio adesso o mai più. MAI PIU'. Vediamo cosa mi dice la mia analista. Sarebbe rivoluzionario, sarei libera libera... da questa scrivania, questo legaccio e alla fine sarei migliore... vediamo che succede.

Ci penso e mi sembra un sogno...

 
 
 

Segni dal cielo? Destino o fato...

Post n°197 pubblicato il 09 Novembre 2006 da SilenziosoAscolto

... che sia. Credo nei segni, nelle coincidenze che non lo sono, nei messaggi che il tessuto della vita ci manda. Sono stata a Parigi con Amore che sei, e il mercoledì ovviamente sono andata dove Jodorowsky legge i tarocchi.

Però con molta calma, diciamocelo, non mi sono interessata veramente alla modalità. Ho semplicemente pensato... vado e me li legge. Il destino era in agguato. Siamo arrivati in questo bar lontano dal centro, siamo scesi dalla metro distanti, abbiamo camminato molto, e il senso del pellegrinaggio cresceva dentro di me. Credevo di arrivare a una meta a qualcuno che mi doveva dare un grande messaggio.

Nel bar appena entrati ho chiesto come potevo inserirmi nella lista, c'era tanta gente, e il barista mi ha risposto diretto che non era possibile, e io a fare l'italiana... che ci vengo da lontano... "Sono arrivati dagli Stati Uniti". Ho capito. Ho compreso che per me non c'era nessun messaggio speciale e nessun guru che mi aspettavano. C'era la possibilità di farmi autografare il libro, di osservare qualcuno che interagiva con un mondo di umanità variegata... e si divertiva, ma io non sarei stata al centro del mondo.

Mi sono impermalosita... poi osservando quell'uomo, sciamano, che rideva e si aggrugnava e litigava con l'umanità e i suoi problemi concreti nei tarocchi... ho capito che il mio spirito era sbagliato... non era uno spirito di ricerca quello che mi aveva portato davanti a lui, ma uno spirito di narcisismo... E mo che ridimensionamento. Ero umana anche io, vera e semplice, ero persona. E per me nessun messaggio e nessun guru. La mia umanità mi doveva abbastare.

E' bellissimo il messaggio che la vita mi ha inviato quel pomeriggio... non cercare un guru, non cercare risposte fuori di te... non ci saranno. Sono tutte in te. Parti con l'anima di Diogene e cerca te stessa, da sola.

Quest'uomo, capelli bianchi, occhi chiari, sguardo magico, mi ha guardato a lungo e per un istante ho pensato che avesse sentito la mia sofferenza... forse è stato così. Tornerò da Jodorowsky e ci sarò all'ora esatta... quando la mia ricerca sarà imperniata su di me... e basta.

Sono sempre finalista nei segni del destino... credo alla corrente e alle energie della vita, credo che ci sia qualcosa che ci indica la via migliore per essere noi stessi.

Amen!

 
 
 
 

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