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I gay italiani possono amare?

Post n°80 pubblicato il 21 Gennaio 2015 da dizetap
 

Ieri ero nella sala attesa del mio medico di famiglia e come spesso accade c'è un mucchio di gente che l'affolla per le ricette. Ad un certo punto un tizio (presumibile pensionato sui sessantanni superati) si mette a raccontare di un altro vecchio medico di famiglia conosciuto nella località perché le visite si dilungavano a dismisura in occasione di presenza di donne.

Qualcun altro annuisce replicando che se la malata era una donna le visite potevano anche durare un'ora e prevedevano sempre che la paziente dovesse spogliarsi anche se il problema era un mal di gola.

In presenza di uomini malati le visite si riducevano a cinque/dieci minuti. Chiosa finale: "perlomeno non era un cula" (traduzione: perlomeno non era un gay).

Non riesco a replicare perché scatta il mio turno ma lo faccio ora.

Perché i gay in Italia non possono amare?

Veramente pensiamo ancora che si comportino contro natura o che siano malati? Ma vi ricordate che nel secolo scorso, mica nel Medioevo, le suore vessavano i bambini che scrivevano con la mano sinistra perché era la mano del diavolo? Poi finalmente hanno capito che fa parte delle infinite possibilità dell'essere umano: destrorsi o mancini. Il fatto di essere mancini non ha mai procurato alcun male a chi non lo era. Allo stesso modo vale per l'omosessualità: è solo un altro modo di essere fin dalla nascita e non procura danni a noi eterosessuali.

Non parliamo di gente che nasce e cresce violento, pedofilo, criminale, parliamo di gente che ama persone dello stesso sesso in maniera consenziente come facciamo noi eterosessuali.

Talaltro il vecchio medico in questione, così chiaccherato e conosciuto in città, non è mai stato denunciato (la storia era vera? la gente non ha il coraggio di denunciare? Mah).

Seconda parte della riflessione.

Un mio ex collega dichiaratamente omosessuale un giorno mi invita a prendere un drink al bar e mi racconta le sue pene d'amore di uomo tradito dopo due anni di rapporto. Ad un certo punto io replico che mi dispiace non avere mai avutouna storia simile e, prima di concludere la frase, lui mi interrompe ricordandomi che l'amore e il dispiacere che si prova è uguale per tutti.

Io lo guardo e gli dico: intendevo che non ho mai avuto una storia che sia durata così tanto tempo quindi non mi sentivo la persona adatta per dare consigli.

 
 
 
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Un blog di: dizetap
Data di creazione: 02/01/2013
 
 

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