Post n°30 pubblicato il 07 Settembre 2010 da eli.eli1970
Quello che c'è in me è soprattutto stanchezza |
Post n°29 pubblicato il 05 Settembre 2010 da eli.eli1970
Ne ho un'altra da raccontare. Pare che il navigatore satellitare in macchina faccia male. Motivo? Perchè distrae l'attenzione e ti fa andare a sbattere; bella scoperta. Effettivamente con il cellulare pensi ai fatti tuoi ma almeno guardi dove vai, col satellitare devi fissare uno schermo luminoso con una matassa di righine tutte uguali, col vantaggio che scopri subito dov'è via Bratislava ma in compenso non sai di chi sia il parafango del TIR dove ti sei impiantato. Comunque esiste tutta una categoria di persone, tipo me, che con il navigatore satellitare si perde. Senza navigatore gira che ti rigira, amore bello, prima o poi ce la fai. Con quello attivato buonanotte. La verità è che il navigatore non è fatto per i rimbambiti è fatto per gli intuitivi, quelli che troverebbero la strada anche nel labirinto di Minosse. Ma per la gente come me, che fino a ieri per ritrovare la via di casa sparpagliava briciole di pane come Hansel e Gretel è un disastro. C'è anche da dire che il navigatore satellitare è un'invenzione meravigliosa che funziona benissimo sulle grandi distanze, sulle grandi mete. Se sei a Torino e devi andare in Texas lui non sbaglia la direzione giusta te la dà, sei tu che sei un cretino se vuoi andare in macchina in Texas. Ma prova invece a dargli un compito meno nobile, a fargli una richiesta semplice, due più due, tipo voglio andare da Via Monferrato a Via Garibaldi che è a due passi. Ciao. Gli parte la brocca. Intanto ti chiede: "Vuoi la via più breve o quella più veloce?". Ma che domanda è? Tutte e due razza di cretino. Chiedimi piuttosto se voglio la via più breve o quella più lunga.... quella più veloce o quella più lenta.... ma non mescolare i due concetti...Poi imposti via Garibaldi e scopri che di Via Garibaldi ce ne sono trecento. E quindi se non stai attento finisci in Via Garibaldi però a Lugano o a Basilea. E se trovi un cantiere? Lì è la fine, sbianca, va completamente in tilt e mentre tu hai già oltrepassato l'incrocio decisivo ti fa:"Fare inversione a U" in una via ad alto scorrimento a quattro corsie. Certamente che faccio inversione a U pezzo di tolla. Così faccio da bersaglio mobile a un torpedone a rimorchio lungo dieci metri. E poi continua: "Tra trecento metri svoltare a destra". Minchia quanto ti odio, lo so io quanti sono trecento metri? No che non lo so. Non so neanche quanti sono dieci centimetri, che me lo deve dire la merciaia in persona quando compro l'elastico delle mutande.... Dimmi: "Gira all'altezza del distributore", che almeno capisco imbecille. Non lo so quanto siano trecento metri. Che devo fare? Fissare oltre a te anche il contachilometri parziale? E la macchina? Chi me la guida intanto? Santa Mercedes e Santa Panda? Il navigatore satellitare, lo dice la parola stessa, l'hanno inventato per le navi che viaggiano in mare. Dove non ci sono i cantieri, i sensi unici e le manifestazioni. C'è solo qualche balena che se ti sente si scansa! Per la macchina no. Con quella se trovi un corteo i casi sono due: o li radi al suolo senza pietà oppure ti perdi per sempre. |
Post n°28 pubblicato il 04 Settembre 2010 da eli.eli1970
C'era una volta, tanto, tanto tempo fa un grande castello in cima ad una collina. Lì vivevano un re ed una regina, ed erano amati da tutto il popolo, che li serviva e li riveriva. Erano contenti di lavorare giorno e notte per il re ed avevano probabilmente un pessimo sindacato. Sempre in quel castello, in un giorno di sole, nacque la principessa Nervia. Aveva occhi azzurri, capelli biondi e la pelle bianca come il latte. Ed il re la adorava, anche se, essendo nero, aveva qualche dubbio sulla buona fede della regina. E la regina faceva finta di niente e non affrontò mai il discorso. A quei tempi non esisteva il divorzio. Ma torniamo alla bella Nervia. Ogni anno che passava diventava sempre più bella. I suoi movimenti erano aggraziati, non faceva il risucchio quando beveva il brodo e bestemmiava solo raramente. Quando compì diciotto anni la strega Gordigia, invidiosa della sua bellezza, la rapì. La portò lontano nel suo castello, la chiuse in cima ad una torre e la addormentò. Il suo sonno magico poteva essere interrotto solo dall'intervento di un giovane puro di cuore. Adesso, il problema era trovare un giovane puro di cuore. Lì al castello tutti si facevano un culo così 24 ore su 24, la sera tornavano a casa nervosetti e non perdevano certo occasione di infamarsi l'un l'altro. Le risse erano frequenti e i bordelli ben frequentati. Il re così fu costretto a ripiegare su un principe di un castello vicino: il Principe Azzurro. Questo principe girava vestito con una casacchina azzurra, aveva un bel ciuffo biondo ben curato ed era sempre molto composto. Il re era perplesso. Lo vide arrivare al castello mentre tutti lo prendevano in giro, gli davano schiaffi dietro il collo e lo chiamavano Deborah. Ma era l'unico puro di cuore che conoscesse, ed in più era l'unico disposto a farsi 400 chilometri a cavallo pieni di insidie per recuperare la principessa. Il re gli promise la mano di Nervia, se l'avesse salvata, anche se aveva qualche riserva sulla probabilità di sopravvivenza della sua stirpe. Ma il Principe Azzurro non era così inetto come faceva vedere e in un paio di giorni raggiunse il castello. Saltò il fossato con un balzo, uccise la strega a furia di calci in culo (ci volle un po' di più che con la spada, ma volete mettere la soddisfazione?) e salì in cima alla torre. Lì trovò Nervia distesa, nel pieno del sonno, con un po' di bavetta che colava dall'angolo sinistro della bocca. Non battè ciglio e la baciò. Come si fu svegliata la informò sul fatto che l'amava e che avrebbero vissuto felici nel suo castello. Avrebbero avuto tanti figli e lei sarebbe diventata la sua regina. Lì per lì Nervia, che aveva dormito un mese, non capì molto. Poi prese un caffè, si fumò una sigaretta e disse: "Allora, innanzitutto non si è mai parlato di baci ma solo di un "intervento" e se mi tocchi ancora ti tiro una testata. Secondo, nemmeno ti conosco, sono contraria al matrimonio e farmi vedere in giro con uno che si veste come Boy George non mi alletta. Terzo, non se ne parla di figli finchè non avrò una carriera stabile e il mio lavoro non mi farà sentire realizzata come donna". Il principe ci rimase abbastanza male, se non altro per tutto il casino che aveva fatto per arrivare fino a lì. Adesso gestisce un agriturismo nel Chianti. Nervia coronò il suo sogno, e riuscì a diventare presidente di una multinazione che produce nani da giardino. Il re ottenne il divorzio dalla regina e adesso conduce un talk show di successo. Il popolo non ottenne mai un sindacato decente, ed è ancora lì che lavora ad orario continuato. La regina, dopo il divorzio, è diventata alcolista. |
Post n°27 pubblicato il 03 Settembre 2010 da eli.eli1970
Il mio viaggio a Zanzibar
Hakuna Matata! Hakuna Matata,in Swahili, la lingua locale, significa "nessun problema". E questo è il motto che mi ha accompagnato per tutto il viaggio, qualsiasi abitante di Zanzibar lo ripete almeno una decina di volte al giorno...altro che ritmi frenetici ai quali siamo abituati noi italiani! Zanzibar, piccola isola nell'oceano indiano, è un’oasi di pace e tranquillità. Le giornate sono scandite dal levarsi del sole e dal fenomeno delle maree giornaliere. Insomma, relax e tranquillità imperano imperturbati! Ma certamente l'aspetto più affascinante è quello naturale. La possibilità di balneare su lingue di sabbia che emergono dall'oceano al calar della marea, e dopo un paio d'ore vengono nuovamente sommerse dall'acqua cristallina, vegetazione rigogliosa, piantagioni di spezie, foresta, specie animali rare: tutto ciò non ha veramente prezzo! Infine, ma certamente non meno importante, la cordialità e il calore degli Zanzibarini, pieni di storie da raccontarti (vere? Forse, ma non importa!), pieni di voglia di vivere ed i bambini sempre con un sorriso da regalarti. Zanzibar mi ha arricchito, soprattutto di emozioni e tra le tante cose che mi porto dentro c'è anche il cosiddetto "Mal d'Africa"...l'Africa spesso è crudele, ingiusta ma possiede una tale ricchezza di colori, profumi, tradizioni dei quali, una volta rientrati in patria, sentirai inevitabilmente la mancanza! Jambo Bwana Habari gani Mzuri sana Wageni Wakari bishwa Zanzibari yetu Hakuna matata
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Post n°26 pubblicato il 01 Settembre 2010 da eli.eli1970
Basta poco per sentirsi scemi. Basta sedersi in poltrona ed impugnare il telecomando con la lucente spada di Goldric e smanettare di canale in canale. E' una continua sollecitazione. Oltre le isole, le talpe, i fratelli, le porte a porte, e le bedde matrix una mano grande la danno le pubblicità. Intanto assegno il primo premio allo spot del supermercato con il marchio giallo. Quello che al posto del nome ha un grumo di consonanti. Quello dove si sente una voce fuoricampo, a metà tra l'acuto di un pipistrello e lo strillo di un gabbiano entusiasta sulla discarica, che ci informa gioiosa che: "Da venerdì in tutti i supermercati gialli troverai: tornio per apicultori a soli quattordici euro e novanta, paraorecchi per muli a cinquanta euro e settanta, tagliabordo in peltro a dodici euro e quaranta e dissipananebbia a soli quattro euro" e intanto sullo schermo si avvicendano le immagini di questi oggetti meravigliosi. Che però hanno una prerogartiva assoluta: scatenarti il dubbio. Come ho fatto finora a vivere senza un tornio per apicultori? Mumble mumble. Com'è che non ho mai sentito l'esigenza di una sega eletttrica? Ce l'ha persino Eminem, santo cielo... e io chi sono? La figlia della serva? Come posso star serena senza una saldatrice portatile, un aspiratore di foglie e una sacca porta snow-board? Ma dove ce l'ho la testa? Ma dove vivo? Premio della critica invece a tutte le pubblicità degli spruzzi. Non so se ci avete fatto caso, da un pò di tempo a questa parte vanno di modissima i detersivi che invece di sciogliersi in acqua, polverizzarsi sulla ceramica e ingellarsi sul pavimento, si spruzzano. C'è persino un prodottino che si spruzza sui piatti senza lavarli. Mica vuoi cacciarli dentro l'acqua e smanazzare tra la schiuma? Fatti furba. Spruzza direttamente il detersivo sui piatti come fossero vetri della veranda. Frrrt frrrt. E vedi come si fa più veloce. Si ma quanto ne consumi? A cisterne. Tu sta zitta e spruzza. E finito di spruzzare lì spruzza le tende. Si perchè c'è un altro prodottino che si usa per togliere gli odori. La tenda puzza? Non c'è problema, mica vorrai lavarla? Sei mica scema? Se la tua tenda puzza di stantio, muffa, Camel Lights, spruzzaci sopra sto spray e tutto sembra più fresco. Sul cuscino ci ha fatto la pipì lil gatto? Niente panico, basta un frrrt frrrt e il gioco è fatto. Stessa tiritera per il bagno. Dove sta seduto sul cesso ormai da anni, lo stesso cinesino che fa la cacca come un drago e poi tappandosi il naso si dice da solo:"Che odore!" e poi frrrt frrrt spruzza pure lui. Allora: intanto io voglio sapere quanti anni ha ormai il cinesino. Secondo me, a naso, espressione quanto mai azzeccata, sarà già all'università, fidanzato con la riccona che lucida da anni la zuccheriera con l'Argentil e il compagno di merende di quella manica di baluba che per bere un cicchetto di amaro tutte le volte devono sbrogliare un casino. |
Post n°24 pubblicato il 17 Agosto 2010 da eli.eli1970
Questa settimana ho assistito a delle scene che era dalla prima guerra del golfo che non vedevo. Gente andare nel panico perché al supermercato sotto casa avevano finito i polli allo spiedo. Quelli aromatizzati. E già che quelli non c’erano, fare razzia di tutto il rimanente. Che non si sa mai. Così poi arrivo io a comprare un chilo di zucchero e me ne devo tornare a casa a mani vuote. Piuttosto infastidita. Gente che è uscita pazza perché non aveva la benzina sufficiente per lasciare la macchina accesa in seconda fila per mezzora, per andare a fare qualche inutile acquisto. Che quasi faceva a botte dal benzinaio per gli ultimi dieci litri. E per come la vedo io, non li sopporto. Perché io l’auto non ce l’ho. Tanto sto in centro e mi muovo a piedi. Perché per come mi nutro io potrei andare avanti due settimane buone a mangiare l’intonaco grattato via dal muro del salotto. Ho il metabolismo lento. E poi i miei mezzi primari di sostentamento saranno gli ultimi a finire in caso di vero allarme. Voglio dire. Ce ne vuole prima che da Sephora terminino rossetti e profumi. E se la situazione peggiora posso sempre berli. Che l’eau de parfum contiene un sacco di alcool… |
Post n°23 pubblicato il 16 Agosto 2010 da eli.eli1970
La prima volta che la vidi me ne innamorai all'istante. Il suo aspetto elegante, le sue forme sinuose, quel suo profumo..... Doveva essere straniera, in lei subito si intuivano doti non comuni, ed io lo sentivo, lei non era come le altre. Ammiravo quel suo color castano, così naturale. Le sue perfette rotondità, ma soprattutto ciò che mi colpiva era la perfezione della sua semplicità. Di lei non sapevo niente ed in quel momento nessuno poteva darmi alcuna informazione su come poterla avvicinare, su come poterla ritrovare. Avversi sentimenti mi sconvolgevano, sentivo una morsa alla bocca dello stomaco che mi impediva di allontanarmi, dallo smettere di ammirarla e lei non faceva niente per impedirlo, impassibile ma ammiccante restava lì, sfacciata e presuntuosa, consapevole della sua sconvolgente bellezza. Eravamo cosi vicini, eppure così lontani. Separati da una invisibile barriera. Mi resi conto che la gente iniziava ad osservarmi, da troppo tempo stavo li impalata a guardarla sfacciatamente, una vecchia signora mi rivolse uno sguardo compassionevole ed arricciando il naso con evidente disgusto, si girò andandosene. Con gli occhi lucidi rivolsi un silenzioso saluto al mio amore ancora immobile sul suo regale piedistallo e lei, ne sono sicura, mi ricambiò con un sorriso. Mi allontanai felice ed innamorata come solo gli adolescenti possono essere, ripromettendomi di tornare. E tornai. Per giorni e giorni tornai. Ma lei non c'era più. Vedevo le sue compagne avvicendarsi nei medesimi posti, le vedevo andare e venite, sparire per poi tornare, ma non lei. Lei, il mio grande amore, non c'era più. Un giorno al limite della resistenza, feci una pazzia. Entrai in quella casa sfarzosa di luci e di colori, una signora elegante e dai modi gentili mi venne incontro chiedendomi se potesse fare qualcosa per me. Ed io, con gli occhi umidi, le descrissi il mio grande amore, le estrnai la mia disperazione per non averla più vista in quella casa, le chiesi se lei fosse ancora li. Se potesse almeno dirmi il suo nome. La signora sorrise dolcemente ed annui, “ è austriaca” disse con aria di complicità “ si chiama Sacher, Torta Sacher, gliela vado a prendere.” E dolcemente lei fu mia. |
Post n°22 pubblicato il 10 Agosto 2010 da eli.eli1970
quando Dio creò la donna, era già al suo sesto giorno di lavoro e stava facendo anche gli straordinari. apparve un angelo e gli chiese: come mai stai impiegando tanto tempo per la donna ? e il Signore rispose: hai visto il mio progetto su di lei ? deve essere completamente lavabile, però non deve essere di plastica, avere più di 200 parti mobili, tutte sostituibili ed essere capace di funzionare con una dieta di qualsiasi cosa avanzi, avere un grembo che possa accogliere quattro bimbi contemporaneamente, avere un bacio che possa curare da un ginocchio sbucciato a un cuore spezzato e fare tutto ciò solamente con due mani. l'angelo si meravigliò dei requisiti. solamente due mani.....impossibile! e questo è solamente il modello base ? è troppo lavoro per un giorno... aspetta fino a domani per terminarla. no voglio finire! sono tanto vicino a terminare questa creazione e ci sto mettendo tutto il mio cuore rispose il signore. ella si cura da sola quando è ammalata e può lavorare 18 ore al giorno. l'angelo si avvicinò di più e toccò la donna. però l'hai fatta cosi delicata, signore è delicata, ribattè dio, però l'ho fatta anche robusta. non hai idea di quello che è capace di sopportare e di ottenere sarà capace di pensare ? chiese l'angelo. Dio rispose: non solo sarà capace di pensare, ma anche di ragionare e trattare. l'angelo allora notò qualcosa e allungando la mano toccò la guancia della donna... signore, pare che questo modello abbia una perdita... ti avevo detto che stavi cercando di mettere in lei troppe cose... non c'è nessuna perdita...è una lacrima lo corresse il signore. a che cosa serve la lacrima ? chiese l'angelo. e Dio disse: le lacrime sono il suo modo per esprimere la sua gioia, la sua pena, il suo disinganno, il suo amore, la sua solitudine, la sua sofferenza e il suo orgoglio. questo impressionò molto l'angelo, che rispose: sei un genio, signore, hai pensato a tutto. la donna è veramente meravigliosa le donne hanno delle energie che meravigliano gli uomini. Affrontando difficoltà, reggono gravi pesi ma hanno felicità, amore e gioia. sorridono quando vorrebbero gridare, cantano quando vorrebbero piangere, piangono quando sono felici e ridono quando sono nervose, lottano per ciò in cui credono, si ribellano all'ingiustizia. non accettano un no per risposta quando credono che ci sia una soluzione migliore. si privano per mantenere in piedi la famiglia. vanno dal medico con un'amica timorosa. amano incondizionatamente. piangono quando i loro figli hanno successo e si rallegrano per le fortune dei loro amici. sono felici quando sentono parlare di un battesimo o un matrimonio il loro cuore si spezza quando muore un'amica. soffrono per una perdita di una persona cara. sono forti anche quando pensano di non avere più energie. sanno che un bacio e un abbraccio possono aiutare a curare un cuore spezzato. la donna soffre quando ama, però il suo amore è più forte dell'uomo. Se una donna ama, il mondo si ferma e ammira questo sentimento, sussurando Che bella questa donna che ama... e Dio finendo disse all'angelo: ho creato la donna da una costola per restare sempre affianco a l'uomo, più in alto vicino al braccio per abbracciarla sempre, e vicino al cuore per amarla nell'amore, e per questo vanno apprezzate. ![]() nella donna c'è solo un difetto: TROPPO SPESSO SI DIMENTICA QUANTO VALE!! |
Post n°21 pubblicato il 10 Agosto 2010 da top007
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Post n°20 pubblicato il 09 Agosto 2010 da eli.eli1970
Tutti i giorni, molto presto, arrivava in ufficio la Formica produttiva e felice. Li trascorreva i suoi giorni, lavorando e canticchiando una vecchia canzone d'amore. Era produttiva e felice ma, ahimé, non era supervisionata. Il Calabrone, gestore generale, considerò la cosa impossibile e creò il posto di supervisore, per il quale assunsero uno Scarafaggio con molta esperienza. La prima preoccupazione dello Scarafaggio fu standardizzare l'ora di entrata e di uscita e preparò pure dei bellissimi report. Ben presto fu necessaria una segretaria per aiutare a preparare i report, e quindi assunsero una Ragnetta, che organizzò gli archivi e si occupò del telefono. E intanto la formica produttiva e felice lavorava e lavorava. Il Calabrone, gestore generale, era incantato dai report dello Scarafaggio supervisore, e cosi finì col chiedere anche quadri comparativi e grafici, indicatori di gestione ed analisi delle tendenze. Fu quindi necessario assumere una Mosca aiutante del supervisore e fu necessario un nuovo computer con stampante a colori. Ben presto la Formica produttiva e felice smise di canticchiare le sue melodie e cominciò a Il Calabrone, gestore generale, pertanto, concluse che era il momento di adottare delle misure: - crearono la posizione di gestore dell'area dove lavorava la Formica produttiva e felice. L'incarico fu dato ad una Cicala, che mise la moquette nel suo ufficio e fece comprare una poltrona speciale. Il nuovo gestore di area - è chiaro - ebbe bisogno di un nuovo computer e quando si ha più di un computer e necessaria una Intranet. Il nuovo gestore ben presto ebbe bisogno di un assistente (Remora, già suo aiutante nell'impresa precedente), che l'aiutasse a preparare il piano strategico e il budget per l'area dove lavorava la Formica produttiva e felice. La Formica non canticchiava più ed ogni giorno si faceva più irascibile. "Dovremo commissionare uno studio sull'ambiente lavorativo, un giorno di questi", disse la Cicala. Ma un giorno il gestore generale, al rivedere le cifre, si rese conto che l'unità, nella quale lavorava la Formica produttiva e felice, non rendeva più tanto. E cosi contattò il Gufo, PRESTIGIOSO CONSULENTE, perché facesse una diagnosi della situazione. Il Gufo rimase tre mesi negli uffici ed emise un cervellotico report di vari volumi e di vari milioni di euro, che concludeva: "C'e troppa gente in questo ufficio." E così il gestore generale seguì il consiglio del consulente, e licenziò la Formica incazzata, che prima era felice. MORALE: Non ti venga mai in mente di essere una Formica produttiva e felice.
E 'preferibile essere inutile e incompetente Gli incompetenti non hanno bisogno di supervisori, tutti lo sanno. Se, nonostante tutto, sei produttivo, non dimostrare mai che sei felice. Non te lo perdoneranno. Inventati ogni tanto qualche disgrazia, cosa che genera compassione. Però, se nonostante tutto, ti impegni ad essere una Formica produttiva e felice, mettiti in proprio, almeno non vivranno sulle tue spalle calabroni, scarafaggi, ragnetti, mosche, cicale, remore e gufi. |
Post n°18 pubblicato il 01 Agosto 2010 da eli.eli1970
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Post n°17 pubblicato il 01 Agosto 2010 da eli.eli1970
C'è l'Indiana Jones dei poveri e quello che anche d'estate porta la maglia di lana. Il fancazzista e il drogato di lavoro. Lo spilorcio, il mammone e il gay nascosto. Maschi con cui è meglio non perdere tempo. Donne avvisate, mezze salvate ![]() L’attrazione è una cosa viscerale e l’amore è cieco: facile perciò ritrovarsi a brancolare nel buio quando si parla di relazione sentimentali. Un pizzico di razionalità in mezzo a tutto questo “sentire di pancia” non fa mai male. Se cercate qualcosa di più che un po’ di sesso da un uomo, accertatevi che il tizio che avete puntato faccia al caso vostro. Ecco un elenco di uomini da prendere con le pinze. Poi fate voi…
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Post n°16 pubblicato il 28 Luglio 2010 da eli.eli1970
Fortuna che ci sono le colf. La maggior parte delle donne che lavorano dipendono dalla colf. Non è la colf che dipende da noi, siamo noi che dipendiamo da lei. La nostra vita è appesa a un filo. Della lucidatrice del battitappeto, è indifferente, è lei l'unica luce che con il Pronto mobili dissipa le nostre polveri. La mia è un mito assoluto. Si chiama Modesta è rumena e parla un'idioma tutto suo che soprattutto capisce solo lei. Si da un grande daffare peccato che abbia la potenza distruttiva dell'uragano Katrina. E' un pò come se le pulizie le facesse con il machete, quando esce, qualche vittima con spargimento di cocci, l'ha fatta. L'altro giorno accendo il forno a centottanta gradi, mi chino, apro lo sportello e sbaff..... la nube tossica di Seveso. Chernobyl. Pensavo di aver perso la vista. La cieca di Gerico. Una zaffata di vapore di ammoniaca rovente sugli occhi. "Ho disinfettato" mi ha detto. Ma ti pare che il forno si debba disinfettare? Cosa ci cuocio dentro? Cacca di cane? Altro danno: rottura lampada a boccia. Vedo la lampada mozzata e dico "Per caso, si è mica rotta?" Notare l'eleganza dell'approccio. La brava datrice di lavoro non chiede. "Per caso l'hai rotta?" Chiede "Per caso si è rotta?" E lei spalancando le braccia "Si si è rotta" Certo. Per conto suo. La lampada ha preso e si è lanciata nel vuoto, una capriola e addio al mondo, stanca di vivere, stufa di contenere lampadine. Ma la vera forza di Modesta è il bucato. Lava spessissimo. Ho delle maglie che a furia di centrifughe da verdi sono diventate blu. Non si spiega come. A domanda risponde "Sono sempre state blu" E chiude il discorso. Ieri mi fa "Devi comprare la cera delle Alpi" E io deficiente vado al supermercato e ovviamente non la trovo. E mentre sono li penso "Bah io la cera delle Alpi non l'ho neanche sentita". Arrivo a casa e le dico "Io la cera delle Alpi non l'ho trovata". Lei sbuffa, si china, apre il mobiletto, tira fuori la confezione vuota e dice. "Questa". Ma questa non è cera delle Alpi è cera d'api. Io quasi quasi le faccio fare il provino a Zelig. |
Post n°15 pubblicato il 27 Luglio 2010 da eli.eli1970
Che peccato. Mi hanno ridimensionato il Rocco. E pensare che fino a qualche giorno fa stava a bordo piscina, vestito da boxeaur a intonare una lunga ode alla patata. La patata tira, diceva, fidati di uno che le ha provate tutte. Altro che vignette ai limiti della satira son spot che fanno riflettere. Infatti mi è venuta in mente una cosa, che a questo punto se quelli delle patatine hanno sto becco qui, dovrebbero farsi avanti anche quelli del panettone. Per par condicio, perchè anche il panettone tira. Guarda quello della Jennifer Lopez. E la Melinda no? anche due belle mele fanno la loro notevole figura. Ma mi domando e dico se per fare la pubblicità di una patatina bisogna chiamare un pornodivo, quando ci toccherà fare lo spot del Viagra, perchè prima o poi succederà, cosa ci faranno vedere? Un primo piano delle canne dell'organo?Il dettaglio di un martello pneumatico? Un picchio che spacca forsennatamente il tronco di un platano a colpi di becco? Ma è la televisione che ormai dai i numeri, viviamo soffocati nei glutei, ogni trasmissione ne fa sventolare a rimorchi come se fossero nacchere, ogni prodotto merita di essere sponsorizzato da un bel paio di chiappe. Per non dire poi seni a palate, tette a dozzine come fossero uova, sempre meno sode e più strapazzate. In più ora si fa strada una nuova tendenza, quella di promuovere i rimedi per le peggio schifezze, forfora, emorroidi, tosse catarrosa, stitichezza, fossa biologica. Tutto nell'ora di cena. Tu sei li con la bocca spalancata che mangi una forchettata di fusilli e ti arriva una a dirti che è felice come una pasqua perchè le è passata la diarrea. Ma che schifo!! Per non parlare dei primi piani dei water incrostati come le grotte di Castellana con i pipistrelli appesi all'asse. Ma chi è che in Italia ha la tazza del gabinetto ridotta a quelo modo? Basta con sti numeri ci hanno sfritellato le palle. Grazie al cielo abbiamo due mani e due occhi e quando abbiamo bisogno di qualcosa, magari un'idraulico, prendiamo le Pagine Gialle oppure citifoniamo alla vicina di casa che lei se li è fatti tutti. Città e provincia.
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Post n°14 pubblicato il 26 Luglio 2010 da eli.eli1970
A tutti piace ridere (tranne che a Dracula, ma tanto non esiste). E tutti guardiamo programmi comici come “Zelig” o compriamo libri di battute. I temi su cui far ridere, però, cominciano a essere sempre gli stessi: COMICO UOMO CHE SE LA PRENDE CON LE DONNE PERCHÉ NOI: · Non sappiamo parcheggiare; Risultato: gli uomini sono poveri martiri. COMICA DONNA CHE SE LA PRENDE CON GLI UOMINI PERCHÉ LORO: · Guardano solo sport in tv; Risultato: le donne sono delle sante. · Alcuni uomini abbiano delle sopracciglia fatte con una tale precisione che se le guardi con la lente ci trovi la firma del barbiere; · Certi uomini ci tengano così tanto alla loro borsa che ti trascinano sul lungomare a comprare la tracolla di Louis Vuitton tarocca perché ce l’hanno tutti i calciatori; · L’orologio agli uomini non interessa più: adesso ci vuole il braccialetto con le lettere che compongono il loro nome o una frase che li rappresenta. Peccato che se glielo sfili e gli mischi vocali e consonanti non sappiano più cosa volevano dire; · Ma quali orologi e macchine! I soldi si sputtanano soprattutto agli addii al celibato nei locali di ballerine dell’est (che fuori hanno rigorosamente l’insegna “DISCO PUB”. Ma io credo sia un errore ortografico: manca la E alla fine); · Nostra mamma? Se viene sono felicissimi: così si mangia bene, per una volta. O magari ci leviamo dalle palle e andiamo insieme a fare shopping. Sono un po’ questi i temi su cui dovrebbero lavorare i nuovi comici. Ah, quella cosa che arriva una volta al mese e provoca sbalzi d’umore? Si chiama compulsione per le scarpe. E l’umore schizza sempre in alto. |
Post n°13 pubblicato il 25 Luglio 2010 da eli.eli1970
Gli esperti ci dicono che ogni giorno nel nostro mondo si compiono qualcosa come cento milioni di rapporti sessuali. Accidenti. Abbiamo il nostro bel daffarino. Quale sia l'ora più gettonata non ci è dato sapere. Non credo la notte e poco d'inverno. Motivo? Semplice. Facciamo un'attimo mente locale. Partiamo da noi giovani marmottine intirizzite, noi fringuelline ibernate. Noi abbiamo sempre freddo. Seeeeeempre freddo, taaaaaanto freddo. Battiamo i denti sotto la brezzolina di Ferragosto, figurarsi in pieno inverno. E' un fenomeno che la scienza non è in grado di spiegara. Ci cala la pressione a picco? Gli ormoni finiscono in letargo? Non si sa. Quindi? altro che il baby-doll di chiffon e piume di marabù. Altro che due gocce di parfum come la buonanima. La felpazza è la nostra benedizione. Il tutone ammazza-libido con su la fantasia di nespole e kiwi che a lui sembra di dormire con una macedonia. Il tutone-felpone in pelliccia di Gabibbo orripilla il maschio ma soddisfa la femmina, che così conciata raggiunge finalmente la temperatura basale di una stufa. Alcune le più chic azzardano la classica camicia da notte della nonna, quella di lino rigida con le iniziali ricamate a punto pieno e lo smerlo sul fondo. Errorissimo. L'uomo medio schifa la camicia da notte della nonna perchè gli sembra di dormire, appunto con sua nonna, cosa che non fa più da quando aveva quattro anni e non ha nessuna intenzione di riprendere a fare. Anche il maschio però in fatto di attrezzatura non scherza. Il pigiama classico a striscioline verticali da carcerato, è ancora il meno mostruoso, magari con l'elastico molle che quando va sul balcone e si appoggia alla ringhiera gli cala lentamente e sbuca fuori il tutto, così tutto il condominio viene a conoscenza della miseria con cui abbiamo a che fare. Ma vogliamo parlare del pigiamotto attillato in puro leacryl? Quello che inesorabilmente segna il pettorale, il segno delle ginocchia e la miseria del disturbo? magari color castagna a rombi beige? Dividere il talamo con il paggio di re Artù snerchia le ambizioni sessuali anche delle donne più tenaci. |
Post n°12 pubblicato il 25 Luglio 2010 da eli.eli1970
I tatuaggi sono diventati una moda. Emh.. mmm credo di aver sbagliato immagine... ma ormai..... ma anche quella supergnocca di Angelina Jolie si è tatuta " Know your right", non sul fondoschiena ma.... che dite? è una moda che spopolerà anche da noi?? nelle cassiere dell'Esselunga? |
Post n°11 pubblicato il 22 Luglio 2010 da eli.eli1970
Ahahahah non ci posso credere... questa è da non perdere.... Sono per carattere curiosa e navigando in internet mi sono imbattuta in 3 attenzione ben 3 blog (ma magari perdendoci più tempo ce ne saranno altri) che hanno pubblicato queste splendide foto, che spiegano senza bisogno di commenti il sesso. Praticamente il sesso spiegato dalle penne..... pare che la fonte sia il TGCOM.... Ma scusate un'attimo... io non sono un'assidua... ma il TGCOM non dovrebbe tenerci aggiornati sulle notizie del mondo sui fatti di cronaca ... insomma fare telegiornale.... siamo caduti così in basso che una notizia di questo genere fa audience più di una guerra e dell'inquinamento del golfo del Messico?
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Post n°10 pubblicato il 22 Luglio 2010 da eli.eli1970
Nell’impersonale società moderna molto spesso siamo ridotti ad un numero. Ci sono sicuramente numeri che contano di più e numeri che contano di meno. Quello del bigliettino che prendi per far la fila dal panettiere innegabilmente è poco importante. Ma se parliamo di uomini noi tutte sappiamo bene quali sono quelli che contano. Naturalmente. Il numero di zeri del suo conto in banca, il numero delle sue proprietà, la cilindrata della sua auto, fino ad arrivare alle sue dimensioni. Si, perché spesso ci scopriamo a dire che le dimensioni non contano. Mai bugia è stata detta più a fin di bene. Perché secondo me questa se l’è inventata una donna. Una che davvero era disperata delle proporzioni del suo uomo. E un po’ per incoraggiarlo. Un po’ per auto-convincersene. Un po’ anche per orgoglio. Se n’è uscita con questa massima. Certo si dice sempre che è preferibile la qualità alla quantità. Ma in questo caso purtroppo la quantità è determinante per la qualità. E gli uomini giustamente si preoccupano. Soprattutto da quando hanno capito che ce l’hai normale in realtà è un modo delicato per dire ce l’hai piccolo. E niente paura: nessun maschietto avrà mai il coraggio di dirvi ce l’hai corta. Perché in ogni caso noi ce l’abbiamo tutte d’oro… |
Post n°9 pubblicato il 21 Luglio 2010 da eli.eli1970
Non ho resistito. Nonostante non volessi sentire più parlare di lui, gli ho mandato una mail. Una mail lunghissima, ovviamente fatta approvare dal mio C.A.M.S. (comitato amici maschi sinceri) Una mail per spiegargli quello che mi passa per la testa. Senza pretendere una risposta. Mi ha risposto. Ambiguo e ironico come sempre. Mille altri aggettivi per descriverlo. In una sola parola: PARACULO. Elio e le Storie tese si sono ispirati a lui per scrivere "CARA TI AMO". Solo che la "cara" in questione è lui. Lui è normale. Sono io che sono PAZZA. Ma la cosa peggiore era la conclusione. Mannaggia a me quando ho scritto come oggetto della mail: PRINCIPE LEGGILA. Ecco la sua risposta: "che credi che le email di solito le mangio...o ci faccio gli origami? ..la prossima che mi scriverai...se lo farai...mi aspetto un oggetto tipo..."Principe...sits!!"... o.."Principe..rotola!" E via una continua litigata e di nuovo a punzecchiarsi..e di nuovo punto e da capo. OGNUNO DI NOI CREDE IN QUALCOSA. Io credo che per capire una donna ci vuole una donna. Per capire un uomo ci vuole un maiale
d'altronde non sono l'unica a dirlo
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Inviato da: biguldegoma
il 24/07/2015 alle 23:54
Inviato da: robyweb69
il 19/11/2014 alle 18:53
Inviato da: DueHalzini49
il 31/05/2014 alle 12:45
Inviato da: Agenor0
il 02/03/2014 alle 13:07
Inviato da: angelorosa2010
il 22/02/2014 alle 19:08